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Visualizzazione dei post da 2008

Benedetto XVI viaggio apostolico in Francia

VIAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA IN OCCASIONE DEL 150° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DI LOURDES (12 - 15 SETTEMBRE 2008) INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA AL COLL ÈGE DES BERNARDINS DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Parigi, venerdì 12 settembre 2008 Signor Cardinale, Signora Ministro della Cultura, Signor Sindaco, Signor Cancelliere dell’Institut de France, cari amici ! Grazie, Signor Cardinale, per le Sue parole gentili. Ci troviamo in un luogo storico, edificato dai figli di san Bernardo di Clairvaux e che il Suo grande predecessore, il compianto Cardinale Jean-Marie Lustiger, ha voluto come centro di dialogo tra la Sapienza cristiana e le correnti culturali intellettuali e artistiche dell’attuale società. Saluto in modo particolare la Signora Ministro della Cultura che rappresenta il Governo, così come il Signor Giscard d’Estaing e il Signor Chirac. Rivolgo ugualmente il mio saluto ai Ministri presenti, ai rappresentanti dell’Unesco, al Sig

19. Che orientamenti politici ebbe Gesù ?

Gesù fu accusato davanti alle autorità romana di promuovere una rivolta politica (cf Lc 23,2). Il procuratore Pilato ricevette pressioni perché lo condannasse a morte per questo motivo : “«Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare»” (Gv 19,22). Per questo, nel titulus crucis dove si indicava il motivo della condanna era scritto : “Gesù Nazareno, re dei giudei “. Prendendo come pretesto la predicazione di Gesù sul Regno di Dio, un regno di giustizia, amore e pace, i suoi accusatori lo presentarono come un avversario politico che avrebbe potuto creare problemi a Roma. Ma Gesù non partecipò al dibattito pubblico ne prese partito per nessuno dei gruppi o tendenze in cui si dividevano le opinioni e l’azione politica delle popolazioni che allora vivevano in Galilea o Giudea. Questo non vuol dire che Gesù si disinteressasse delle questioni rilevanti nella vita sociale del suo tempo. La sua attenzione verso i malati, i poveri e i bisognosi non

EUTANASIA

Caso Eluana: occorre far parlare la scienza di Maurizio Fontana, Osservatore Romano, 23 luglio 2008 Intervista al neurologo Gigli sugli aspetti medico-scientifici dell’assistenza ai malati in stato vegetativo Non hanno ancora ricevuto risposta i venticinque medici neurologi che lo scorso 16 luglio hanno inviato al procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Milano una lettera per motivare scientificamente la richiesta di bloccare le procedure intese a porre fine alla vita di Eluana Englaro, la giovane - in stato vegetativo da sedici anni in seguito a un incidente - per la quale i genitori hanno chiesto la sospensione della nutrizione e della idratazione assistite. Sono passati pochi giorni. "Probabilmente mancano ancora i tempi tecnici per una risposta ufficiale - afferma Gian Luigi Gigli, professore di neurologia dell'università di Udine, firmatario e coordinatore dell'iniziativa - ma nel frattempo abbiamo già ricevuto numerose adesioni di altri

Breve Corso di Storia della Chiesa

V E VI SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1) La grande spinta del IV secolo, dopo che il cristianesimo divenne religio licita all’interno dell’impero, durò fino alla metà del V secolo, fino al Concilio di Calcedonia del 451 che in larga misura esaurì l’elaborazione teologica dei due principali temi della teologia cattolica, ossia le dottrine trinitaria e cristologica. Il Concilio di Efeso Nestorio vescovo di Costantinopoli, ma discepolo della scuola di Antiochia per quanto riguarda la formazione teologica, reagì violentemente nei confronti del termine “Theotokos” (Madre di Dio) applicato alla Madonna. Quel termine era in uso da molto tempo e non aveva mai sollevato polemiche. Nestorio si dichiarò disponibile ad accettare il termine “Christotokos” (Madre di Cristo), un’affermazione grave perché si poteva interpretare come separazione tra le due nature, umana e divina, in Cristo. Cirillo, vescovo di Alessandria, guidò una campagna molto dura contro Nestorio e perciò l’imperatore

