RECENSIONE AL "IL SIGNORE DEGLI ANELLI"
Il Signore degli Anelli
Banalmente si potrebbe definire una lotta tra il bene e il male, ma anche in Tex Willer c’è la lotta tra il bene e il male e in tutti i fumetti Marvel.
Per capire Tolkien e il suo mondo bisogna rifarsi ai suoi studi di filologia delle lingue nord europee, antiche e medievali con la loro tradizione fatta di saghe, racconti fantastici, miti, che ritroviamo nel Signore degli Anelli: l’oro del Reno, l’anello dei Nibelunghi, la ricerca del santo Gral, ecc.
Come nella mitologia classica, il racconto si sviluppa lungo un “viaggio”, l’avventura per antonomasia, la scoperta dell’ignoto; viaggio come metafora della vita, che è scoprirne il senso, che è prova, purificazione e ritorno. I quattro Hobbit protagonisti del romanzo partono dalla loro terra, la Contea, e ci ritornano esattamente dopo 13 mesi.
Nei miti antichi ci sono gli eroi buoni che devono affrontare un’impresa disperata, da cui dipende il bene della città, o di un popolo, o di una bella principessa e tra di loro ce n’è uno che è il predestinato a compiere il gesto risolutivo e salvifico. Tutti dovranno affrontare prove specifiche e lottare per essere fedeli, vincere paure e debolezze. Un viaggio dentro di sè, nel viaggio insieme agli altri.
In genere l’eroe principale ha un compito speciale, per es. trovare un oggetto, e solo lui può farlo. Il raggiungimento di questo obbiettivo sancirà il trionfo o il fallimento dell’impresa: il viaggio degli Argonauti alla ricerca del Vello d’oro è il prototipo di questo genere letterario. Il ritrovamento dell’oggetto porterà la pace e scongiurerà gravi pericoli.
Nel Signore degli Anelli c’è una variante formale: non si deve trovare un oggetto, ma distruggerlo. E’ l’Anello del Potere, simbolo della tentazione primordiale: “sarete come Dio”.
Frodo, l’eroe predestinato, non compie opere mirabolanti, ma soffre ed è disposto al martirio e va fino in fondo per essere fedele alla missione ricevuta e ai suoi amici.
L’originalità sostanziale –cristiana- propria del nostro racconto è che l’eroe predestinato è debole e sembra soccombere: non riesce a compiere l’atto decisivo, ma la Grazia interviene e la sua lealtà viene premiata, nonostante la debolezza, e la missione portata a termine, anche se lui appare sconfitto. Come Gesù!
Compiuta la missione e aver vinto il Male, non è il mondo esterno che cambia, rimane pur sempre soggetto alla contingenza e alla caducità del tempo e in definitiva destinato a finire, ma sono gli eroi a cambiare e il viaggio è un percorso di crescita e di maturazione di ognuno dei protagonisti.
Bibliografia: consiglio di leggere l’Introduzione di Elemire Zolla dell’edizione italiana del Signore degli Anelli.
La trasposizione cinematografica, in tre episodi, è stato un successo di critica e di pubblico, ha un suo valore autonomo, ma suggerisco sempre di leggere comunque il libro, che dice molto di più e ha un suo fascino particolare
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