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Visualizzazione dei post da maggio 10, 2020

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LA PREGHIERA DEL CRISTIANO

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Udienza generale di Papa Francesco. Seconda catechesi sull a preghiera La preghiera non é soltanto un moto della sensibilità e nemmeno un puro atto intellettuale. Nasce in quel profondo luogo interiore che viene indicato nella tradizione spirituale con la parola "Cuore". Non solo è un'azione secondaria e marginale, la preghiera nasce nell'intimo della nostra persona, come un impulso interiore che ci spinge a cercare con nostalgia l'incontro con l'Altro, superando noi stessi. Per il cristiano, questo "Altro" ci é stato rivelato da Gesù Cristo ed é entrato in relazione con noi. " «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Giovanni 1,18).  i cristiani si rivolgono invece a Lui osando chiamarlo in modo confidente con il nome di “Padre”. La relazione che abbiamo con Lui non é di servilismo, segnato dalla paura, ma un'alleanza, un'amicizia, una comunione, come ci ha insegnat

PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI

Giovanni 14,21-26 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Il Messia avrebbe dovuto manifestarsi al mondo. A tutti e come un Re potente. Un nuovo Davide grande guerriero. Oppure come Mosè, profeta e condottiero. Che liberò il Popolo dall'Egitto ed umiliò il Faraone. Filippo coglie il paradosso. Riconosce che Gesù è il Messia

SILVIA ROMANO: EROINA, COMPLICE O SEMPLICEMENTE VITTIMA?

Come capita nei fatti di cronaca che hanno grande visibilità e fruibilità mediatica, il caso della volontaria rapita ed adesso liberata, è diventato un campo di battaglia ideologica e politica ed ognuno vuol imporci la propria “narrazione”. Alcuni considerano Silvia un’eroina, altri la trattano alla stregua di una complice del suo stesso rapimento. Nessuno l’ha invece considerata per quello che oggettivamente è: una vittima. Un magistrato ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona. Partirei da qui, per evitare che la passione ci faccia perdere di vista il dato oggettivo. Silvia Romano, é stata rapita, fatto non raro, da gruppi terroristici per autofinanziarsi. Nelle poche ore dalla notizia della liberazione  due sono stati gli argomenti su cui si è concentrata l’attenzione, e la polemica:   il riscatto (c’è stato, non c’è stato, quanti soldi, ecc..) e la conversione. La conversione è un processo interiore profondo, molto intimo e personale. Nessuno può giudicare o