18. Che atteggiamento ebbe Gesù di fronte alle pratiche penitenziali ?

Come in altre religioni, le pratiche penitenziali erano abituali anche nel popolo di Israele. L’orazione, l’elemosina, il digiuno, la cenere sopra il capo, il sacco: veste di un tessuto rozzo e ruvido indossato direttamente sulla pelle (detto anche cilicio: cfr. per es. 2 Sam 3,31; Ez, 7, 18; Mt, 11, 21; ecc.), erano alcuni dei molti modi con cui gli israeliti manifestavano il loro desiderio di cambiar vita e convertirsi a Dio (cf. Tb 12,8 ; Is 58,5 ; Gl 2,12-13 ; Dn 9,3 ecc.). Gesù, come unanimemente attestano gli storici e gli studiosi della Scrittura, mise al centro della sua predicazione l’annuncio del Regno di Dio ed chiedeva anche la conversione come parte essenziale dell’annuncio: “Il tempo si è compiuto e il Regno di Dio sta per arrivare: convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). La conversione (penitentia in latino, metanoia in greco) alla quale Gesù chiama, consiste in un cambio profondo del cuore e ci esorta a dare frutti degni di penitenza (Mt 3,8), a cambiare la vita i

Scienziati e credenti: Carrel, Alexis (Saint-Foyles-Lyon, 1873 - Parigi, 1944)

Medico chirurgo, fisiologo e biologo francese. Laureato in scienze e medicina, lavorò negli ospedali di Lione dal 1896 al 1902, anno della sua conversione al cattolicesimo, che gli causò problemi nell'ambiente positivista dell'epoca. Trasferitosi in Canada decise di occuparsi di allevamenti animali; il contatto con ricercatori americani lo riportò però alla ricerca scientifica, dapprima a Chicago e poi, grazie all'interesse di Cushing e Flexner, a New York, dove si stava avviando la Fondazione Rockefeller, e dove, dal 1912, dirigerà il reparto di chirurgia sperimentale. Nel 1912, i suoi lavori sulla sutura dei vasi sanguigni sezionati e la coltura a lunga scadenza di tessuti viventi trasportati fuori del loro ambiente gli valsero il Premio Nobel. Modificò e perfeziono la coltivazione dei tessuti “in vitro” scoperta da Harrison e riuscì, fra l'altro, a far vivere in laboratorio un cuore di pollo per 27 anni. Durante la Guerra del 1914-18, abband

Recensione: ERWIN SCHRÖDINGER, Che cos’è la vita, Adelphi, Milano, 1995

Pubblicato nel 1944, Che cos’è la vita di Erwin Schrödinger, è uno dei saggi che appartengono alla storia della biologia molecolare, grazie alle sue speculazioni sulla natura fisica dei geni fatte dieci anni prima della scoperta della struttura a doppia elica del DNA. Risultato a prima vista sorprendente dato che il suo autore era un fisico, in particolare uno dei padri fondatori della Meccanica quantistica . Eppure fu proprio lo sguardo da fisico dell’autore uno degli elementi innovativi della sua visione. Il suo approccio è indicativo del clima del pensiero scientifico degli anni ’40-’50 del secolo scorso e le ipotesi che egli mosse sulla struttura del gene, a distanza di anni, furono persino acclamate da alcuni come profetiche (cfr. O’Neill et al., 1994). Questi motivi hanno fatto sì che questo volume riscontrasse un grande successo esercitando nei decenni posteriori una enorme influenza su tutto il mondo scientifico, determinandone anche un corrispondente modo di pensare

