3. Situazione attuale della ricerca storica su Gesù
Oggi conosciamo molto meglio il contesto storico e letterario in cui visse Gesù e in cui i vangeli furono scritti. La maggiore familiarità con la letteratura intertestamentaria, cioè a dire, con le opere del mondo giudeo contemporanee a Gesù e gli evangelisti (commentari ai libri biblici e traduzioni all’arameo; i testi di Qumram, la letteratura rabbinica, ecc.), hanno permesso di illustrare, verificare e comprendere con maggiore profondità i racconti evangelici e l’immagine di Gesù nel giudaismo del suo tempo.
Altre fonti provenienti dal mondo grecoromano hanno offerto migliori conoscenze sulle influenze di carattere ellenistico nella Galilea in cui visse Gesù e, pertanto, il contatto di questa regione della Palestina con modelli culturali del mondo greco. Inoltre, le testimonianze degli scritti apocrifi, posteriori con ogni probabilità ai vangeli canonici, e altri testi cristiani e giudei del II secolo sono serviti per analizzare le tradizioni alle quali rimontano questi libri e contestualizzare meglio le affermazioni contenute nei vangeli. Hanno dato il loro apporto alla ricerca sulla figura di Gesù anche le nuove e recenti scoperte archeologiche, fra le quali sono di speciale interesse quelle provenienti dagli scavi che si stanno facendo in Galilea, molto utile per la conoscenza di questa regione della Palestina nel I secolo fortemente ellenizzata.
In fine, l’impiego di nuovi metodi esegetici (di tipo letterario, canonico, ecc.) ha consentito una maggiore comprensione delle fonti, cosa che ha contribuito a superare i limiti e la rigidità del metodo storico impiegato in epoche precedenti.
La nostra conoscenza storica di Gesù è, pertanto, ogni volta più solida. I vangeli sono per questo degni di credibilità e, agli occhi di uno storico imparziale, si può scoprire in essi un grande insieme di gesti, di parole, di azioni di Gesù con i quali manifestò la singolarità della sua persona e della sua missione.
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