AVVENTO. TEMPO DI SPERANZA. PREPARAZIONE AL NATALE.

 


Inizia domani, domenica 28 novembre l'Avvento, il tempo dell'Anno liturgico che prepara al Natale.

Quattro sono le domeniche d'Avvento nel rito romano Anche quest'anno è un Avvento segnato dalla pandemia, da possibili ulteriori restrizioni, dal distanziamento fisico, dai timori anche nella partecipazione alle celebrazioni, dalle misure anti-Covid che accompagnano le Messe e la vita ecclesiale.

 

Ma cos'è l'Avvento?

L'Avvento «è un tempo di attesa, è un tempo di speranza» e «ci ricorda che Dio è presente nella storia per condurla al suo fine ultimo per condurla alla sua pienezza, che è il Signore. È il “Dio con noi”, Dio non è lontano, sempre è con noi, al punto che tante volte bussa alle porte del nostro cuore».

 

La liturgia

L'Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica d'Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale.

Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola; nella terza domenica d'Avvento (ossia, la domenica Guadete) facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per la Natività del Signore: è il “nuovo” Gloria previsto nel Messale rivisto con la formulazione «Pace in terra agli uomini, amati dal Signore».

 

L'origine dell'Avvento

Il termine Avvento deriva dalla parola “venuta”, in latino adventus. Il vocabolo adventus può tradursi con “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato per indicare l'arrivo di un funzionario, la visita del re o dell'imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel culto.

I cristiani adottarono la parola Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa partecipare quanti credono in Lui. Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.


Il tempo dell’attesa, della conversione e della speranza

L'Avvento è «tempo di attesa, di conversione, di speranza». È il tempo dell'attesa della venuta di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti.

Ciò è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che “apre” la liturgia eucaristica all'interno della Messa dopo l'Offertorio. Dove si sottolinea che il Signore «al suo primo avvento nell'umiltà della condizione umana portò a compimento la promessa antica e ci aprì la via dell'eterna salvezza». Poi si aggiunge: «Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria, ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

L’Avvento è poi tempo di conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Matteo 3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che la salvezza già operata dal Signore e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Giovanni 3, 2).

 

Le letture dell'Avvento

Le letture – nel 2021 vengono seguite quelle dell’Anno C – testimoniano questa suddivisione dell’Avvento. Fino alla terza domenica di Avvento la liturgia si focalizza sull’attesa del ritorno del Signore. Poi marca in maniera più specifica l'attesa e la nascita di Gesù. Così nella prima domenica di Avvento il Vangelo (Marco 13,33-37) ha al centro le parole di Cristo: «Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà». Nella seconda domenica il Vangelo (Marco 1,1-8) si sofferma sul Battesimo e sulle parole di Giovanni Battista al fiume Giordano: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali».

Nella terza domenica di Avvento il Vangelo (Giovanni 1,6-8. 19-28) ha ancora al centro il Battista che «venne come testimone per dare testimonianza alla luce» e che, interrogato dai Giudei, dice: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete». Infine il Vangelo della quarta e ultima domenica di Avvento (Luca 1,26-38) è quello dell’Annunciazione e ha come perno la figura della Madonna.

 

Maria, icona dell’Avvento

Nei ritmi dell'anno liturgico l'Avvento è il tempo mariano per eccellenza. Lo ricorda chiaramente Paolo VI nel paragrafo 4 della Marialis Cultus: «In tal modo i fedeli, che vivono con la Liturgia lo spirito dell’Avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la Vergine Madre attese il Figlio,sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode». Il tempo dell’Avvento ha quindi come icona quella della Vergine.

Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni” (Romani 16,25)» grazie «al suo “sì” umile e coraggioso». La presenza della solennità dell'Immacolata Concezione – 8 dicembre – fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo. E in questo tempo forte la figura della Vergine viene presentata come l’icona dell’attesa fiduciosa e vigilante, della disponibilità attenta e concreta al mistero di Dio.

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