Discorso del Papa ai giovani a Sideney

per leggere il discorso

17. Cosa sono i manoscritti di Qumràn ?

Nell’anno 1947 nel Wadi Qumràn vicino al Mar Morto, furono rinvenuti in alcune grotte, undici in totale, delle giare che contenevano un gran numero di documenti scritti, in ebraico, aramaico e greco. Si sa che furono redatti fra il II secolo a.C. e l’anno 70 d.C., in cui ebbe luogo la distruzione di Gerusalemme. Oltre ai pochi che si sono conservati in modo integro, ne sono stati ricomposti circa altri 800, dalle varie migliaia di frammenti ritrovati. Ci sono parti di tutti i libri dell’Antico Testamento, eccetto Ester, di molti libri giudaici non canonici già conosciuti e anche di altri fino allora sconosciuti e sono apparsi anche scritti originali del gruppo di esseni che si era ritirato nel deserto. I documenti più importanti sono senza dubbio i testi della Bibbia. Fino alla scoperta dei testi di Qumràn, i manoscritti in ebraico più antichi che possediamo erano dei secoli IX-X d.C. per cui si poteva sospettare che si fossero operate tagli, aggiunte o modificato parole o frasi scomo

Quando i giudici si fanno portavoce della cultura della morte

Il dott. Renzo Puccetti denuncia il tentativo di praticare l’eutanasia di Antonio Gaspari ROMA, mercoledì, 9 luglio 2008 (ZENIT.org).- La sentenza con cui la Corte di appello di Milano ha autorizzato la morte per fame e sete di Eluana Englaro ha suscitato le reazioni indignate dei medici. Intervistato da ZENIT, il dott. Renzo Puccetti, medico-chirurgo, specialista in medicina interna di Pisa, ha affermato: “Credo che la sentenza dei giudici di Milano sia un altro tassello di quella cultura della morte ormai pervasiva nelle nostre istituzioni. Un tempo si diceva ‘finché c’è vita c’è speranza’ ma queste decisioni sembrano fatte apposta per togliere speranza alla vita”. Per leggere l'articolo clicca qui

LA SOCIETA' DEI SANI HA CONDANNATO ELUANA"

Comunicato n° 20 del 09 Luglio 2008 L'AMAREZZA DI SCIENZA & VITA: "LA SOCIETA' DEI SANI HA CONDANNATO ELUANA" “Amarezza e stupore”: questi i sentimenti con i quali l’Associazione Scienza & Vita ha accolto la sentenza dei giudici milanesi che hanno autorizzato l’interruzione dei trattamenti di idratazione e alimentazione per Eluana Englaro. “Grande amarezza – denuncia l’Associazione – perché si legittima l’uccisione di un essere umano privandolo delle cose più elementari: l’alimentazione e l’idratazione. Stupore perché la società dei sani ha deciso di non prendersi cura di un essere umano in condizioni di grandissima fragilità e dipendenza, condannandolo ad una morte atroce per fame e per sete”. Nello specifico Scienza & Vita sottolinea “le errate motivazioni di questa decisione dei magistrati lombardi”. Innanzitutto da questa sentenza – osserva l’Associazione – emerge “l’idea che una persona in stato vegetativo sia soltanto

Ritornare a Paolo “nostro fratello”

ROMA, lunedì, 7 luglio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l'articolo scritto dall'Arcivescovo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, e apparso sul primo numero della rivista “Paulus” . * * * «Nelle Lettere del nostro carissimo fratello Paolo ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli incerti le travisano, al pari delle altre Scritture, a loro rovina». Queste parole, un po’ sorprendenti, della Seconda Lettera di Pietro (3,16) ci ricordano che già nei primi tempi della cristianità le Lettere di San Paolo erano considerate come “Scritture” sacre e ispirate, ma ci ammoniscono anche che è necessaria una corretta interpretazione per comprenderle e non travisarle. Cosa che è accaduta nella storia successiva, se pensiamo che un famoso studioso francese dell’Ottocento, Ernest Renan, le esorcizzava come «un pericolo e uno scoglio e la causa dei principali difetti della teologia cristiana», mentre il filosofo tedesco

Note sulla storia del concetto di "Libertà religiosa"

AMMAN, sabato, 5 luglio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la versione integrale dell'intervento pronunciato il 23 giugno, ad Amman, dal prof. Nikolaus Lobkowicz, Direttore dell’Istituto per gli studi sull’Europa Orientale di Eichstätt (Baviera), in occasione dell'incontro Comitato scientifico del Centro Internazionale Studi e Ricerche “Oasis” sul tema “La libertà religiosa: un bene per ogni società”. Per leggere tutto l'articolo clicca qui

