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PER L'INIZIO DELLA SETTIMANA SANTA 2022!

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MEDITAZIONE PER INIZIARE LA SETTIMANA SANTA. Nel romanzo, "Il Signore delle Mosche", l'autore, ateo, si interroga da dove viene il male, da dove viene la violenza. Immagina un gruppo di ragazzi, naufraghi in un’isola, mentre fuggivano dalla guerra, che cercano di organizzarsi, ormai liberi e padroni di sè stessi. Ma improvvisamente scoppia la violenza, piano piano, fino a spingerli ad uccidersi tra di loro e bruciare tutta l'isola. A questo scenario, un ufficiale di marina, venuto salvare i ragazzi, rimane sconvolto e senza parole. Il romanzo, come anche gli studi di antropologia, ritrovano almeno una genesi comune alla violenza: la paura. Non il sentimento che ci prende davanti alla possibilità di perdere un treno e di sbagliare un esame. Ma quella passione, opposta all'amore, che teme la morte. L'istinto di sopravvivenza che si trasforma in una passione che vede tutto come minaccioso e porta all'odio e alla sopraffazione. A quella passione che ci porta a

PREPARARSI ALLA PASQUA. IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

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  Papa Francesco La Confessione, scrittura di Dio sul cuore Solo Dio col suo amore, dunque, rimuove il peccato dai nostri cuori e ci permette di tornare a vivere, come è successo all’adultera. Allora, diamo spazio al Signore, che “perdona e guarisce” dal male che “seduce e attira”, e facciamolo soprattutto attraverso la Confessione: La Confessione è il passaggio dalla miseria alla misericordia, è la scrittura di Dio sul cuore. Lì leggiamo ogni volta che siamo preziosi agli occhi di Dio, che Egli è Padre e ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi. guida per una buona confessione La confessione ti offre l’occasione di riconciliarti con Dio chiedendogli perdono e ottenendo la sua misericordia. Prima di confessarti raccogliti in silenzio per qualche istante a rammentare ciò che hai fatto e che è dispiaciuto al Signore o ha danneggiato altri, e per cercare quello che puoi fare per essere un cristiano migliore. Una confessione sincera è l’occasione per rinnovare l’anima e aprirti alla g

COMMENTO AL VANGELO DI OGGI. DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO.

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  Luca 18,9-14. In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri.... Il Signore si serve di due figure “limite”. Il fariseo, l’uomo che per status sociale è “la persona per bene”,  che si compiace di sé, che si ritiene “già salvato”, “giusto”, e si presenta davanti a Dio “pieno di sé”. E c’è il pubblicano, la persona socialmente squalificata, non è povero o di poco valore, ma per il suo ruolo è considerato “peccatore”. Costui si riconosce come tale, ma non per quello che dice la gente di lui, ma per quello che è veramente davanti a Dio. E “chiede perdono”. L’esempio del Signore ha come obbiettivo smentire il modo con cui ci auto - giustifichiamo e condanniamo gli altri. Il “giusto” è condannato, colui che si presenta “chiedendo perdono”, che non si auto-giudica, ma si appella alla misericordia di Dio, ammettendo così di essere bisognoso di tale perdono. l'ho ottiene. Per distinguere chi è veramente giusto, Gesù ci mostra

FRASI DI PAPI E SANTI SULLA QUARESIMA.

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  1. C’è un invito che nasce dal cuore di Dio, che con le braccia spalancate e gli occhi pieni di nostalgia ci supplica: «Ritornate a me con tutto il cuore».  Papa Francesco 2. La Quaresima è un viaggio di ritorno a Dio.  Papa Francesco 3. Proviamo a chiederci: dove mi porta il navigatore della mia vita, verso Dio o verso il mio io?  Papa Francesco 4. Quanto sarebbe religioso il digiuno, se quello che spendi per il tuo banchetto lo inviassi ai poveri.  Sant'Ambrogio 6. Chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia.  San Pietro Crisologo 7. Digiunare per Dio, non per se stessi.  San Paolo VI 8. La rinuncia ai piaceri e anche al cibo o alle bevande, non è fine a se stessa. Essa deve soltanto spianare la strada per contenuti più profondi, di cui “si alimenta” l’uomo interiore.  San Giovanni Paolo II 9. Sappiate sopportare qualche noia allegramente e discretamente per rendere gradevole la vita agli altri.  San Josemaría Escrivá 10. La Chiesa ci ricorda che nel tempo di quaresima c

QUARESIMA. VIA CRUCIS STAZIONI VIII-XIV.

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  VIA CRUCIS MEDITATA (II PARTE) La via crucis è un cammino di salvezza: attraverso la meditazione del dolore di Cristo noi andiamo a Dio e scopriamo che Dio ci ha amato fino a sacrificare il suo Figlio per noi. Non serve a niente illudersi di essere già buoni, perché ci viene di commuoverci, magari fino alle lacrime. Superiamo ogni alibi, quando decidiamo di convertirci sul serio e ci impegniamo a vivere meglio, da figli di Dio e da fratelli tra noi. Propongo in due parti, seguendo lo schema classico della XIV stazioni, accompagnate da alcuni brevi spunti di riflessione.   Alcune delle meditazioni sono tratte dal testo usato dall’allora cardinal Ratzinger, nella Via Crucis al Colosseo del 2005. VIII stazione: Gesù incontra le pie donne Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,27-29) “Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi ve

QUARESIMA. VIA CRUCIS STAZIONI I-VII.

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  VIA CRUCIS MEDITATA (I PARTE)   La via crucis è un cammino di salvezza: attraverso la meditazione del dolore di Cristo noi andiamo a Dio e scopriamo che Dio ci ha amato fino a sacrificare il suo Figlio per noi. Non serve a niente illudersi di essere già buoni, perché ci viene di commuoverci, magari fino alle lacrime. Superiamo ogni alibi, quando decidiamo di convertirci sul serio e ci impegniamo a vivere meglio, da figli di Dio e da fratelli tra noi. Propongo in due parti, seguendo lo schema classico della XIV stazioni, accompagnate da alcuni brevi spunti di riflessione.   Alcune delle meditazioni sono tratte dal testo usato dall’allora cardinal Ratzinger, nella Via Crucis al Colosseo del 2005.   I stazione: Gesù è condannato a morte Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15,12-15) “Pilato replicò: «Che cosa farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo grida

LA PERFEZIONE NELL'IMPERFEZIONE!

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  La perfezione nell'imperfezione. Gesù dice siate perfetti come è perfetto il Padre vostro in cielo. E noi non sappiamo cosa fare. Se ci buttiamo ad inseguire la perfezione con le nostre forze ci rendiamo conto di non farcela. Il perfezionismo può diventare una malattia, un inseguire qualcosa di irraggiungibile. Oppure diventiamo rigidi e duri come i "farisei", che ritenevano di essere puri e perfetti, ma ... mancavano di carità e misericordia. Oppure ci arrendiamo all'accidia e alla mediocrità. O cadiamo nella depressione frutto della delusione di non raggiungere l'ideale che desideriamo: essere bravi, ammirati, impeccabili, perfetti! Questo quadro di Caravaggio ci può aiutare ad uscire dal paradosso: seguire la perfezione che Gesù ci indica, pur rimanendo irrimediabilmente imperfetti. Il pittore crea un capolavoro, ma rappresenta una natura "imperfetta", non idealizzata. Una mela bacata, delle foglie rinsecchite. L’immagine rappresentata nel dipinto d