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Visualizzazione dei post da settembre 13, 2020

IN MEMORIA DI DON ROBERTO MALGESINI

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  COMMENTO AL VANGELO DI OGGI: LUCA 7,31-35. BAMBINI INDECISI  I n quel tempo, il Signore disse: «A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.»   Ha ragione il Signore, assolutamente. Siamo come dei bambini viziati, mai contenti di ciò che accade, sempre pronti a lamentarci di tutto e di tutti, ovviamente anche di Dio. Pronti a fare l'elenco delle cose che non funzionano, di come Dio dovrebbe amministrare il nostro piccolo pianeta e, principalmente, la nostra vita. Ma noi non facciamo nulla. Siamo bambini che non iniziano mai a “giocare”!

MEDITAZIONE PER LA FESTA DELL'ADDOLORATA

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 MARIA E LA SANTA CROCE Perseverare fino in fondo dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25 - 27: " Poi disse al discepolo «ecco tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese in casa sua"      In questa festa contempliamo la Croce dal punto di vista di Maria. La Madonna ci insegna, con l'esempio, a come seguire Gesù.    Stava presso la Croce (Stabat Mater, poema popolare di Jacopone di Todi che contempla Maria presso la Croce). Non si trova lì per caso o forzata contro la sua volontà. Io non volevo, non vorrei farlo se potessi, ma tocca subire e sopportare: no, non sono questi i sentimenti di Maria. No! Maria sceglie di seguire Gesù fino in fondo, a tutti i costi, per Amore.       San Giovanni Paolo Secondo, segnalava quattro modalità con cui Maria si pone come esempio di fedeltà al Signore.        Cerca di comprendere la volontà di Dio: meditava in cuor suo, come avverrà questo? L'accoglienza docile, il fiat, sia fatto, accetto ,. Non basta esprimere la propria vol

commento al Vangelo di Giovanni 3, 13 - 17, festa dell'esaltazione della Santa Croce

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            PERCHÉ FESTEGGIAMO L'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE? Perché si è sentita la necessità di dedicare un'altra festa, alla Santa Croce?   Il Venerdì Santo che è il cuore liturgico e teologico, del Triduo Pasquale, ha come centro della celebrazione l'Adorazione della Croce. Nelle chiese spoglie e con gli altari nudi, la Croce, fino al quel momento velata, viene esposta all'Adorazione dei fedeli, che con canti e preghiere rendono lode a Cristo Crocefisso ed adorano il "Legno" strumento di salvezza. Ma rimane in primo piano la "Morte di Cristo", il dolore di quella morte causata da noi, e l'interiore attesa della salvezza promessa. Ma la Croce appare come segno del male che deve essere vinto e del sacrificio di Cristo. Il Sacrificio di Cristo, questo adoriamo e meditiamo il Venerdì Santo.   Con la seconda e definitiva distruzione di Gerusalemme da parte dell'imperatore Adriano era iniziata una sistematica distruzione dei luoghi legati all

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE. INTRODUZIONE STORICA,

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  Quando è nata e come si è diffusa questa bellissima festa? BREVE SINTESI STORICA È una delle 12 grandi feste dell’anno liturgico, ha un giorno di vigilia e si conclude il 21 settembre. La data del 14 settembre è comune all’Oriente e all’Occidente dove il papa orientale Sergio I (687-701) ne ordinò la festa. La festa dell’Esaltazione riassume e richiama alcuni eventi storici legati al santo Legno, principalmente la scoperta della Vera Croce. Una tradizione formatasi abbastanza presto riferisce che sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, aveva ritrovato a Gerusalemme, presso il Golgota, le tre croci usate per Gesù Cristo e i due ladroni; una guarigione miracolosa, avvenuta al contatto con una d’esse, permise il riconoscimento della croce del Salvatore e di mostrarla alla venerazione del popolo. Appena la notizia della scoperta si diffuse nella Città Santa, una vasta folla si radunò per venerare la Croce del Signore. Il Patriarca di Gerusalemme, san Macarios, la portò su di un pul

FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE BREVE MEDITAZIONE

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  14 settembre   esaltazione della santa croce Giovanni 3,13-17. In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.   Stravaganti questi cristiani; mentre nel mondo si esaltano i calciatori e le belle donne, il denaro e i successi, loro esaltano uno strumento di morte. Si appassionano a uno tra i patiboli più cruenti della storia.   Quando tempo fa lessi queste parole mi colpirono e mi sono tornate in mente visitando le catacombe di san Sebastiano. La guida ci stava spiegando che tra i i numerosi simboli che contraddistingu

TESTI DI SAN JOSÈMARIA PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

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  pensieri per tutta la settimana 13/settembre “Il Grande Amico, che non tradisce mai” Cerchi la compagnia di amici che, con la loro conversazione e il loro affetto, con la loro frequentazione, ti rendano più sopportabile l'esilio di questo mondo..., sebbene gli amici a volte tradiscano. —Non mi sembra male. Però..., perché non frequenti ogni giorno, con maggiore intensità, la compagnia, la conversazione del Grande Amico, che non tradisce mai? (Cammino, 88)   Egli è Amico; è l'Amico! Vos autem dixi amicos. Ci chiama amici ed è stato Lui a fare il primo passo; ci ha amati per primo. Non impone tuttavia il suo amore: ce lo offre. Ce lo dimostra con il segno più evidente dell'amicizia: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Era amico di Lazzaro e pianse per lui, quando lo vide morto: e lo risuscitò. Se ci vede freddi, svogliati, forse con quella rigidità che è propria di una vita interiore che vien meno, il suo pianto sarà per noi vita: Io t