MEDITAZIONE SU SAN GIUSEPPE

 



Come obbedisce san Giuseppe  

Nel momento più difficile della sua vita Giuseppe sente queste parole, che gli annunciano la sua “vocazione”: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 20-21). 

Il santo patriarca è stato «sempre pronto a eseguire la volontà di Dio manifestata nella sua Legge e mediante ben quattro sogni», come scrive Papa Francesco, nella lettera apostolica "Patris corde". I quattro sogni si riferiscono al non temere di ricevere Maria come sposa, alla fuga in Egitto per salvare la vita di Gesù, al ritorno in Israele e, infine, ad andare fino a Nazaret per proteggere il Bambino dal re della Giudea.

Giuseppe, Maestro di vita interiore, pregava continuamente, ed era in sintonia con il volere del Padre. Non devono stupirci solo queste rivelazioni, la sua capacità di meditare e cogliere in sé la Parola di Dio, quanto la prontezza nel metterli in pratica.

Questo modo di procedere è il fondamento dell’obbedienza al Signore. Infatti la parola «obbedire» proviene proprio da questa capacità di ascolto – ob audire –, dalla capacità di udire in maniera intelligente ciò che l’altro deve dirmi; in questo caso è Dio che introduce Giuseppe nella grandezza della sua opera misericordiosa di salvezza.

Non è obbedienza cieca, perché capisce e accetta cosa il Signore vuole da lui. Ascolta come chi accoglie un seme e lo lascia crescere. Pensando alla parabola del "buon seminatore", Giuseppe è “la buona terra”, in cui il seme attecchisce, cresce e da frutto. 

La Parola che scende in Giuseppe, e in ogni cuore fedele, è “essenziale”: «prendi con te Maria”», il come, il quando, sono opera di Giuseppe, e di ogni cuore fedele, che agisce con tutte le sue energie spirituali, morali e fisiche. 

Diventa il custode di Maria e Gesù. «La fede di Giuseppe non vacilla, la sua obbedienza è sempre precisa e immediata. Per comprendere meglio la lezione del santo Patriarca, è opportuno considerare che la sua fede è attiva e che la sua docilità non ha nulla dell’obbedienza di chi si lascia trascinare dagli eventi. La fede cristiana, infatti, è di quanto di più opposto ci sia al conformismo, all’inerzia interiore. Giuseppe si abbandonò senza riserve all’azione di Dio, ma non rifiutò mai di riflettere sui fatti, e in tal modo ottenne dal Signore quel grado di intelligenza delle opere di Dio che costituisce la vera sapienza» (San Josemaría, È Gesù che passa, n. 42).

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