PENSIERI PER TUTTA LA SETTIMANA CON SAN JOSEMARIA
19/luglio: “Siate molto bambini!”
Siate molto bambini! Quanto più piccoli, tanto meglio. Ve lo dice l'esperienza di questo sacerdote, che ha dovuto rialzarsi molte volte nel corso di questi trentasei anni — mi sembrano tanto brevi e tanto lunghi! — vissuti cercando di compiere un'esplicita Volontà di Dio. Una cosa mi ha sempre aiutato: essere rimasto bambino, continuare a rifugiarmi nel grembo di mia Madre e nel Cuore di Cristo, mio Signore.
Le grandi cadute, quelle che causano gravi devastazioni nell'anima, talvolta con effetti quasi irrimediabili, procedono sempre dalla superbia, dal credersi adulti, autosufficienti. In tali casi, prevale nella persona una sorta di incapacità di chiedere aiuto a chi lo può dare: non solo a Dio, ma anche all'amico, al sacerdote. E quella povera anima, isolata nella sua disgrazia, cade nel disorientamento, nel traviamento. (Amici di Dio, 147)
20/luglio: Non voler essere adulto. —Bambino, bambino sempre”
Non voler essere adulto. —Bambino, bambino sempre, anche se stessi per morire di vecchiaia. —Quando un bambino inciampa e cade, nessuno si sorprende...: suo padre si affretta a rialzarlo.
Quando a inciampare e cadere è un adulto, il primo moto è il riso. —A volte, passato quel primo impulso, il ridicolo cede alla pietà. —Ma gli adulti devono rialzarsi da soli.
La tua triste esperienza quotidiana è piena di ostacoli e di cadute. Che sarebbe di te se non fossi sempre più bambino?
Non voler essere adulto —Bambino, e, quando inciampi, ti risollevi la mano di tuo Padre-Dio. (Cammino, 870)
21/luglio: “Mettere Cristo in mezzo ai poveri”
Per «il sentiero del giusto malcontento», le masse se ne sono andate e continuano ad andarsene. Fa male..., però, quante persone risentite abbiamo fabbricato tra coloro che sono spiritualmente o materialmente bisognosi! Bisogna tornare a mettere Cristo in mezzo ai poveri e agli umili: è proprio fra loro che Egli sta più volentieri. (Solco, 228).
I poveri diceva quel nostro amico sono il mio miglior libro spirituale e il motivo principale delle mie preghiere. Soffro per loro, e soffro per Cristo in loro. E, siccome mi addolora, capisco che Lo amo e che li amo. (Solco, 827).
Non ti rallegra provare così da vicino la povertà di Gesù?... Com'è bello essere privi anche del necessario! Però come Lui: in modo nascosto e silenzioso. (Forgia, 732)
22/luglio: “I figli sono la cosa più importante”
Ci sono due punti di capitale importanza nella vita dei popoli: le leggi sul matrimonio e le leggi sull'istruzione; e lì, i figli di Dio devono essere risoluti, lottare bene e nobilmente, per amore verso tutte le creature. (Forgia, 104)
I genitori sono i principali educatori dei figli, sia nell'aspetto umano che in quello soprannaturale, e devono sentire la responsabilità di questa missione che esige comprensione, prudenza, capacità di insegnare e, soprattutto, di amare; nonché l'impegno di dare buon esempio.
È necessario che i genitori trovino il tempo di stare con i figli e parlare con loro. I figli sono la loro cosa più importante: più degli affari, più del lavoro, più dello svago. (E' Gesù che passa, 27)
23/luglio: “L'amore autentico e puro fra un uomo e una donna”
E adesso, figlie e figli miei, permettetemi di soffermarmi su di un altro aspetto - particolarmente toccante - della vita di tutti i giorni. Mi riferisco all'amore umano, l'amore autentico e puro fra un uomo e una donna, il fidanzamento, il matrimonio. Mi preme di dire una volta ancora che questo santo amore umano non è qualcosa di semplicemente consentito o tollerato, accanto alle vere attività dello spirito, come potrebbe sottintendersi in quei falsi spiritualismi cui alludevo dianzi. Sono quarant'anni che sto predicando a viva voce e per iscritto tutto il contrario, e finalmente cominciano a comprenderlo quelli che non lo capivano.
L'amore che conduce al matrimonio e alla famiglia può essere anch'esso un cammino divino, vocazionale, meraviglioso, una strada per la completa dedicazione al nostro Dio. Fate le cose con perfezione, vi ricordavo, mettete amore nelle piccole attività della giornata, scoprite - insisto ancora - quel qualcosa di divino nascosto nei particolari: tutta questa dottrina ha speciale applicazione nello spazio vitale in cui si muove l'amore umano. (Colloqui con Mons. Escrivá, 121)
24/luglio:“Mettere Cristo al vertice di tutte le attività umane”
Qualsiasi attività — umanamente importante o no — deve trasformarsi per te in un mezzo per servire il Signore e gli uomini: è questa la vera misura della sua importanza. (Forgia, 684)
Lavora sempre, e in tutto, con sacrificio, per mettere Cristo al vertice di tutte le attività umane. (Forgia, 685)
Non bisogna dimenticare che il lavoro umanamente degno, nobile e onesto, può — e deve! — essere elevato all'ordine soprannaturale, e diventare un'occupazione divina. (Forgia, 687)
Gesù, nostro Signore e Modello, crescendo e vivendo come uno di noi, ci rivela che l'esistenza umana — la tua —, le occupazioni comuni e ordinarie, hanno un senso divino, di eternità. (Forgia, 688)
25/luglio "Il profumo di Cristo”
Mi piace ricordare a la scena della conversazione di Cristo coi discepoli di Emmaus. Gesù cammina insieme a due uomini che hanno perso quasi ogni speranza, tanto che la vita comincia a sembrar loro priva di significato. Ne comprende il dolore, entra nel loro cuore, comunica loro qualcosa della vita che palpita in Lui. Quando arrivano al villaggio e Gesù fa mostra di proseguire, quei due discepoli lo trattengono e quasi lo costringono a restare con loro. Lo riconoscono più tardi, quando spezza il pane: «Il Signore — esclamano — è stato con noi ». Ed essi si dissero l'un l'altro: « Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? ». Ogni cristiano deve rendere presente Cristo fra gli uomini; deve agire in modo tale che quelli che lo avvicinano riconoscano il bonus odor Christi, il profumo di Cristo; deve comportarsi in modo che nelle azioni del discepolo si scorga il volto del maestro. (E' Gesù che passa, 15)
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