LA SOCIETA' DEI SANI HA CONDANNATO ELUANA"

Comunicato n° 20 del 09 Luglio 2008

L'AMAREZZA DI SCIENZA & VITA:
"LA SOCIETA' DEI SANI HA CONDANNATO ELUANA"


“Amarezza e stupore”: questi i sentimenti con i quali l’Associazione Scienza & Vita ha accolto la sentenza dei giudici milanesi che hanno autorizzato l’interruzione dei trattamenti di idratazione e alimentazione per Eluana Englaro.
“Grande amarezza – denuncia l’Associazione – perché si legittima l’uccisione di un essere umano privandolo delle cose più elementari: l’alimentazione e l’idratazione. Stupore perché la società dei sani ha deciso di non prendersi cura di un essere umano in condizioni di grandissima fragilità e dipendenza, condannandolo ad una morte atroce per fame e per sete”.
Nello specifico Scienza & Vita sottolinea “le errate motivazioni di questa decisione dei magistrati lombardi”. Innanzitutto da questa sentenza – osserva l’Associazione – emerge “l’idea che una persona in stato vegetativo sia soltanto una vita biologica, dimenticando che fino a quando c’è vita biologica, quella è sempre e comunque una vita personale, espressione di una dignità che interpella in modo forte le coscienze e la responsabilità di tutti”. In secondo luogo, l’Associazione denuncia l’emersione di “un malinteso concetto di libertà, che si può spingere fino ad eliminare il presupposto stesso della libertà, ovvero l’altrui vita fisica”.
“Con questa sentenza – conclude Scienza & Vita – si può aprire ad una pericolosa deriva culturale: che si consideri come criterio fondamentale l’esercizio dell’autonomia, anche laddove questa non possa più essere esercitata. E che, in nome di questa falsa autonomia, si metta in gioco anche quel rispetto per la dignità umana che proprio nella vita fisica trova la sua ragion d’essere. Partendo da questo presupposto, dobbiamo immaginare e temere un aumento delle richieste in questo senso”.
Un’ultima annotazione riguarda le famiglie toccate da questi drammi: “Dobbiamo chiederci cosa non è stato fatto in termini di cura e di sostegno ad una famiglia, che, come tante altre, si trova a dover fronteggiare una situazione ingestibile o per la quale la solitudine e la disperazione sono cattive consigliere”.

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