HALLOWEEN APPUNTI PER UNA RIFLESSIONE.

 

Festa di tutti i Santi. 


OGNI ANNO IN QUESTO PERIODO C'É QUALCHE PREOCCUPAZIONE SU QUESTA FESTA. HO GIÁ PUBBLICATO IN QUESTO BLOG ALCUNI ARTICOLI A RIGUARDO. LASCIO QUI DI SEGUITO ALCUNI APPUNTI SUL TEMA PER FORNIRE SPUNTI DI RIFLESSIONE E GIUDIZIO SERENO.


Nelle due versioni, quella cristiana e quella pagana l'oggetto é la morte, i morti. Nella versione neo-pagana attuale, non religiosa, la morte e i morti, sono "mascherati”, nascosti da alcuni simboli: i teschi, le zucche vuote, le candele accese, le maschere, generalmente, alludono in modo leggero, scherzoso alla morte: zombie, scheletri, fantasmi, ecc...

 

Un stesso oggetto, la morte, affrontato in modo diverso.

 

Nella tradizione cristiana sono nate due celebrazioni: la Festa di tutti i santi (che sono però anche loro persone defunte) e la Commemorazione di tutti i defunti. In date diverse a secondo le varie zone geografiche. Successivamente, almeno nella Chiesa Cattolica, sono state "ravvicinate" l1 e il 2 novembre. Come verrà spiegato più avanti.

In tutte e due le celebrazioni la caratteristica comune é quella di un ricordo affettuoso e grato per i defunti, superando il dolore della perdita con la consolazione della speranza.

Quindi: speranza e affetto. Ricordo. Memoria: La festa dei morti in Messico centrato sul il ricordo (esporre una foto). Il significato della festa è ben spiegato nel filmn di animazione Il film Coco. I defunti possono venire a trovare i parenti, non con apparizioni macabre, ma con una presenza che nasce dall' affetto. Se i parenti se ne ricordano ed espongono una foto.

 

Le manifestazioni, non religiose, variano: c'é un fondo di speranza cristiana, per esempio il 2 novembre é il giorno i cui i bambini ricevono piccoli regali: a Palermo e in parte della Sicilia, i bambini ricevono i doni "dai morti".

C'é un aria di divertimento positivo.

 

L'attuale accentuare i simboli di "morte" abbinati con l'alcool, con un tipo di festosità rumorosa, tipo carnevale, sembra una parodia della festa cristiana, ma anche un tentativo di "scherzare con la morte". Non c'é festa.

 

Festa cristiana. 

Non sappiamo molto di una precedente festa celto-pagana, anche se più avanti se ne fa un cenno. Sicuramente in tutte le culture e in tutte le epoche, un segno distintivo della loro religiosità era il culto dei morti.

 

Il culto cristiano si basa sulla fede nella resurrezione della carne: la morte è l’ultimo nemico (cfr. anche Harry Potter). Non è una cos paurosa, c’è la vita.

Comunione dei santi. La festa crea uno spazio di comunicazione con i fratelli defunti.

 

I cristiani - grandi maestri della gioia e del festeggiare - inventarono la festa dei Santi (e la commemorazione dei morti) per celebrare il fatto che la morte era vinta e che il duro male era ormai sconfitto. I Celti cattolici (gli antichi irlandesi) iniziarono a celebrare l'illuminazione della notte, le zucche che mettevano in fuga il male, il cielo che visitava la terra, i dolcetti che i morti portavano ai loro discendenti come segno del loro amore sempre presente e della loro intercessioni per i loro cari presso Dio, la sconfitta del male.


Solo 30 anni fa, in un periodo molto recente quindi, si impadronirono di questo rito meraviglioso - che ci permette di celebrare la comunione fra il cielo e la terra - gli ambienti irrazionalisti che credono nella magia. La commercializzazione di ogni aspetto della vita, vuole vendere oggetti e sfrutta ogni tipo di festa, anche il "Giorno del Ringraziamento" o lo stesso Natale.


In qualche rarissimo caso, anche gli ambienti satanisti che, comunque, con la loro fede distorta, ci ricordano che il diavolo esiste e che, a maggior ragione, esiste Dio!

 

Orbene è del significato della festa di Halloween che dobbiamo parlare e non delle innovazioni realizzate o per motivi ideologici da piccoli gruppi dalla macchina commerciale. 

Dobbiamo sottolineare il fatto che Halloween ci ricorda che la vita eterna esiste, che i morti (compresi nonni e bisnonni defunti1) e, soprattutto, i Santi ci accompagnano con la loro dolcezza. 

Dobbiamo ricordarci pure del fatto che la morte e il diavolo esistono, ma che Cristo li ha sconfitti. 

Una volta che ai bambini si è parlato dei morti, capiranno ci amano e pregano per noi presso Dio, che i Santi ci proteggono, che il male esiste, ma che è la prova che la scienza non basta e che, per fortuna, Dio è ben più forte di lui, facciano un po' quello che vogliono, tanto ormai sono vaccinati...