L'illusione della convivenza

Uno studio rivela gli aspetti negativi delle unioni di fatto di padre John Flynn, L.C. ROMA, domenica, 6 luglio 2008 (ZENIT.org).- Andare a vivere insieme prima di sposarsi è una pratica molto diffusa in vari Paesi. Secondo molte persone, la convivenza consente ai futuri sposi di conoscersi meglio. Sono tuttavia molti gli elementi che dimostrano come la convivenza costituisca più un ostacolo che un vantaggio, in vista del matrimonio. Michael e Harriet McManus hanno di recente pubblicato un libro dal titolo " Living Together: Myths, Risks and Answers " (ed. Howard Books), che documenta la loro ricerca su questo argomento. Clicca qui per leggere il resto dell'articolo

Ripensare l'aborto

La barca di Vittorio e l'aborto di Valeria Qualche giorno fa Valeria Marini ha raccontata della sua ultima gravidanza, per la quale era “disposta a fare qualsiasi sacrificio”: Solo che quando ha dato “la notizia a Vittorio, la sua risposta è stata: “E come facciamo ad andare in barca?”. Così che “di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la gravidanza”….Trent’anni di mentalità abortista hanno trasformato l’aborto dal “dramma” clandestino che una legge intendeva abolire in una banale pratica anticoncezionale. Moralmente indifferente, comoda, a disposizione. Per cui un bambino può valere meno di una gita in barca di una coppia mondana e facoltosa….la mentalità corrente e tale che la signora in questione ha pure specificato che un figlio oggi, lo vorrebbe adottare. ma “la legge italiana non me lo consente perché sono single”. Si faccia dunque un’altra legge, per il nuovo desiderio. (Il Foglio 8 luglio 2008). Per riflettere sull'aborto, puoi leggere di seguito la prima parte

Breve corso di storia della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (4) Concilio di Costantinopoli Al concilio di Costantinopoli del 380 non presero parte molti vescovi occidentali pur accettando la professione di fede redatta da quel concilio. L’anno dopo, Teodosio divenuto da poco imperatore, fece proclamare religione dello Stato romano la fede professata da Pietro vescovo di Alessandria e da Damaso vescovo di Roma, sempre nel tentativo di evitare l’insorgere di forze centrifughe rispetto all’impero. I vescovi finirono per assumere molte funzioni politiche, apparendo quasi come defensores civitatis nei confronti dei fedeli, sempre più vessati da tasse che li condannavano ai lavori forzati. La crisi demografica del mondo antico stava conducendo l’impero all’implosione, almeno nella parte occidentale. Teodosio a stento riuscì a sconfiggere l’usurpatore Eugenio riunendo le due parti dell’impero, ma nel 395 morì lasciando a capo dell’Impero due figli giovani e incapaci, affidati a due comandanti germanici, Si

16. Farisei, sadducei, esseni, zeloti, chi erano?

Nel mondo ebraico palestinese del I secolo della nostra era, mancando un magistero religioso comune e riconosciuto, ed essendo venuta meno l’unità politica, erano sorti gruppi che si differenziavano tra loro per il modo di interpretare le Scritture di Israele e sul giusto atteggiamento da tenere verso i dominatori stranieri. Ai tempi di Gesù, i più apprezzati dalla maggioranza del popolo erano i farisei.  Il loro nome, dall’ ebraico perushim, o dall’aramaico perishaia significa “separati”. Giudei osservanti, attribuivano la massima importanza a tutto quanto fosse collegato alla osservanza delle leggi di purezza rituale anche fuori del Tempio. Le norme per la purificazione, stabilite per il culto, diventarono per loro la regola di un ideale di vita anche per l’attività quotidiana, che veniva così ritualizzata e sacralizzata. Insieme alla Legge scritta (Torah o Pentateuco), raccoglievano e conservavano tutta una serie di tradizioni e di modi su come compiere le prescrizioni della Legg

