DILEXIT TE
Esortazione Apostolica Dilexi te del Santo Padre Leone XIV, sull’amore verso i poveri
Ho letto per te il primo documento magisteriale di Papa Leone: l'Esortazione Apostolica "Dilexi te". Come sempre, il titolo dei documenti pontifici, é una citazione della Sacra Scrittura, in latino, in questo caso dall'Apocalisse, capitolo 3, versetti 7-9:
«7All’angelo della Chiesa che è a Filadelfia scrivi: “Così parla il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre. 8Conosco le tue opere. ... Per quanto tu abbia poca forza, hai però custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome ...: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato (dilexi te).»
Il capitolo 3 dell'Apocalisse è una raccolta di messaggi di Cristo alle sette chiese dell'Asia Minore: alcune vengono lodate e altre rimproverate. Proprio quelle più deboli e più povere sono poste ad esempio, come è il caso della Chiesa di Filadelfia, che riceve una lode per la sua costanza, la sua pazienza e la sua obbedienza, e viene incoraggiata, pur nella sua debolezza, a rimanere ferma perché la sua fedeltà sarà ricompensata con una corona di gloria.
Da questo dialogo prende spunto il documento pontificio, auspicandosi che anche la Chiesa di oggi, si conformi a quella prima comunità di Filadelfia, che è stata amata da Gesù.
I TRE PILASTRI DI "DILEXI TE"
L'Esortazione sposta l'attenzione dai poveri come "oggetto" di assistenza, ai poveri come "luogo teologico"[1] dell'incontro con Cristo.
1. La Rivelazione di Dio negli Ultimi
• Il Luogo Preferenziale: Dio ha una scelta prioritaria e radicale per i poveri, gli esclusi e i sofferenti. Gesù stesso è il Messia povero e dei poveri.
• La Scelta di Fede: riconoscere la loro dignità e ascoltare il loro grido non è filantropia, ma l'espressione più autentica della nostra fede nel Verbo Incarnato. La nostra fede e i poveri sono inseparabili.
2. I Poveri come Maestri di Vita e Fede
• Evangelizzazione Reciproca: I poveri sono maestri del Vangelo che ci evangelizzano. La loro vita, spesso segnata dalla precarietà, ci rivela l'essenziale e smaschera la vanità delle nostre sicurezze mondane.
• Liberazione dalle Strutture: L'amore non può limitarsi all'elemosina (pur necessaria e che "ci tocca il cuore"), ma deve impegnarsi a distruggere le cause strutturali della povertà, lottando contro l'ingiustizia e la cultura dello scarto.
3. Un Cammino di Santificazione Personale
• Conformità a Cristo: L'amore per i poveri è il cammino di santificazione al quale ogni cristiano è chiamato per conformarsi al cuore, ai sentimenti e alle scelte profonde di Cristo.
• Superare l'Indifferenza: Dobbiamo vincere la tentazione di sentirci "più a nostro agio senza i poveri" e rompere l'indifferenza, passando dalle analisi alle azioni, dalla teoria alla concretezza dell'impegno quotidiano.
Punti di Riflessione e Preghiera
1. La Scelta Preferenziale di Dio: "Ti ho amato"
· Riflessione: Come spiegato sopra, Dio ha una predilezione per i poveri (in genere i più deboli, gli esclusi). Chiediti: Vedo il volto di Cristo negli ultimi? Sono disposto a riconoscere che Dio mi ama anche nella mia piccolezza o fragilità?
- Preghiera: Signore, apri i miei occhi perché io possa vedere il tuo amore e la tua presenza non solo nella forza, ma soprattutto nella fragilità e nell'emarginazione. Fa' che io non consideri i poveri un problema, ma la tua "questione familiare" in mezzo a noi.
2. I Poveri come Maestri di Vangelo
· Riflessione: L'Esortazione sottolinea come i poveri non siano solo destinatari della carità, ma veri e propri maestri del Vangelo che ci evangelizzano. Ci mostrano l'essenziale e la via della redenzione, mettendoci in discussione sulle nostre sicurezze materiali e spirituali. Come mi lascio interrogare, toccare e "evangelizzare" dai poveri che incontro?
