PENSIERI PER TUTTA LA SETTIMANA: RIPOSO E LIBERTA'



2/agosto “Il riposo non è non far niente”

Sembra che tutti i peccati —mi hai detto— stiano aspettando il primo momento di ozio. L'ozio stesso dev'essere già un peccato! —Chi si impegna a lavorare per Cristo non deve avere un solo momento libero, perché il riposo non è non far niente: è distrarsi con delle attività che esigono meno sforzo. (Cammino, 357)

Niente e meno di niente è tutto ciò che passa e non è a gloria di Dio [Santa Teresa di Gesù, Autobiografía, 20, 26]. Capite dunque perché l'anima non ritrova il sapore della pace e della serenità quando si allontana dal suo fine, quando dimentica che Dio l'ha creata per la santità? Sforzatevi di non perdere mai il punto di mira soprannaturale, neppure nei momenti di riposo e di distensione, necessari quanto il lavoro alla vita di ciascuno.  (Amici di Dio, 10)

 

3/agosto “Riposo significa riprendersi: rigenerare le forze”

Riposo significa riprendersi: rigenerare le forze, gli ideali, i progetti... In poche parole: cambiare occupazione, per ritornare poi con nuovo brio al lavoro consueto. (Solco, 514)

Utilizzami bene il tempo. —Non ti dimenticare del fico maledetto. Faceva già qualcosa: dare foglie. Come te...

—Non dirmi che hai delle scuse. —Non valse al fico —narra l'Evangelista— il fatto che non fosse tempo di fichi quando il Signore andò a cercarne.

—E rimase sterile per sempre. (Cammino, 354)

 

  4/agosto “Mettere amore nelle cose piccole”

Lontano laggiù, nell'orizzonte sembra che il cielo si unisca alla terra. Non dimenticare che, dove veramente la terra e il cielo si uniscono, è nel tuo cuore di figlio di Dio. (Solco, 309).

Vi assicuro, figli miei, che quando un cristiano compie con amore le attività quotidiane meno trascendenti, in esse trabocca la trascendenza di Dio. Per questo vi ho ripetuto, con ostinata insistenza, che la vocazione cristiana consiste nel trasformare in endecasillabi la prosa quotidiana. Il cielo e la terra, figli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea dell'orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando vivete santamente la vita ordinaria... (Colloqui con Mons. Escrivá, 116)

 

5/agosto “Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili”

Il mondo ci aspetta. Sì!, amiamo appassionatamente questo mondo perché Dio ce l'ha insegnato: «Sic Deus dilexit mundum...» - così Dio ha amato il mondo; e perché è il nostro campo di battaglia - una bellissima guerra di carità -, affinché tutti raggiungiamo la pace che Cristo è venuto a instaurare. (Solco, 290)

Non vi è altra strada, figli miei: o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai. Per questo vi posso dire che la nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo (Colloqui con Mons. Escrivá, 114).

 

6/agosto La trasfigurazione del Signore

Il cielo! “Né occhio vide, né orecchio udì, né mente umana immaginò quello che Dio ha preparato per coloro che lo amano”. Non ti incoraggiano a lottare queste rivelazioni dell'Apostolo? (Cammino, 751)

E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (Mt 17,2).

Gesù: vederti, parlarti! Rimanere così, a contemplarti, inabissato nell’immensità della tua bellezza, senza interrompere mai, mai questa contemplazione! O Gesù, magari ti vedessi! Magari ti vedessi per rimanere ferito d’amore per Te!  (Santo Rosario. IVº mistero luminoso).

 

7/agosto “Non ti fidi per niente di te, e ti fidi in tutto di Dio”

Non ti eri mai sentito più libero di adesso che la tua libertà è intessuta di amore e di distacco, di sicurezza e di insicurezza: perché non ti fidi per niente di te, e ti fidi in tutto di Dio. (Solco, 787)

L'amore di Dio è geloso; non lo si soddisfa se ci presentiamo all'appuntamento patteggiando condizioni: Dio attende con impazienza che ci diamo del tutto, senza conservare nel cuore degli angolini bui, ai quali non arrivano il piacere e la gioia della grazia e dei doni soprannaturali. Forse qualcuno può pensare: rispondere affermativamente a un Amore tanto esclusivo, non significa perdere la libertà?

Disconoscere questa realtà significherebbe non essersi mai incontrati con Dio. Ma l'anima innamorata sa anche che il dolore, quando sopraggiunge, non è che un'impressione fugace; si scopre ben presto che il peso è leggero e il giogo soave, perché è Lui a portarlo sulle sue spalle, come ha portato la croce, abbracciandola, quando era in gioco la nostra eterna felicità [Cfr Mt 11,30]. Eppure ci sono persone che non vogliono capire, che si ribellano al Creatore — ed è una ribellione impotente, meschina, triste —, che ripetono ciecamente la sterile invettiva raccolta dal Salmo: Spezziamo le sue catene gettiamo via i suoi legami! [Sal 2, 3], Si rifiutano di compiere, in eroico silenzio, con naturalezza. senza sfoggio e senza lamenti, il duro dovere quotidiano. Non riescono a capire che la Volontà di Dio, anche quando si presenta con sfumature di dolore, di esigenze costose, coincide esattamente con la libertà, che risiede soltanto in Dio e nei suoi progetti.  (Amici di Dio, 28-29)

 

8/agosto “Grido il mio amore alla libertà personale”

Libertà di coscienza: no! Quanti mali ha causato ai popoli e alle persone questo deplorevole errore, che permette di agire contro i propri intimi dettami. Libertà «delle coscienze», sì: che significa il dovere di seguire l'imperativo interiore..., ah, ma dopo aver ricevuto una seria formazione! (Solco, 389)

Quando nella mia attività sacerdotale, ormai lunga, non solo predico, ma addirittura grido il mio amore alla libertà personale, noto in qualcuno un gesto di diffidenza, come se si possa sospettare che la difesa della libertà comporti un pericolo per la fede. Non si inquietino, i pusillanimi. Porta attentati alla fede soltanto un'errata interpretazione della libertà, una libertà senza scopo, senza norma oggettiva, senza legge, senza responsabilità. In una parola: il libertinaggio. Purtroppo, è di questo che molti si fanno propugnatori; e questa rivendicazione effettivamente è un attentato alla fede.

Pertanto, non è esatto parlare di "libertà di coscienza", nel senso di considerare moralmente valido che l'uomo respinga Dio. Abbiamo già ricordato che possiamo opporci ai disegni di salvezza del Signore; lo possiamo, ma non lo dobbiamo fare. E se qualcuno deliberatamente assumesse tale atteggiamento, peccherebbe trasgredendo il primo e fondamentale comandamento: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore [Dt 6, 5].

Difendo invece con tutte le mie forze la libertà delle coscienze [Leone XIII Enc. Libertas Prestantissimum, 20-VII-1888, ASS 20, 606], che sta a significare che a nessuno è lecito impedire che la creatura renda il culto a Dio. Bisogna rispettare i legittimi desideri di verità: l'uomo ha l'obbligo grave di cercare il Signore, di conoscerlo e di adorarlo, ma nessuno sulla terra deve permettersi di imporre agli altri una fede che non hanno; e, reciprocamente, nessuno può arrogarsi il diritto di porre ostacoli a chi ha ricevuto la fede da Dio.

 (Amici di Dio, 32-33)


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