15. Che influenza ebbe San Giovanni Battista su Gesù?

La figura di Giovanni Battista occupa un posto importante nel Nuovo Testamento e concretamente nei 4 vangeli. Fin dall’inizio fu tenuta in gran conto nella tradizione cristiana più antica ed è calata profondamente nella pietà popolare. La Chiesa celebra la festa della sua nascita con particolare solennità da tempi molto remoti. Negli ultimi anni è tornata al centro dell’ attenzione di studiosi del Nuovo Testamento e delle origini del cristianesimo, che si interrogano in particolare, dal punto di vista della critica storica, sul tipo di rapporto che vi fu fra Giovanni Battista e Gesù di Nazaret. Su Giovanni Battista abbiamo notizie sia da fonti cristiane e che da fonti profane. Le cristiane sono i quattro vangeli canonici e quello apocrifo di Tommaso. La fonte profana più rilevante è Flavio Giuseppe, che dedicò un ampio capitolo del suo libro Antiquitates Judaicae (18,116-119) a descrivere il martirio del Battista a mano di Erode nella fortezza di Macheronte (Perea). Per valutare le eve

A proposito della lotta contro l'AIDS

Dubbi su come vengono spesi i soldi. Un programma di finaziamento pubblico fermo al Congresso americano. Clicca sotto per leggere l'articolo http://www.zenit.org/article-14866?l=italian

Omelia di Benedetto XVI all'inizio dell'anno paolino

Signori Cardinali, Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, Cari fratelli e sorelle! Fin dai tempi più antichi la Chiesa di Roma celebra la solennità dei grandi Apostoli Pietro e Paolo come unica festa nello stesso giorno, il 29 giugno. Attraverso il loro martirio, essi sono diventati fratelli; insieme sono i fondatori della nuova Roma cristiana. Come tali li canta l’inno dei secondi Vespri che risale a Paolino di Aquileia (+ 806): «O Roma felix – Roma felice, adornata di porpora dal sangue prezioso di Principi tanto grandi. Tu superi ogni bellezza del mondo, non per merito tuo, ma per il merito dei santi che hai ucciso con la spada sanguinante». Il sangue dei martiri non invoca vendetta, ma riconcilia. Non si presenta come accusa, ma come «luce aurea», secondo le parole dell’inno dei primi Vespri: si presenta come forza dell’amore che supera l’odio e la violenza, fondando così una nuova città, una nuova comunità. Per il loro martirio, essi – Pietro e Paolo – fanno adesso pa

ANNO PAOLINO

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Lo scorso 29 giugno il Santo Padre ha dato inizio all'anno paolino Paolo di Tarso (Saulo in origine), canonizzato come San Paolo apostolo († 67), non conobbe Gesù in vita, come i Dodici Apostoli, ma fu il primo ad avere come esperienza solo quella del Cristo Risorto. Nacque a Tarso ed in giovinezza fu mandato a Gerusalemme, dove ricevette un insegnamento rigoroso della Legge presso il rabbino Gamaliele il Vecchio. Dopo alcuni anni tornò a Tarso, poiché non era presente a Gerusalemme durante la predicazione di Gesù, e fece ritorno a Gerusalemme dopo pochi anni dalla passione del Cristo. In questa fase della sua vita Saulo fu un attivo fariseo: fu testimone della lapidazione di Stefano tenendo gli abiti degli uccisori, come descritto negli Atti degli Apostoli (At 8, 1-3), e presto ricevette il compito di andare a Damasco ad imprigionare i cristiani di quella città (At 9,2) essendo particolarmente zelante e deciso contro la religione di Gesù, che cominciava a diffond

LEGGE 40: IN CRESCITA ETA' PATERNA E MATERNA

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di Lucio Romano U na rilettura dei dati, riportati nell’ultima Relazione annuale a cura del Ministero della Salute sull’attuazione della L. 40/2004, rileva le seguenti evidenze: ridotto successo delle tecniche per il sempre maggior numero di donne in età fertile avanzata, ovvero dopo i 36 anni; esigenza di perseguire obiettivi di salute pubblica quali la prevenzione primaria delle cause di sterilità attraverso l’informazione corretta alle coppie sterili ed alla popolazione a partire dai giovani e la tutela della salute riproduttiva ponendo particolare attenzione alle cause sociali e ambientali; miglioramento della qualità operativa dei Centri che praticano la fecondazione artificiale. continua...