- Preghiera: Spirito Santo, dammi l'umiltà di mettermi in ascolto del grido e della sofferenza dei poveri. Fa' che la mia relazione con loro sia di incontro e apprendimento reciproco, e non solo di assistenza, perché in loro io possa riscoprire il cuore stesso di Cristo.
3. Dalla Teoria all'Azione Concreta
- Riflessione: Il Papa invita a superare la "cultura dello scarto" e le "strutture d'ingiustizia" non solo con l'analisi, ma con l'azione concreta e il cambiamento di mentalità. L'amore cristiano "supera tutte le barriere e non ha limiti" (come in Lc 10,37: "Va', e anche tu fa' lo stesso").
o L'elemosina: Viene rilanciata non come soluzione unica alla povertà, ma come un gesto che ci tocca il cuore e ci esercita a "toccare la carne sofferente dei poveri", rompendo l'indifferenza.
- Preghiera: Dio di giustizia e di pace, infondi in me il coraggio di passare dall'indifferenza alla cura, dalla speculazione teorica alla concretezza dell'impegno. Rendimi strumento del tuo amore per distruggere le cause strutturali della povertà.
4. Santità e Conformità a Cristo
· Riflessione: L'amore per i poveri è un cammino di santificazione (come per San Francesco d'Assisi). Riconoscere Cristo nei poveri rivela le "sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi". La nostra fede è inseparabile dal servizio ai poveri. Quali rinunce o cambiamenti di stile di vita il Vangelo mi chiede per conformarmi al Cristo "povero, nudo e disprezzato"?
- Preghiera: Gesù, Figlio di Dio, che hai scelto di farti povero per noi, donami un cuore libero dagli attaccamenti e dalle paure. Aiutami a seguire le tue orme, a non ridurre l'amore ai poveri a un semplice dovere, ma a viverlo come l'espressione più vera e concreta della mia fede. Amen.
La Regola dell'Incontro (3 I)
Per trasformare l'appello dell'Esortazione in una pratica di vita, si propone un cammino basato su tre azioni cardinali (le "3 I"), adatte a ogni fedele, indipendentemente dalla sua condizione di vita.
1. Interrogarsi: La Rivoluzione della Mente
- Riflessione Settimanale: Ogni settimana, dedica un momento di preghiera per "guardare il mondo dal basso". Chiediti: "Dove sono i poveri nella mia vita e nelle mie scelte economiche/sociali? Come sto partecipando, anche inconsapevolmente, alla cultura dello scarto?"
2. Incontrare: La Priorità della Relazione
- Il Gesto Concreto: Scegli un modo stabile per uscire dalla tua "bolla" e stabilire una relazione personale (non solo funzionale) con un povero o una persona in difficoltà nella tua comunità. Non limitarti a dare, ma stai con (tempo, ascolto, condivisione). Questo può essere:
- Una visita regolare a un anziano solo.
- Un'ora di volontariato settimanale in una mensa o centro di ascolto.
- Una conversazione profonda e rispettosa con un senzatetto.
3. Impegnarsi: La Responsabilità Strutturale
- La Scelta Morale: Oltre all'aiuto immediato, adotta una pratica di giustizia nella tua vita professionale e civile. Ciò significa:
- Sostenere iniziative e politiche che mirano a rimuovere le cause strutturali della povertà (ad es., equità salariale, dignità del lavoro, accoglienza).
- Educare te stesso e la tua famiglia a un uso sobrio delle risorse (consumo critico, lotta agli sprechi) per liberare beni da condividere con chi non ha.
ultime considerazioni
Come visto finora, la "Dilexi te" di Papa Leone XIV pone al centro la chiamata urgente all'amore verso i poveri, la necessità di un'opzione preferenziale per loro e la denuncia della "cultura dello scarto" e delle strutture di ingiustizia.