 

Una citazione da “Kristin figlia di Lavrans “di Sigrid Undset.


Contemplando un dipinto che raffigura una Santa alle prese con un drago, Kristin dice: «Mi pare che il drago sia molto piccolo (…) non sembra in grado di potere ingoiare la Vergine». E il frate che l’ha dipinto risponde: «E infatti non c’è riuscito. Eppure non era più grande di così. I draghi e tutti gli strumenti del diavolo ci sembrano grandi finché la paura ci possiede, ma se una creatura aspira a Dio con tutta l’anima sua fino a potersi avvicinare alla sua potenza, la forza del diavolo di colpo viene abbattuta, tanto che i suoi strumenti diventano piccoli e impotenti. I draghi e gli spiriti malvagi sprofondano e non sono più grandi di rane, di gatti e di cornacchie».


 BREVE STORIA DELLA FESTA


Ciò che gli antichi Celti celebravano a Samhain, parola che indica il passaggio dall’estate all’inverno antecedente all’istituzione della festa di Tutti i Santi nelle stesse date,  era la sacra relazione della vita con la morte. Niente a che vedere dunque con il terrore di morti, in cerca di nuovi corpi da possedere, o di spiriti maligni e terribili divinità dell'oscurità venute a soggiornare sulla terra e ad imprigionare e uccidere il sole. Samhain era invece la festa della comunione, dell’unità tra i vivi e i morti, dei quali non si aveva paura, ai quali si portava rispetto. Si pensava che in questo giorno i morti potessero tornare nella terra dei vivi per festeggiare con la propria famiglia, tribù o clan. Samhain era l'occasione sacra in cui la barriera che separa il mondo dei vivi dal mondo dei morti poteva venir meno e a questi ultimi era concesso un fuggevole ritorno sulla terra... Si spiegano così alcuni gesti tradizionali, come far trovare le luci, perché i morti potessero ritrovare la via, far trovare cibo nelle tavole, perché gli antenati trovassero i loro cari ancora vivi felici e, non avendoli dimenticati, si preoccupavano ancora di far trovare loro cibo (da qui il trich-or-treat, scherzetto o dolcetto)”. 


Se il culto dei singoli Martiri e Santi risale ai primissimi secoli, a partire dalla fine del IV secolo si sentì in Oriente l'esigenza di celebrare tutti i Santi, conosciuti o ignoti, in un'unica festa: la Chiesa siriaca durante il tempo pasquale, la bizantina la domenica successiva alla Pentecoste... Ogni chiesa locale manteneva tuttavia il proprio calendario e venerava i propri santi. Nelle aree d'Europa di più forte tradizione celtica il ricordo di Samhain era ancora vivido e così si decise di coniugare il culto dei santi all'antica ricorrenza.


Il passaggio da questa antica tradizione pagana, precristiana, a quella rinnovata di Halloween (All Hallows’Eve, significas«Vigilia di tutti i Santi») avvenne nell’VIII secolo, ad opera dei vescovi e dei monaci del regno dei Franchi ed, in particolare, per iniziativa di Alcuino di York.

 

Così l'episcopato franco istituì nell'VIII secolo la festa di Ognissanti: il principale promotore di tale iniziativa fu Alcuino di York, monaco sassone di formazione irlandese, che era uno dei più autorevoli consiglieri di Carlo Magno. Egli, che ben conosceva le forme di religiosità precristiana delle isole britanniche, sapeva quanto fosse stata importante per le popolazioni dell'area celtica la festa di Samhain, e quanto fosse necessario cristianizzarla, sottolineando l'aspetto della santità e della comunione dei santi, legame tra le generazioni di cristiani, dei presenti e di coloro che ci hanno preceduti.

 

Questa felicissima intuizione teologica ebbe seguito: pochi anni dopo, l'imperatore Ludovico il Pio, su richiesta di papa Gregorio IV, ispirato a sua volta da consiglieri come il vescovo di Fiesole e il missionario irlandese Donagh (conosciuto in seguito come san Donato di Fiesole), estese tale festa a tutto il regno franco. Fu circa alla metà del IX secolo dopo Cristo che la ricorrenza di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata, collocata alla data del 1° novembre e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera del Papa Gregorio IV.

 

Ci vollero tuttavia ancora diversi secoli, perché la festività di Ognissanti fosse obbligatoria in tutta la Chiesa Universale, il che avvenne grazie al pontefice Sisto IV nel 1475. La stretta associazione con la commemorazione dei defunti, celebrata il giorno successivo, fu istituita solo nel 998 dopo Cristo, trovando slancio nell'ambiente monastico benedettino. 

 

Fu infatti Odilone di Cluny a dare l'avvio a quella che sarà una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. In quell’anno egli diede disposizione affinché i cenobi dipendenti dall'abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un'eucaristia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un'usanza che ben presto si diffuse in tutta l'Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi”.

 


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