14. Gesù era discepolo di San Giovanni Battista ?

Dato che la relazione fra Giovanni Battista e Gesù fu così diretta e intensa, viene da chiedersi se fra loro ci fosse un rapporto maestro-discepolo. Per una risposta adeguata a questa domanda è necessario soffermarsi su tre aspetti dibattuti fra gli studiosi: i discepoli di Giovanni, la rilevanza del battesimo di Gesù nel Giordano e le lodi al Battista. 1. I discepoli di Giovanni. Se ne fa cenno con frequenza nei Vangeli (Mc 2, 18; Mt, 11, 2) e sappiamo che alcuni di essi si unirono poi a Gesù (Gv 1,35-37). Non si trattava di compagni occasionali: condividevano la sua stessa vita (Mc 2,18) e le sue stesse idee (Gv 3,22). Flavio Giuseppe distingue due categorie di discepoli, alcuni che ascoltavano con piacere il suo insegnamento sulla virtù, sulla giustizia, ecc., e si facevano battezzare; altri che “si riunivano attorno a lui perché si esaltavano molto al sentirlo parlare” (Antichità giudaiche 18,116-117). Il quarto vangelo riferisce che alcuni discepoli di Giovanni mostrarono una cert

Breve corso di storia della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (3) La crisi ariana Data la sua importanza è opportuno insistere sulla crisi prodotta dall’arianesimo. Ario, oriundo di Cirene, discepolo di Luciano di Antiochia, divenuto presbitero in Alessandria, sollevò clamorose riprovazioni quando nella sua predicazione cominciò ad affermare che Cristo era una semplice creatura, ancorché sommamente gradita a Dio. Il vescovo Alessandro lo convocò per una disputa pubblica e lo dichiarò perdente con l’invito di ritrattare. Ario, con due vescovi e cinque presbiteri rifiutò la ritrattazione. Scrisse ai vescovi orientali raccontando a modo suo la vicenda. Quando Alessandro ebbe sentore di queste manovre emanò una lettera circolare a tutto l’episcopato per rettificare l’esposizione dei fatti. Quando Costantino ebbe sentore della crisi, senza capire fino in fondo la questione, ritenne opportuno per la salvaguardia dell’unità dello Stato, di convocare tutti i vescovi nella città di Nicea al fine di ristabilir

Gesù era celibe, sposato o vedovo ?

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Dai dati che ci offrono i 4 Vangeli canonici, sappiamo che Gesù era un artigiano di Nazaret (Mc 6,3) e che quando aveva circa trenta anni iniziò il suo ministero pubblico (Lc 3,23). Sappiamo che accanto al gruppo discepoli, c’erano anche alcune donne che lo accompagnavano (Lc 8,2-3) e altre con le quali aveva rapporti di amicizia (Lc 10, 38-42). Anche se non viene mai specificato se fosse celibe, sposato o vedovo, gli evangelisti si riferiscono alla sua famiglia, a sua madre, ai “suoi fratelli e sorelle”, ma mai a “sua moglie”. Questo silenzio è eloquente. Gesù era conosciuto come il “figlio di Giuseppe” (Lc, 23 ; 4,22 ; In 2,45 ; 6,42) e, quando gli abitanti di Nazaret si sorprendono per i suoi insegnamenti, esclamano : “Non è questo l’artigiano, il figlio di Maria, e fratello di Giacomo e di Giosè e di Giuda e di Simone ? E le sue sorelle non vivono qui tra noi ?” (Mc 6,3). In nessun testo si fa riferimento ad una moglie. La tradizione non ha mai fatto cenno di un possibile mat

