IL VIAGGIO DEL PAPA FRANCESCO IN SVEZIA

      PAPA FRANCESCO IN SVEZIA PER I 5OO ANNI DELLA RIFORMA PROTESTANTE           Un viaggio che destinato a provocare scandalo in tutti quelli che vogliono scandalizzarsi, prima ancora di aver tentato di capire di cosa si tratta. 

Due punti per ragionare: 

E' un cedimento?: 
se il Papa accettando di celebrare insieme la ricorrenza, implicitamente mette da parte le condanne del passato, quanto più é forte il cambio "dall'altra parte" invitando colui che era definito l'Anticristo?  Il giudizio storico su Lutero e sulla Riforma  rimane. Quello che é stato non si può cambiare, costatando per esempio che la Chiesa di Roma é ancora viva e vegeta, seppur con vari malanni, ma pur sempre capace di rinnovarsi. L'esito della Riforma, a parte alcune "costole", é sotto l'occhio di tutti, soprattutto nelle sue espressioni originarie (Luteranesimo, Calvinismo, ecc.). Ma il giudizio in una ottica della teologia della storia é molto più complesso.Dobbiamo accettare che ciò che avvenne 500 anni fa fu voluto e permesso dalla Divina Provvidenza e non sappiamo quanto alla fine sia stato più il bene che il male. Tutti siamo strumenti nelle mani di Dio. Oggi occorre ricomporre le ferite e le divisioni. Cercare ciò che di buono c'é in ognuno per esempio l'amore e lo studio per le Scritture e soprattutto cercare ciò che unisce scartando ciò che divide. 

C' é discontinuità? 
é un improvviso cambio dell'attuale Pontefice o si pone in continuità con i due precedenti Magisteri?

Vediamo le posizioni di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II

BENEDETTO XVI

                                              

Il momento decisivo nella vita di Lutero, fu il cosiddetto «Turmerlebnis» (forse 1517), nel quale in un attimo egli trovò una nuova interpretazione della dottrina paolina della giustificazione. Una interpretazione che lo liberò dagli scrupoli e dalle ansie della sua vita precedente e gli diede una nuova, radicale fiducia nella bontà di Dio che perdona tutto senza condizione. Da quel momento Lutero identificò il legalismo giudeo-cristiano, condannato dall'Apostolo, con l'ordine di vita della Chiesa cattolica. E la Chiesa gli apparve quindi come espressione della schiavitù della legge alla quale oppose la libertà del Vangelo. Il Concilio di Trento (1545 - 1563) interpretò in modo profondo la questione della giustificazione e trovò nella linea di tutta la tradizione cattolica la vera sintesi tra Legge e Vangelo, in conformità col messaggio della Sacra Scrittura letta nella sua totalità ... (continua)

Leggi anche il discorso nell'incontro con i rappresentanti del consiglio della "Chiesa Evangelica in Germania":
(continua la lettura)


GIOVANNI PAOLO II

Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti a un convegno internazionali di studi su Martin Lutero.

“Siate i benvenuti! Nel rivolgervi un cordiale saluto, sono lieto di esprimervi il mio compiacimento per questo convegno internazionale di studio, che ben si inserisce tra le iniziative culturali promosse in occasione del V centenario della nascita di Martin Lutero. La ricorrenza, ampiamente celebrata in varie parti del mondo, ha offerto l’opportunità di una riflessione serena sulle complesse vicende del passato e ha aperto prospettive confortanti per il futuro.[...] Molti cristiani, come anche circoli ecclesiali, nell’anno del quinto centenario della nascita di Lutero, per vie molteplici e iniziative varie, si sono trovati coinvolti nello sforzo di regolare un conto del passato ancora aperto, desiderando di affrettare i tempi della ricomposizione di quell’unità piena, per la quale il Salvatore pregò nel corso dell’ultima cena. Molti nostri contemporanei hanno utilizzato quest’occasione per un ripensamento, in spirito di amore cristiano serenamente aperto alla verità, degli eventi fatali e colmi di storia dell’epoca della Riforma. […] Oggi si risveglia fra i cristiani d’Europa una coscienza nuova, della loro specifica responsabilità nella costruzione di un’Europa unita, che tragga ispirazione ed energia da quella tradizione cristiana che unisce tutti i suoi popoli. Non si deve dimenticare - e tanto meno rinnegare - che la vita di questi popoli, al Nord come al Sud, all’Est come all’Ovest, è obiettivamente radicata in valori cristiani: e questi comuni valori cristiani possono ridare loro la consapevolezza di appartenere ad un’unica famiglia di popoli.“

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