Siamo in guerra?

Ancora fino all'inizio della prima guerra mondiale, cioè fino ad un secolo fa, gli eserciti avevano truppe con abbigliamento sgargiante, con colori tipici, per esempio i francesi avevano cappotti blu con risvolti rossi, ecc... La bandiera precedeva e accompagnava i vari reparti, anzi ogni reparto aveva i suoi particolari stendardi.
Dovevano distinguersi facilmente dall'avversario. Il comandante doveva poter seguire i movimenti delle sue truppe e di quelle avversari per controllare lo svolgimento della battaglia e dare gli ordini opportuni.
Cosi era stato per secoli, lo vediamo nei quadri o stampe che riproducono antiche battaglie: stendardi, insegne, bandiere. Noi ancora oggi ammiriamo la divisa rinascimentale delle Guardie Svizzere Pontificie. Anche se la loro divisa é particolarmente artistica, era quello il modo tipico dell'epoca di andare in battaglia.  Gli eserciti dovevano distinguersi e facilmente individuabili.
Dopo poche settimane dall'inizio della I guerra mondiale le cose cambiarono. Il soldato doveva sapersi mimetizzare essere quasi invisibile, era ormai diventato troppo vulnerabili. I comandanti avevano nuovi mezzi per controllare le posizioni e i movimenti delle proprie truppe.
Oggi un operatore di stanza nel Nevada, per esempio, può guidare un drone, aereo senza pilota, praticamente invisibile, su un qualsiasi obbiettivo e colpire in qualsiasi parte del mondo (questo tipo di "assassino mirato" e ben descritto nel film "Good kill").
Negli anni settanta i palestinesi, portarono la guerra al di fuori del "campo di battaglia". aprendo un'offensiva terroristica potenzialmente in tutto il mondo. Poi ci fu una controffensiva e alle fine quel terrorismo fu sconfitto. Ma fece "scuola". Si apri la stagione del terrorismo ideologico/politico, o quello nazionalista/indipendentista, di vario colore ed estrazione, ma sempre più confuso. Ancora oggi in Italia non sappiamo esattamente chi sono i mandanti delle varie stragi. 
Gli Stati Uniti in Viet Nam, furono battuti da un esercito invisibile (che però aveva dietro una Grande Potenza).
Quindi é nato e si é affermato un nuovo modo di fare la guerra basato sul terrore: fare il maggior numero di vittime, colpendo obbiettivi facili. E' guerra, ma non dichiarata, non controllabile, i cui obbiettivi non sono chiari.
Non sappiamo chi "é il generale". Si parla di "guerra di civiltà", o "guerra di religione", ma "civiltà" e "religione", sono parole, che esprimono concetti molto ampi, ma non hanno una consistenza reale, possono aiutare a comprendere la realtà, ma non "guidano eserciti". Tanto meno quello invisibile del terrorismo.
A Monaco un attentatore ha ucciso 10 persone, ma essendo "tedesco iraniano", non rientrava nello schema "guerra di religione guidata dall'Isis" e quindi quell'eccidio é stato declassato a "azione di uno psicopatico". Probabilmente é così, ma chi può escludere che sia stato manipolato da qualche agente segreto é innescato come una bomba per creare "terrore" e contribuire all'idea "che siamo in guerra"? Siamo vittime di azioni collaterali di una guerra, ma la guerra dobbiamo cercarla li dove ci sono "eserciti", dove ci sono "armi", dove ci sono "grandi interessi strategici", e cercare di capire chi "sono i generali". L'Islam non é "una persona", "é una parola", "una bandiera", e nemmeno univoca. Qualcuno può morire e far morire per una "bandiera", ma questa bandiere possono essere tante cose, per esempio, la parola "libertà", o "indipendenza", "la patria", "il comunismo", ecc.. Ma la guerra é un'altra cosa. E' fatta non da "bandiere", che non servono per distruggere o uccidere, ma da "armi", "reparti speciali", "informazione" e soldi, tanti soldi.



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