12. In che lingua parlò Gesù ?

Nel I secolo nel territorio dove visse Gesù si utilizzavano quattro lingue : aramaico, ebraico, greco e latino. Quella ufficiale e allo stesso tempo la meno impiegata era il latino. La usavano quasi esclusivamente i funzionari romani per conversare tra loro, e la conoscevano alcune persone colte. Non sembra probabile che Gesù avesse studiato latino e che lo impiegasse nelle relazioni ordinarie o nella sua predicazione. Per quanto che si riferisce al greco, non sarebbe invece sorprendente che Gesù se ne sia servito qualche volta, perchè molti contadini e artigiani di Galilea conoscevano questa lingua, almeno i rudimenti necessari per una semplice attività commerciale o per comunicare con gli abitanti delle città, che erano nella loro maggioranza gente di cultura ellenica. Si impiegava anche in Giudea : si calcola che degli abitanti di Gerusalemme fra l’otto e il quindici per cento, parlassero in greco. Malgrado tutto, non si sa se Gesù impiegò il greco qualche volta e non è possibile de

Breve corso di storia della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (2) La svolta costantiniana Costantino era figlio di Costanzo Cloro e di Elena, cristiana. Il suo biografo più importante è Eusebio di Cesarea, vescovo e primo grande storico della Chiesa. La notte precedente la battaglia decisiva contro Massenzio sostenuta alle porte di Roma, Costantino avrebbe avuto la visione secondo cui, col monogramma di Cristo sugli scudi, avrebbe vinto. A Roma Costantino si trattenne poco, raggiunse Milano dove promulgò il noto editto di tolleranza, già emanato per l’oriente. Il cristianesimo divenne religio licita nell’impero, si ordinava la restituzione delle proprietà confiscate alle comunità cristiane, ricevendo indennizzi per quelle che non erano recuperabili. Perciò Costantino fece costruire le basiliche di San Giovanni, di San Pietro, di San Paolo Fuori le Mura e dei Santi Apostoli. A Gerusalemme, la madre Elena fece costruire la chiesa del Santo Sepolcro, dopo aver effettuato gli scavi che permisero di rinven

11. San Giuseppe si sposo una seconda volta?

Secondo Matteo quando la santissima Vergine concepì verginalmente Gesù era sposata con Giuseppe anche se ancora non vivevano insieme (Mt 1, 18). Prima dello sposalizio vero e proprio, tra i giudei si prevedeva un periodo di fidanzamento, ma con un impegno tanto forte e vincolante che i due promessi potevano essere già chiamati sposo e sposa e che si poteva sciogliere solo mediante il ripudio. Dallo stesso evangelista apprendiamo, dopo la rivelazione dell’angelo a Giuseppe, che Maria aveva concepito per opera dello Spirito Santo (Mt 1, 20), che si sposarono e andarono ad abitare insieme. I fatti successivi lo confermano: la fuga e il ritorno dall’Egitto e la sistemazione definitiva a Nazaret (Mt 2, 13 – 23), cosi come l’episodio del pellegrinaggio a Gerusalemme con Gesù adolescente che parla ai dottori nel tempio (Lc 2, 41-45). San Luca inoltre, quando narra l’episodio dell’Annunciazione presente Maria come “una vergine sposata con Giuseppe della casa di Davide” Quindi secondo Matteo e

Breve Corso di Stori della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1) Occorre ripetere che col termine “ Grande Chiesa ” si intende affermare che i cristiani avevano raggiunto la consapevolezza di esser presenti in tutte le nazioni con una funzione volta ad animare una società che si sforzava di ignorarli e disprezzarli, ma comprendendo al tempo stesso che il futuro andava nella loro direzione. L’età dei Severi Dal 193 a Roma aveva preso il potere Settimio Severo in seguito a una guerra civile. La sua famiglia tenne il potere fino al 235. Fu un quarantennio con poche persecuzioni e perciò le comunità cristiane crebbero di numero. Settimio Severo era un africano di Leptis Magna, un rude soldato convinto che per difendere l’impero occorreva trattare bene i soldati. Costoro tuttavia, costavano somme favolose che si traducevano in tasse crescenti per i cittadini dell’impero, travagliati dalla crescente crisi demografica e dalle pestilenze che dal tempo di Marco Aurelio avevano falcidiato vite umane in tut