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LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA D’AVVENTO

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--> Meditazione su Luca 5,17-26 scoperchiare un tetto per guarire Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Un racconto fuori dall'ordinario diviso in due parti. Un gruppo di amici spericolati cala dal tetto l'amico paralitico in barella, proprio davanti a Gesù perché lo guarisca. La seconda parte é la protesta degli scribi e farisei perché Gesù aggiunge, oltre la guarigione, anche il perdono dei peccati. In genere si commenta questa seconda parte. Sfugge così, da una la parte la forza dell'amicizia, che salva e che ci fa capire che per seguire Gesù, per avvicinarci a lui, dobbiamo saper prendere l'iniziativa. Non fermarci davanti agli ostacoli:  il muro della tiepidezza e della falsa umiltà . E dall'altra che Gesù ci accoglie sempre. Non si sarà meravigliato di quella qua

MEDITAZIONE SU MATTEO 18,12-14. PECORA PERDUTA

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MARTEDI II SETTIMANA D’AVVENTO. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli». Leggiamo questa parabola sempre come se noi fossimo il pastore che deve ritrovare la pecora perduta. Nella Chiesa ci sono Pastori, per estensione tutti siamo pastori e quindi in qualche modo custodi dei fratelli. Ma siamo anche e soprattutto pecore. Che si smarriscono. La pecora smarrita sono io e il Buon Pastore mi viene a cercare, con ansia e preoccupazione e non smetterà di cercare. In questo tempo d’Avvento prendiamo coscienza di questa realtà: Cristo, il Buon Pastore mi cerca. La prova, la caduta, il perdermi è un

MATTEO 9,27-31. LA FEDE CHE SALVA

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--> VENERDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. La chiave per aprire il Cuore di Cristo è la preghiera semplice dei due ciechi, e di altri oranti che si avvicinano a Gesù: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi”. Nelle chiese orientali si chiama “preghiera del cuore”. Ripeterla spesso in questi giorni d’Avvento può essere una buona pratica per accrescere la nostra fede, infatti Gesù dice loro: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». La Misericordia di Dio ci salva “sec

MEDITAZIONE SU MATTEO 7, 21.24-27. CASA SULLA ROCCIA

--> GIOVEDÌ DELLA I SETTIMANA D’AVVENTO In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. L’Avvento, un periodo di attesa e di preparazione, che diventa cammino spirituale e interiore per accogliere il Bambino oggi ci pone davanti alla necessità di cambiare da persone che “parlano”, a persone che “ascoltano” con fiducia. «Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»(Gv 6, 40). Fare la volontà del Padre è contemplare Gesù, che ci spiega che se ascoltiamo

Mercoledì della I settimana d'avvento

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--> Meditazione sul vangelo di Matteo 15, 29-37. Compassione Mercoledì della I settimana d’Avvento In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele. Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per te