PENSIERI PER TUTTA LA SETTIMANA: CARITA' CONCRETA



21/giugno  “Portate gli uni il peso degli altri”

Dice il Signore: “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno che siete miei discepoli”. —E San Paolo: “Portate gli uni il peso degli altri, e così compirete la legge di Cristo”. —Io non ti dico niente.

(Cammino, 385)

 

Mantenete sempre lo sguardo su Gesù che, senza lasciare di essere Dio, umiliò se stesso prendendo la forma di servo [Cfr Fil 2, 6-7], per poterci servire, perché soltanto in questa direzione si dischiudono gli ideali che vale la pena alimentare. L'amore cerca l'unione, l'identificazione con la persona amata: e, unendoci a Cristo, saremo attratti dall'anelito di imitare la sua vita di dedizione, di amore incommensurabile, di sacrificio fino alla morte. Cristo ci mette davanti al dilemma definitivo: o consumare la propria esistenza in modo egoistico e solitario, o dedicarsi con tutte le forze a un compito di servizio.

(Amici di Dio, 236)

 

22/giugno  “Se noi cristiani sapessimo servire!”

Per servire gli altri nel nome di Cristo, è necessario essere molto umani. Se la nostra vita fosse disumana, Dio non vi edificherebbe nulla, perché di solito non costruisce sul disordine, sull'egoismo, sulla prepotenza. È necessario comprendere tutti, convivere con tutti, scusare tutti, perdonare tutti. Non si tratta di dire che è giusto ciò che non lo è, o che l'offesa a Dio non è offesa a Dio, o che il male è bene. Però, non risponderemo al male con il male, ma con dottrina chiara e buone opere, affogando il male nell'abbondanza di bene. Cristo allora regnerà nella nostra anima e in quelle di coloro che ci sono vicini.

C'è chi cerca di costruire la pace nel mondo senza mettere nel suo cuore l'amore di Dio, senza servire le creature per amore di Dio. Come è possibile realizzare una simile missione di pace? La pace di Cristo è quella del suo regno; e il regno di nostro Signore si fonda sul desiderio di santità, sull'umile disponibilità a ricevere la grazia, su una vigorosa opera di giustizia, su una divina effusione d'amore.

(E' Gesù che passa, 182).

 

 

23/giugno “Gesù, nel tuo nome, cercherò anime”

“Duc in altum”. —Prendi il largo! —Respingi il pessimismo che ti rende codardo. “Et laxate retia vestra in capturam” —e getta le tue reti per la pesca. Non vedi che puoi dire, come Pietro: “In nomine tuo, laxabo rete” —Gesù, nel tuo nome, cercherò anime? (Cammino, 792)

Dobbiamo accompagnare Cristo nella sua pesca divina. Gesù si trova presso il lago di Genezaret e la gente si accalca intorno a Lui per ascoltare la parola di Dio [Lc 5, 2]. Anche oggi!

(Amici di Dio, nn. 260)

 

   24/giugno “Sei figlio di Dio”

Il battesimo ci rende “fideles” — fedeli, parola che, come l'altra, “sancti” — santi, i primi seguaci di Gesù usavano per indicarsi tra di loro, e che ancor oggi è in uso: si parla dei “fedeli” della Chiesa. — Pensaci! (Forgia, 622)

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui [...]. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 13.17).

 

25/giugno “La messe è molta e pochi gli operai”

La messe è molta e pochi gli operai. —“Rogate ergo!” —Pregate, dunque, il Signore della messe perché mandi operai nel suo campo. La preghiera è il mezzo più efficace di proselitismo. (Cammino, 800)

 

Ancora risuona nel mondo quel grido divino: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e che altro voglio, se non che divampi?”. —Eppure, vedi: è quasi tutto spento...

Non ti viene voglia di propagare l'incendio? (Cammino, 801)

 

26/giugno “Un grande Amore ti aspetta in Cielo”

 (Oggi la Chiesa celebra la festa di san Josemaría Escrivá)

 

Pensa quanto è gradito a Dio nostro Signore l'incenso che è bruciato in suo onore; pensa anche a quanto poco valgono le cose della terra, che appena cominciate sono già finite...

Invece, un grande Amore ti aspetta in Cielo: senza tradimenti, senza inganni: tutto l'Amore, tutta la bellezza, tutta la grandezza, tutta la scienza...! E senza stancare: ti sazierà senza saziarti.

(Forgia, 995)

 

27/giugno “Amare i nostri nemici”

Noi, figli di Dio, ci forgiamo nella pratica del comandamento nuovo, impariamo nella Chiesa a servire e a non farci servire [Cfr Mt 20, 28], e siamo in grado di amare l'umanità in modo nuovo, che tutti scopriranno essere frutto della grazia di Cristo. Il nostro amore non va confuso con il sentimentalismo, neppure con il mero cameratismo, e nemmeno con il desiderio poco chiaro di aiutare gli altri per dimostrare a noi stessi la nostra superiorità. È saper convivere col prossimo, venerare — insisto — l'immagine di Dio insita in ogni uomo, facendo in modo che anche lui la contempli, e così sappia dirigersi a Cristo.

Se si devono amare anche i nemici — intendo coloro che ci considerano loro nemici: per quanto mi riguarda, non mi sento nemico di niente e di nessuno — a maggior ragione bisognerà amare coloro che sono semplicemente lontani, coloro che ci sono meno simpatici, coloro che, per motivi di lingua, di cultura, di educazione, sembrano il mio o il tuo opposto.

(Amici di Dio, 230)





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