MESE DI MAGGIO. INVITO ALLA RECITA DEL ROSARIO. ALCUNI PENSIERI CHE CI POSSONO AIUTARE.

 


PAPA FRANCESCO 

Credo che il Rosario sia, nel mondo cristiano e cattolico, la preghiera più familiare e più cara a tutti. Non è una preghiera facile, ma è senz’altro una preghiera ricca e qui la sentiamo particolarmente, perché il Rosario è sempre integrato da quella serie di invocazioni che chiamiamo le “Litanie lauretane”, che non sono tutte nate a Loreto ma sono un po’ l’espressione più forte di questo Santuario. Invocazioni e lodi a Maria che si susseguono come, appunto, una litania, quindi una serie di invocazioni, gesti di amore. Ora, il Rosario è una preghiera che ha la sua ricchezza nella varietà dei temi proposti: è un riflettere, è un ripassare un po’ la vita del Signore e la presenza di Maria nei vari misteri. E’ una preghiera che non sempre è facile, ma è una preghiera che possiamo fare anche quando siamo stanchi ed è una preghiera che possiamo sempre regalare, offrendo al Signore le nostre invocazioni per delle intenzioni particolari. Quindi è una preghiera facile e bella, anche difficile e ricca; comunque è una preghiera che ha una sua grandissima popolarità: non dimentichiamo che i Papi spesso si sono soffermati su questa preghiera per arricchirla e farcene sentire il gusto. R. – Diciamo che Dio si manifesta “madre” attraverso la presenza di Maria, per cui ecco che la Madre di Gesù la sentiamo vicina, anche perché è una di noi, è una creatura umana come noi per cui la sentiamo vicina, materna; ed è quella realtà che ha una capacità di entrata molto forte. Io ricordo la frase di qualcuno che diceva: “Anche quelli che vogliono aver dimenticato la preghiera del Padre Nostro, quindi quelli che vogliono fare come se Dio non ci fosse, in fondo al cuore l’Ave Maria se la ricordano sempre”. Anche per chi vuole negare Dio, la presenza della Madre è una presenza sempre reale. (Intervista)

SAN GIOVANNI PAOLO II 

Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s'inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a « prendere il largo » (« duc in altum! ») per ridire, anzi 'gridare' Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come « la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6), come « traguardo della storia umana, il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà ».(Rosarium Virginis Mariae, s. Giovanni Paolo II) 


SAN JOSEMARIA ESCRIVÁ 

Poiché Maria è Madre, la sua devozione ci insegna a essere figli: ad amare sul serio, senza misura; a essere semplici, senza tutte le complicazioni che nascono dall'egoismo di pensare solamente a se stessi; a essere allegri, sapendo che nulla può distruggere la nostra speranza. L'inizio del cammino che ha per termine l'amore folle per Gesù, è un fiducioso amore alla Madonna. Ho già scritto queste parole, molti anni fa, nel prologo di un commento del santo Rosario, e da allora ho costatato molte volte quanto sono vere. Non mi dilungherò su questo concetto; vi invito piuttosto a farne esperienza, a scoprirlo personalmente mediante il colloquio amoroso con Maria, aprendole il vostro cuore, confidandole le vostre gioie e le vostre pene, chiedendole di aiutarvi a conoscere e a seguire Gesù. (E’ Gesù che passa, 143, 4)

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