MERCOLEDI’ DELLA II SETTIMANA D’AVVENTO


Meditazione su Matteo 11,28-30.
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».


Oggi a chi è rivolta questa parola? Chi sono gli affaticati e gli oppressi? Chi ha bisogno di “ristoro”.
A chi è rivolto l’invito “Venite a me”? Chi deve “prendere il suo giogo” e “imparare da lui”?
Tutti noi che ci affanniamo lontani dal Signore a costruire una felicità complicata e falsa: tutti noi che ci affanniamo, ci lasciamo prendere dall’ansia e siamo divisi, “schizzati” tecnicamente. Schizzofrenico è colui che ha un “sé” diviso, incoerente.
Andiamo dal Signore che ci ristora mostrandoci che se siamo in comunione con lui la nostra vita “non è finita”, ha sempre un senso, allora viene il riposo. Il giogo è ciò che consentiva ai buoi di tirare i carri o l’aratro, aumentava l’efficacia del loro sforzo. Una casa imbrigliata da tiranti di ferro, rimane “unita”, rimane casa e non crolla. Impariamo da Gesù che ci insegna.

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