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VIVERE L'ANNO SANTO.

Quali sono le opere di misericordia? Papa Francesco per l'Anno Santo raccomanda di compiere opere di misericordia. Ma che cosa sono e quali sono? "Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.  Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato." Papa Francesco, Bolla Misericordiae Vultus , 2. 1. Che cosa sono le opere di misericordia? Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirit

COMMENTO AL VANGELO DI OGGI

... « Guai a voi dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili »... (Lc, 11, 42-46)   Non disprezzare il peccatore, poiché tutti siamo colpevoli. Se, per amore di Dio, ti alzi contro di lui, piangi piuttosto su di lui. Perché lo disprezzi? Disprezza piuttosto i suoi peccati e prega per lui, per essere simile a Cristo, che non si è irritato contro i peccatori, bensì ha pregato per loro (Lc 22,32) ... Perché, o uomo, disprezzare il peccatore? Sarà forse perché non è stato giusto con te? Ma dov'è la tua giustizia, se non hai l'amore ? Sant'Isacco Siriano (VII secolo), monaco nella regione di Ninive (nell'Iraq attuale) Sentenze 117,118

Commento al Vangelo di domani XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. Anno C

Il Vangelo del giorno. Commenti e approfondimenti: XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. Anno C : αποφθεγμα   Apoftegma Sarebbe di grande utilità promuovere una sorta di pedagogia del desiderio,  sia per il cammino di ch...

FESTA DI SAN MATTEO

CAMMINARE CON LUI Colui che è chiamato a credere deve uscire dalla propria situazione e mettersi a seguire Cristo. Finché Matteo resta alla dogana o Pietro attende alle reti, essi possono esercitare onestamente la propria professione. Ma se vogliono imparare a credere in Dio, devono seguire il Figlio di Dio, camminando con Lui. DIETRICH BONHOEFFER Ho trovato in rete questo commento del teologo/martire tedesco su san Matteo. Mi piace, se per situazione intendiamo quella interiore, l'incontro con Gesù richiede certamente un cambio, una conversione, uscire dal nostro egoismo. Ma non significa necessariamente "abbandonare" le proprie circostanze concrete. Matteo invita Gesù a cena e gli presenta i suoi amici, pubblicani e "peccatori" come lui. Non abbandona il suo ambiente, anche se poi si metterà a completa disposizione del Signore. Ecco come commenta la stessa scena san Josémaria: Cammino 799 . « Ciò che ti meraviglia a me sembra ragi

Ai nuovi Pastori

Bellissime parole del Papa Francesco ai nuovi Vescovi riuniti per alcune giornate di formazione. Per rendere la misericordia «accessibile, tangibile, incrollabile», innanzitutto, il Papa ha ricordato che «un dio lontano e indifferente lo si può anche ignorare, ma non si resiste facilmente a un Dio così vicino e per di più ferito per amore. La bontà, la bellezza, la verità, l’amore, il bene – ecco quanto possiamo offrire a questo mondo mendicante, sia pure in ciotole mezze rotte.  Non si tratta tuttavia di attrarre a sé stessi. Il mondo – ha detto Francesco – è stanco di incantatori bugiardi… e mi permetto di dire di preti o vescovi alla moda. La gente “fiuta” e si allontana quando riconosce i narcisisti, i manipolatori, i difensori delle cause proprie, i banditori di vane crociate. Piuttosto, cercate di assecondare Dio, che già si introduce prima ancora del vostro arrivo ». In questo senso, «Dio non si arrende mai! Siamo noi che, abituati alla resa, spesso ci accomodiamo preferendo l

Siamo in guerra?

Ancora fino all'inizio della prima guerra mondiale, cioè fino ad un secolo fa, gli eserciti avevano truppe con abbigliamento sgargiante, con colori tipici, per esempio i francesi avevano cappotti blu con risvolti rossi, ecc... La bandiera precedeva e accompagnava i vari reparti, anzi ogni reparto aveva i suoi particolari stendardi. Dovevano distinguersi facilmente dall'avversario. Il comandante doveva poter seguire i movimenti delle sue truppe e di quelle avversari per controllare lo svolgimento della battaglia e dare gli ordini opportuni. Cosi era stato per secoli, lo vediamo nei quadri o stampe che riproducono antiche battaglie: stendardi, insegne, bandiere. Noi ancora oggi ammiriamo la divisa rinascimentale delle Guardie Svizzere Pontificie. Anche se la loro divisa é particolarmente artistica, era quello il modo tipico dell'epoca di andare in battaglia.  Gli eserciti dovevano distinguersi e facilmente individuabili. Dopo poche settimane dall'inizio della I gue

LA VERA STORIA DELLE CROCIATE

di Thomas F. Madden, tratto da: Crisis Magazine, vol. 20 n. 4 - aprile 2002 Le crociate sono ormai un prototipo di orrore della storia Gli equivoci sulle Crociate sono fin troppo comuni. Vengono ritratte come una serie di guerre sante contro l'Islam, generalmente lanciate da papi assetati di potere e condotte da fanatici religiosi. Si pensa che siano state il culmine dell'ipocrisia e dell'intolleranza, una macchia nera sulla storia della Chiesa cattolica in particolare e della civiltà occidentale in generale. Razza di proto-imperialisti, i crociati aggredirono un Medio Oriente pacato e deformarono una cultura musulmana illuminata, lasciando solo rovine. Per trovare variazioni su questo tema non c'è bisogno di guardare troppo lontano. Si veda, per esempio, il famoso poema epico in tre volumi di Steven Runciman, Storia delle Crociate, o il documentario Bbc/A&E, Le Crociate, commentato da Terry Jones. Sono prototipi di storia terribile, e intrattengono tuttora a