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TOMMASO L'INCREDULO

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Tommaso l’incredulo II domenica di Pasqua. Vangelo secondo Giovanni 20, 19-31. E’ uno dei tanti incontri che Gesù ha avuto con i discepoli, dopo la Resurrezione. Non sono racconti organici, che si sviluppano in modo ordinato. Sono ricordi “flash”. Che danno l’idea dello sconcerto e della confusione dei discepoli, che si trovano spiazzati da questa nuovo modo di essere di Gesù. Lo stesso: mangia, parla con loro, si vedono le ferite, ma non è lo stesso: attraversa muri, si mostra in più luoghi, ecc. L’apparizione che oggi ci tramanda Giovanni, si riferisce al giorno di Pasqua: i discepoli, sono nascosti, chiusi, Gesù appare attraversando le porte chiusa e l’incoraggia: “Pace a voi”. Vorrei oggi, parlarvi dell’orazione. E’ un altro vocabolo con cui in italiano indichiamo la preghiera, ma ha un significato specifico: La parola “preghiera " proviene dal verbo latino precor, che significa rivolgersi a qualcuno chiedendo un beneficio. Il termine “orazione &qu

PREGHIERA PER LA DOMENICA MATTINA

Ogni giorno ha già la sua parte. " Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi.  Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano,  davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano.  Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò  di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani,  ma anche questo richiede una certa esperienza.  Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me,  ma a priori non posso prometterti nulla.  Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi,  ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi.  L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti,  è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio "  (Hetty HIllesum) Oggi domenica della Divina Misericordia, queste parole

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA. COME POSSO ESSERE PIU' MISERICORDIOSO?

Misericordia secondo Etty Hillesum la giusta dimora del dolore (o il perdono) (28 marzo 1942) E, alla fine, all’afflizione del mondo non si dovrebbe porgere, di quando in quando, un piccolo riparo? (...) Si la vita è magnifica, e  alla fine d’ogni giorno ne faccio l’elogio (....). E il dolore che ne viene dobbiamo saperlo sostenere. Possiamo lasciare che ci schiacci ma dovremmo tornare a rimetterci in piedi, perché una persona è così forte, e perchè il dolore deve diventare, per così dire, una componente di noi stessi, un pezzo del nostro corpo e della nostra anima, non dobbiamo fuggirlo, ma sostenerlo, come una persona matura, non reagire con sentimenti di odio che vogliano vendicarsi (...) A questo dolore bisogna garantire in se stessi tutto lo spazio e la dimora che gli è dovuta, e in questo modo può darsi che il  dolore nel mondo diminuisca, se ognuno sopporta, con lealtà e serietà, completamente, ciò che gli viene inflitto. Ma se al dolore non si offre la gius

IL VENERDì SANTO

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«Non ho più abbastanza allegria né salute per impegnarmi in soggetti tristi. La Crocifissione mi ha fatto star male, ho provato molta pena, ma un Cristo portacroce finirebbe con l’uccidermi. Non potrei resistere ai pensieri penosi e seri di cui bisogna riempire lo spirito e il cuore per riuscire in soggetti di per sé così tristi e lugubri. Dunque risparmiatemi, per favore» così scrive Nicolas Poussin a Jacques Stella che gli ha commissionato una Salita al Calvario, dopo che aveva visto la sorprendente Crocifissione dipinta per De Thou, a cui l’artista aveva dedicato i mesi dal novembre 1645 al giugno 1646.  Qualche settimana fa mi trovavo di fronte a questo quadro e ho visto, trasformati in forme e colori, il dolore di cui parla l’artista che è riuscito così a rappresentare l’eclissi della luce su una tela. Si può dipingere il buio e con il buio? Poussin riesce. Crea un buco nero artistico in cui si assiste all’implosione della luce, in una specie di anti-primo-giorn

IO SONO GIUDA

io sono giuda In questi primi giorni di Settimana santa, inaspettatamente il personaggio più presente, é Giuda che compare di continuo. Nella domenica delle Palme, nel racconto della Passione secondo Matteo, il dramma si apre con il tradimento di Giuda. Lo abbiamo riletto martedì e così oggi, mercoledì Santo, che viene indicato come “mercoledì del Tradimento”. Lunedì Santo, abbiamo letto l'episodio dell'Unzione di Betania, in cui Maria profuma i piedi di Gesù, come atto di devozione verso di lui e anche in questo caso compare Giuda che critica, con motivazioni apparentemente sagge, il gesto di Maria. Come mai la liturgia di questi giorni si concentra tanto su di lui, e chi è Giuda? Tutti i personaggi del Vangelo: Zaccheo, Pietro, il cieco di Gerico, la donna Cananea, i farisei, Matteo, quelli di cui conosciamo almeno il nome, oppure tanti anonimi, come per esempio il cosiddetto "giovane ricco", hanno per così dire una doppia personalità: que

VIA CRUCIS AL COLOSSEO 2005

Via Crucis  al Colosseo venerdì santo 2005 meditazioni e preghiere del cardinale joseph ratzinger presentazione Il leitmotiv di questa Via crucis viene messo in luce all’inizio, nella preghiera iniziale, e poi di nuovo nella stazione XIV. È la parola pronunciata da Gesù la Domenica delle Palme con la quale – immediatamente dopo il suo ingresso a Gerusalemme – risponde alla domanda di alcuni greci che lo volevano vedere: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Il Signore interpreta così tutto il suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto. Egli interpreta la sua vita terrena, la sua morte e la sua risurrezione in direzione della santissima Eucaristia, nella quale è riassunto tutto il suo mistero. Siccome egli ha vissuto la sua morte come offerta di sé, come atto d’amore, il suo corpo è stato trasformato nella nuova vita della ris