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STORIA, SIMBOLI E TRADIZIONI DEL NATALE (I)

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--> quando è nato... il «natale»   Non è storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il 25   dicembre. Anche nei vangeli di Matteo e di Luca, che forniscono una descrizione di alcuni momenti legati   alla Natività, non viene citato né il giorno, né il mese, e neppure l'anno della venuta dei Figlio di Dio, anche   se sappiamo che Gesù nacque quando regnava l'imperatore Cesare Augusto.   È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione della festa cristiana del Natale di Gesù il 25 dicembre. In    merito a tale datazione, nel corso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi. Alcuni studiosi   ritengono che questa data venne scelta dalla Chiesa in contrapposizione alla festa pagana del Sole invitto   voluta dall'imperatore Aureliano, nel 275. Festa da celebrarsi, per l'appunto, il 25 dicembre, cioè quattro   giorni dopo il solstizio d'inverno che cade il 21 dicembre. Dopo tale data la luce [il Sole] rinasce e prende   gradatamente

MERCOLEDI’ DELLA II SETTIMANA D’AVVENTO

Meditazione su Matteo 11,28-30. In quel tempo, Gesù disse: « Venite a me , voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me , che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero». Oggi a chi è rivolta questa parola? Chi sono gli affaticati e gli oppressi? Chi ha bisogno di “ristoro”. A chi è rivolto l’invito “Venite a me”? Chi deve “prendere il suo giogo” e “imparare da lui”? Tutti noi che ci affanniamo lontani dal Signore a costruire una felicità complicata e falsa: tutti noi che ci affanniamo, ci lasciamo prendere dall’ansia e siamo divisi, “schizzati” tecnicamente. Schizzofrenico è colui che ha un “sé” diviso, incoerente. Andiamo dal Signore che ci ristora mostrandoci che se siamo in comunione con lui la nostra vita “non è finita”, ha sempre un senso, allora viene il riposo. Il giogo è ciò che consentiva ai

Giovedì della seconda settimana d'Avvento

  Giovedì della seconda settimana d'Avvento Meditazione su Matteo 11,11-15 elogio del Battista La vita cristiana esige il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni. Ma questo può avvenire nella nostra vita solo se è solido il rapporto con Dio. Benedetto XVI

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA D’AVVENTO

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--> Meditazione su Luca 5,17-26 scoperchiare un tetto per guarire Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Un racconto fuori dall'ordinario diviso in due parti. Un gruppo di amici spericolati cala dal tetto l'amico paralitico in barella, proprio davanti a Gesù perché lo guarisca. La seconda parte é la protesta degli scribi e farisei perché Gesù aggiunge, oltre la guarigione, anche il perdono dei peccati. In genere si commenta questa seconda parte. Sfugge così, da una la parte la forza dell'amicizia, che salva e che ci fa capire che per seguire Gesù, per avvicinarci a lui, dobbiamo saper prendere l'iniziativa. Non fermarci davanti agli ostacoli:  il muro della tiepidezza e della falsa umiltà . E dall'altra che Gesù ci accoglie sempre. Non si sarà meravigliato di quella qua

MEDITAZIONE SU MATTEO 18,12-14. PECORA PERDUTA

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MARTEDI II SETTIMANA D’AVVENTO. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli». Leggiamo questa parabola sempre come se noi fossimo il pastore che deve ritrovare la pecora perduta. Nella Chiesa ci sono Pastori, per estensione tutti siamo pastori e quindi in qualche modo custodi dei fratelli. Ma siamo anche e soprattutto pecore. Che si smarriscono. La pecora smarrita sono io e il Buon Pastore mi viene a cercare, con ansia e preoccupazione e non smetterà di cercare. In questo tempo d’Avvento prendiamo coscienza di questa realtà: Cristo, il Buon Pastore mi cerca. La prova, la caduta, il perdermi è un