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FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA. COME POSSO ESSERE PIU' MISERICORDIOSO?

Misericordia secondo Etty Hillesum la giusta dimora del dolore (o il perdono) (28 marzo 1942) E, alla fine, all’afflizione del mondo non si dovrebbe porgere, di quando in quando, un piccolo riparo? (...) Si la vita è magnifica, e  alla fine d’ogni giorno ne faccio l’elogio (....). E il dolore che ne viene dobbiamo saperlo sostenere. Possiamo lasciare che ci schiacci ma dovremmo tornare a rimetterci in piedi, perché una persona è così forte, e perchè il dolore deve diventare, per così dire, una componente di noi stessi, un pezzo del nostro corpo e della nostra anima, non dobbiamo fuggirlo, ma sostenerlo, come una persona matura, non reagire con sentimenti di odio che vogliano vendicarsi (...) A questo dolore bisogna garantire in se stessi tutto lo spazio e la dimora che gli è dovuta, e in questo modo può darsi che il  dolore nel mondo diminuisca, se ognuno sopporta, con lealtà e serietà, completamente, ciò che gli viene inflitto. Ma se al dolore non si offre la gius

IL VENERDì SANTO

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«Non ho più abbastanza allegria né salute per impegnarmi in soggetti tristi. La Crocifissione mi ha fatto star male, ho provato molta pena, ma un Cristo portacroce finirebbe con l’uccidermi. Non potrei resistere ai pensieri penosi e seri di cui bisogna riempire lo spirito e il cuore per riuscire in soggetti di per sé così tristi e lugubri. Dunque risparmiatemi, per favore» così scrive Nicolas Poussin a Jacques Stella che gli ha commissionato una Salita al Calvario, dopo che aveva visto la sorprendente Crocifissione dipinta per De Thou, a cui l’artista aveva dedicato i mesi dal novembre 1645 al giugno 1646.  Qualche settimana fa mi trovavo di fronte a questo quadro e ho visto, trasformati in forme e colori, il dolore di cui parla l’artista che è riuscito così a rappresentare l’eclissi della luce su una tela. Si può dipingere il buio e con il buio? Poussin riesce. Crea un buco nero artistico in cui si assiste all’implosione della luce, in una specie di anti-primo-giorn

IO SONO GIUDA

io sono giuda In questi primi giorni di Settimana santa, inaspettatamente il personaggio più presente, é Giuda che compare di continuo. Nella domenica delle Palme, nel racconto della Passione secondo Matteo, il dramma si apre con il tradimento di Giuda. Lo abbiamo riletto martedì e così oggi, mercoledì Santo, che viene indicato come “mercoledì del Tradimento”. Lunedì Santo, abbiamo letto l'episodio dell'Unzione di Betania, in cui Maria profuma i piedi di Gesù, come atto di devozione verso di lui e anche in questo caso compare Giuda che critica, con motivazioni apparentemente sagge, il gesto di Maria. Come mai la liturgia di questi giorni si concentra tanto su di lui, e chi è Giuda? Tutti i personaggi del Vangelo: Zaccheo, Pietro, il cieco di Gerico, la donna Cananea, i farisei, Matteo, quelli di cui conosciamo almeno il nome, oppure tanti anonimi, come per esempio il cosiddetto "giovane ricco", hanno per così dire una doppia personalità: que

VIA CRUCIS AL COLOSSEO 2005

Via Crucis  al Colosseo venerdì santo 2005 meditazioni e preghiere del cardinale joseph ratzinger presentazione Il leitmotiv di questa Via crucis viene messo in luce all’inizio, nella preghiera iniziale, e poi di nuovo nella stazione XIV. È la parola pronunciata da Gesù la Domenica delle Palme con la quale – immediatamente dopo il suo ingresso a Gerusalemme – risponde alla domanda di alcuni greci che lo volevano vedere: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Il Signore interpreta così tutto il suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto. Egli interpreta la sua vita terrena, la sua morte e la sua risurrezione in direzione della santissima Eucaristia, nella quale è riassunto tutto il suo mistero. Siccome egli ha vissuto la sua morte come offerta di sé, come atto d’amore, il suo corpo è stato trasformato nella nuova vita della ris