SESSUALITÁ E PORNOGRAFIA.


IL CONSUMO DEI CORPI

In un recente articolo apparso sul Corriere della Sera di lunedì 10 maggio, lo scrittore Alessandro D'Avenia, parlando di "cultura dello stupro", ci schiude la porta al fenomeno del gigantesco consumo di "video pornografici" e ai suoi effetti deleteri sulla psiche di adolescenti e non, soprattutto maschi.

Ripropongo nel link il testo integrale dell'articolo di D'Avenia, preceduto da alcune parole dei due ultimi Pontefici:

«La sessualità, il sesso, è un dono di Dio. Niente tabù. È un dono di Dio, un dono che il Signore ci dà. Ha due scopi: amarsi e generare vita. Gesù dice: per questo l’uomo, e anche la donna, lascerà suo padre e sua madre e si uniranno e saranno… una sola persona?…, una sola identità?…, una sola fede di matrimonio?…  Una sola carne: questa è la grandezza della sessualità. E si deve parlare della sessualità così. E si deve vivere la sessualità così, in questa dimensione: dell’amore tra uomo e donna per tutta la vita. È vero che le nostre debolezze, le nostre cadute spirituali, ci portano a usare la sessualità al di fuori di questa strada tanto bella, dell’amore tra l’uomo e la donna.  Ma sono cadute, come tutti i peccati. La bugia, l’ira, la gola… Sono peccati: peccati capitali. Ma questa non è la sessualità dell’amore:è la sessualità “cosificata”, staccata dall’amore e usata per divertimento.un’industria della sessualità staccata dall’amore, l’hai vista? Sì!  Tanti soldi si guadagnano con l’industria della pornografia, per esempio. E’ una degenerazione rispetto al livello dove Dio l’ha posta.Custodite la vostra dimensione sessuale, la vostra identità sessuale.Custoditela bene. E preparatela per l’amore, per inserirla in quell’amore che vi accompagnerà tutta la vita. (Papa Francesco)   

Anche Benedetto XVI ha ricordato che «la sessualità è un dono del Creatore, ma anche un compito che riguarda lo sviluppo del proprio essere umano. Quando non è integrata nella persona, la sessualità diventa banale e distruttiva allo stesso tempo». Ed in un altro discorso: «L’unione in una sola carne si fa allora unione di tutta la vita, finché uomo e donna diventano anche un solo spirito. Non è un “no” ai piaceri e alla gioia della vita, ma il grande “sí” all’amore come comunicazione profonda tra le persone, che richiede il tempo e il rispetto, come cammino insieme verso la pienezza e come amore che diventa capace di generare vita e di accogliere generosamente la vita nuova che nasce». 

Commenti

Post popolari in questo blog

I DUE "MOTU PROPRIO" HANNO MODIFICATO IN QUALCHE COSA L'OPUS DEI?

TUTTI GLI SCRITTI DI SAN JOSEMARIA A DISPOSIZIONE CON UN "CLICK"

COSA É CAMBIATO NELLE PRELATURE PERSONALI?