Ma per un cristiano che vive nel mondo, che ha che fare ogni giorno con i problemi concreti di ogni uomo e di ogni donna: avere e portare avanti un lavoro, mantenere la propria famiglia, far fronte ai frequenti o alle volte complessi problemi quotidiani, come vivere questo amore preferenziale per i poveri? Come amare i poveri e vivere la povertà, ma non come può farlo un religioso o una persona consacrata, ma come un uomo o una donna qualunque?
Come santificarsi nella vita di ogni giorno? Come vincere le sfide di tutti giorni, e allo stesso tempo avere a cuore e sensibilità per le necessità altrui?
I pensieri e i concetti fondamentali dello spirito di San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, confermano e integrano profondamente questi contenuti, in particolare attraverso il suo messaggio sulla santificazione del lavoro ordinario e della vita quotidiana.
A. Il Lavoro come Strumento di Servizio e Giustizia Sociale
Il cuore del messaggio di San Josemaría è la ricerca della santità nelle occupazioni di tutti i giorni. Questo concetto si allinea perfettamente con l'appello di Dilexi te a trasformare la società:
Santificare la professione per Amore: San Josemaría insegna che il cristiano deve "santificare sé stesso con la professione, santificare la professione, e santificare gli altri con la professione". Questo implica non solo svolgere il proprio lavoro in modo eccellente (con competenza tecnica), ma soprattutto con uno spirito di servizio al prossimo.
Lotta all'Ingiustizia: Agendo con giustizia e carità nella propria professione e nella vita sociale, il laico cristiano è chiamato a contrastare le strutture di ingiustizia e a contribuire attivamente al bene comune. La carità, per San Josemaría, presuppone e richiede l'anelito di giustizia. Come la Esortazione chiede di distruggere le "strutture d'ingiustizia con la forza del bene", il Santo indicava la via della rettitudine e dell'amore concreto nelle relazioni professionali e sociali.
2. L'incontro con la "Carne di Cristo" nei Poveri e nei Malati
La spiritualità di San Josemaría è stata plasmata da un contatto diretto con le persone più vulnerabili, un tema centrale in Dilexi te che parla della necessità di toccare "la carne sofferente dei poveri":
Gli Inizi dell'Opus Dei: Come attestato in molte biografie, l'Opus Dei è nato e cresciuto spiritualmente negli ospedali e nei quartieri poveri di Madrid durante il suo instancabile lavoro sacerdotale.
Gesù Cristo nel Povero: Il Fondatore insisteva sul fatto che i malati, i sofferenti e i poveri non sono solo oggetto di beneficenza, ma "carne di Cristo". Egli invitava i fedeli a offrire le proprie preghiere e sacrifici per l'apostolato, riconoscendo nella sofferenza dei poveri una forza spirituale. Questo concetto anticipa e conferma l'affermazione del documento che "i poveri per i cristiani non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo".
3. La Povertà in Spirito come Radice della Carità Efficace
Dilexi te esorta alla conversione della propria mentalità e abitudini acquisite e al distacco dai beni materiali. San Josemaría ha sempre promosso la virtù della povertà in spirito, che è vera povertà:
Distacco e Libertà: Il Santo richiamava costantemente i fedeli a vivere la povertà in spirito come condizione essenziale. Questo significa avere un cuore libero da legami non necessari con i mezzi materiali, con una vita di sobrietà e distacco, per poterli usare al meglio per il servizio di Dio e del prossimo.
Esercizio della Carità: Soltanto il disinteresse interiore rende possibile la vera generosità e l'elemosina, non come un'attività occasionale, ma come un'espressione della carità teologale. Egli insegnava a non crearsi false necessità e a dare ai beni materiali l'importanza solo relativa che hanno, cercando prima "il regno di Dio e la sua giustizia" (Matteo 6, 33).
per leggere integralmente il documento Pontificio clicca questo link
https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/apost_exhortations/documents/20251004-dilexi-te.html
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