Breve Corso di Stori della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1)

Occorre ripetere che col termine “Grande Chiesa” si intende affermare che i cristiani avevano raggiunto la consapevolezza di esser presenti in tutte le nazioni con una funzione volta ad animare una società che si sforzava di ignorarli e disprezzarli, ma comprendendo al tempo stesso che il futuro andava nella loro direzione.

L’età dei Severi
Dal 193 a Roma aveva preso il potere Settimio Severo in seguito a una guerra civile. La sua famiglia tenne il potere fino al 235. Fu un quarantennio con poche persecuzioni e perciò le comunità cristiane crebbero di numero. Settimio Severo era un africano di Leptis Magna, un rude soldato convinto che per difendere l’impero occorreva trattare bene i soldati. Costoro tuttavia, costavano somme favolose che si traducevano in tasse crescenti per i cittadini dell’impero, travagliati dalla crescente crisi demografica e dalle pestilenze che dal tempo di Marco Aurelio avevano falcidiato vite umane in tutto l’impero. La crisi economica, dopo la caduta di Alessandro Severo nel 235, si trasformò in crisi militare, durata un trentennio con ricorrenti guerre civili che dissestarono in profondità lo Stato romano. Alcuni provvedimenti, come la concessione della cittadinanza romana a tutti i cittadini liberi dell’Impero tradivano il desiderio di acquisire nuovi contribuenti e nuovi cittadini da mettere a capo delle amministrazioni locali come decurioni, tenuti a integrare di tasca propria le somme di denaro che non riuscivano a raccogliere nei loro municipi. Tra il 244 e il 249 fu imperatore Filippo l’Arabo, indicato da alcune fonti come cristiano. Toccò a lui celebrare il primo millennio di Roma, nel 247: le sue monete recano la leggenda Roma aeterna che poteva accontentare pagani e cristiani, senza cioè costringere l’imperatore a dichiarare le proprie preferenze per gli uni o per gli altri.

Decio
Il successore Decio sconfisse e fece uccidere Filippo l’Arabo, riuscendo a tenere il potere per due anni nel corso dei quali scatenò una dura persecuzione contro i cristiani, decidendo di obbligare tutti i cittadini a compiere un atto di culto di fronte a qualche statua o simbolo pagano. Molti cristiani, pagando, si procurarono certificati falsi (libellatici), ma la cosa non fu ben accolta nelle loro comunità. Seguì la persecuzione di Valeriano fino al 260 che comportò la confisca di alcune proprietà collettive dei cristiani. Il successivo editto di restituzione, emanato da Gallieno, risultò una specie di riconoscimento giuridico, perché restituendo qualcosa a qualcuno si ammette che egli esista. Per una dozzina d’anni, dal 260 al 272, Odenato e la moglie Zenobia di Palmira ebbero il controllo completo delle province più ricche e importanti di Roma, Siria ed Egitto. Era vescovo di Antiochia in Siria Paolo di Samosata che nella sua predicazione ometteva di ricordare che Cristo è Figlio di Dio. La cosa era gradita a Zenobia, ebrea: di fronte a un cristianesimo indotto ad ammettere in Cristo unicamente la natura umana, era disposta a fornire aiuti statali per sostenere le attività assistenziali dei vescovi. Nel 264 un sinodo di vescovi siriani scomunicò Paolo di Samosata, ma la sua eresia riaffiorò nell’insegnamento di Luciano di Antiochia tra i cui allievi figura Ario, divenuto in seguito presbitero di Alessandria e protagonista della più grave crisi dottrinale del cristianesimo.

Diocleziano
Verso la fine del III secolo, nel 285, il potere fu assunto da un altro soldato, Diocleziano, che tentò una riforma costituzionale volta a impedire le ricorrenti guerre civili alla morte di ogni imperatore. Si tratta della nota riforma tetrarchica, comprendente due Augusti, a Milano e a Nicomedia, e due Cesari, a Sirmio e a Treviri: questi ultimi, in caso di morte di un Augusto dovevano sostituire anche l’Augusto superstite nominando di comune accordo i due nuovi Cesari. Tale costituzione non funzionò mai. Di fronte all’inflazione fu tentata l’introduzione di un calmiere (Edictum de pretiis), ma anch’esso risultò un fallimento, alla pari della riforma monetaria che doveva proteggere i possessori di monete d’argento rispetto ai possessori d’oro. Nel 303, per iniziativa del Cesare d’Oriente fu scatenata l’ultima e più grave di tutte le persecuzioni mediante editti che imponevano la consegna dei libri sacri, degli arredi liturgici, la distruzione delle chiese, il sacrificio davanti ai simulacri pagani. La persecuzione risultò sanguinosa e comportò anche lo scioglimento di una legione composta quasi esclusivamente di cristiani. Fu una vera follia che comportò da 20.000 a 100.000 vittime secondo i vari calcoli. In oriente essa fu più sanguinosa che in occidente, essendo là più numerosi i cristiani che in qualche località giungevano al 50% della popolazione. Come in precedenza, si tentava di colpire i capi delle comunità per togliere ai fedeli le guide. Nel 305 la persecuzione fu sospesa e Diocleziano si dimise, ritirandosi nel suo palazzo di Spalato. Nella successiva guerra civile si mise in luce Costantino che nel 312 vinse la decisiva battaglia del Ponte Milvio contro Massenzio.

(segue)


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