commento al Vangelo di Giovanni 3, 13 - 17, festa dell'esaltazione della Santa Croce

           


PERCHÉ FESTEGGIAMO L'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE?


Perché si è sentita la necessità di dedicare un'altra festa, alla Santa Croce?

 

Il Venerdì Santo che è il cuore liturgico e teologico, del Triduo Pasquale, ha come centro della celebrazione l'Adorazione della Croce. Nelle chiese spoglie e con gli altari nudi, la Croce, fino al quel momento velata, viene esposta all'Adorazione dei fedeli, che con canti e preghiere rendono lode a Cristo Crocefisso ed adorano il "Legno" strumento di salvezza. Ma rimane in primo piano la "Morte di Cristo", il dolore di quella morte causata da noi, e l'interiore attesa della salvezza promessa. Ma la Croce appare come segno del male che deve essere vinto e del sacrificio di Cristo.

Il Sacrificio di Cristo, questo adoriamo e meditiamo il Venerdì Santo.

 

Con la seconda e definitiva distruzione di Gerusalemme da parte dell'imperatore Adriano era iniziata una sistematica distruzione dei luoghi legati alla fede dei cristiani. Deciso a sradicare ogni segno ebraico o cristiano, che assimilava tra di loro, vennero costruiti tempi pagani nei vari luoghi legati alla vita di Cristo o sacri per gli ebrei. Questo fatto rese però possibile successivamente ritrovare i "luoghi santi".

Chi per primo si impegnò nella ricerca dei segni del passaggio di Cristo in questa terra fu sant'Elena, la madre di Costantino. E li dove si trovava il Golgota furono ritrovate le tre Croci e miracolosamente fu individuata quella di Gesù. Sant'Elena porto alcune reliquie a Roma, le altre furono conservate nella Basilica dell'Anastasis (Santo Sepolcro) da poco fatta edificare da Costantino.

Queste reliquie secoli dopo, nel 614 furono saccheggiate dai persiani che avevano conquistato Gerusalemme. Nel 628 l'imperatore le recuperò e le riporto nella Basilica. Questi due fatti hanno portato alla festa odierna, del 14 settembre sia in Oriente che in Occidente

Perchè nella festa dell'esaltazione della Santa Croce viene letto il Vangelo di san Giovanni, che riporta un brano del dialogo tra Gesù e Nicodemo? Apparentemente non c'entra molto con la Croce.

 Nicodemo ha posto la domanda circa la salvezza. Gesù risponde che dobbiamo rinascere dall'alto, e cita un episodio dell'Esodo (Numeri 21, 4b - 9) in cui gli ebrei si ribellarono a Dio e a Mosè e vengono puniti con l'invio di serpenti velenosi.

Mosè, figura di Cristo, si pone come intercessore e prega il Signore di perdonare il suo popolo. Il Signore gli ordina di fare un serpente di bronzo e porlo su una canna. Chi avrebbe guadato quel serpente sarebbe guarito.

Gesù risponde a Nicodemo, riguardo a questo "rinascere dall'alto", con queste parole:

«... E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». (Gv 3, 14)

Innalzare significa essere posto in Croce, ma per divenire mezzo di salvezza.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.(Gv 3, 17)

La festa di oggi, "l'esaltazione" della Santa Croce pone in evidenza il valore "salvifico" della Croce. Il "serpente", l'animale che ci da più ribrezzo diventa salvezza. Cristo si è fatto "serpente", ha preso su di sè i nostri peccati è diventato "il male", che però muore. Cristo assume le nostre colpe e con la sua morte le purifica e ci rende salvi.

Ma anche noi dobbiamo essere capaci di "morire" a noi stessi, per "purificarci", per uccidere il male che è in noi, accettando di "stare in croce" con Gesù, cioè accettando le prove e le difficoltà che incontreremo in questa vita.

Sacrificio, sacrificio! - È vero che seguire Gesù Cristo - l'ha detto Lui – vuol dire portare la Croce. Ma non mi piace sentire le anime che amano il Signore parlar tanto di croci e di rinunce: perché quando c'è Amore, il sacrificio è gradito - anche se costa - e la croce è la Santa Croce.   L'anima che sa amare e darsi così, si riempie di gioia e di pace. Allora, perché insistere sul “sacrificio”, come per cercare consolazione, se la Croce di Cristo - che è la tua vita - ti rende felice?  (San Josémaría, Solco, 249)

 

 

 

 

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