CONSIGLI DI LETTURE PER L'ESTATE E PER TUTTO L'ANNO 4.




San Josemaría raccomandava la lettura come mezzo per la formazione dottrinale-religiosa perché si rivolge sia al cuore che all’intelligenza. Sottolineava che la ricerca della santità e l’apostolato nell’Opus Dei debbono avere per fondamento la dottrina, la fede della Chiesa e, per acquisire tale dottrina, occorre tempo e studio. Attraverso questo mezzo, il cristiano matura le conoscenze e le disposizioni che lo fanno diventare una persona solida nelle sue convinzioni e nel suo amore per Cristo.


Joseph Ratzinger, Il Dio vicino. L’eucaristia, cuore della vita cristiana, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2008, pp. 162 

      Con la presenza di Cristo nell’eucaristia si realizza al massimo grado la vicinanza di Dio con il suo popolo, che era un vanto per Israele. La marginalizzazione della presenza di Dio, porta con sé la «la paralisi della speranza nell’eternità» (p. 141), persino nelle omelie che raramente parlano di paradiso, inferno e purgatorio. Ritornano invece alcune sbiadite concezioni pagane della vita dopo la morte, tutte accomunate dall’assenza del legame con un Dio persona. «Non è certo un caso che oggi, con lo sbiadirsi della fede nel Dio vivente, tutte queste immagini arcaiche facciano ritorno» (p. 143). In realtà Cristo promette molto di più che una sopravvivenza puramente cronologica: «il regno di Dio è molto più vicino dei frutti utopici di Tantalo, perché non è un futuro cronologico, non è un “poi” cronologico, ma descrive ciò che è totalmente altro, in ogni tempo, che proprio per questo può entrare nel tempo per accoglierlo in sé e renderlo presente puro» (p. 153), cioè l’eterno appagamento della comunione con Dio, che inizia già in questa vita, poiché «Dio non è più il Dio lontano, indeterminato, a cui non arriva alcun ponte, ma è il Dio vicino» (p. 154). 


 “Le lettere di Berlicche” di Clive Staples Lewis 

 Clive Staples Lewis (Belfast 1889 – 1963) insegnò a lungo Letteratura inglese medievale all’Università di Oxford e fu grande amico di J.R. Tolkien, con il quale fondò il gruppo degli Inklings. Autore di importanti testi di argomento letterario e religioso, fu anche scrittore prolifico e popolarissimo (le sue opere più note sono Lontano dal pianeta silenzioso, la trilogia fantascientifica Perelandra e Le lettere di Berlicche). Per i ragazzi scrisse sette romanzi ambientati nel mondo fantastico di Narnia, che hanno avuto un immediato successo in tutto il mondo. 

Dal volume Le Cronache di Narnia, sono stati tratti tre film di grande successo: 
 Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio (2005) 
 Le cronache di Narnia - Il principe Caspian (2008) 
 Le cronache di Narnia - Il viaggio del Veliero (2010) 
 Che hanno avuto anche un buon successo di pubblico. 

 Nelle trentun lettere di cui si compone il libro, C. S. Lewis (1898-1963) lavora su una trovata narrativa di innegabile efficacia. Un funzionario di Satana istruisce un giovane diavolo apprendista, Malacoda, suo nipote, spiegandogli i mezzi e gli espedienti più idonei, secondo la sua esperienza, per conquistare (e dannare) gli uomini. Ogni manifestazione della vita, dal pensiero alla preghiera, dall'amore all'amicizia, dal divertimento alla vita sociale, dal piacere al lavoro alla guerra, tutto viene distorto a scopo diabolico. Lewis disserta sottilmente sui temi filosofici più alti facendosi amare, oltre che per l'arguzia e l'ironia delle sue argomentazioni, per la limpidezza dello stile. Un libro pieno di vivacità e di ironia. Tutto è al contrario il Nemico è Dio, mentre il paziente è l’uomo tentato da Malcoda. Dietro questa finzione letteraria si nasconde una precisione spirituale impressionante e leggendo si passa dalle risate a una seria riflessione personale. Interessante una frase nella premessa scritta il 5 Luglio 1941 dal Magdalen College: «Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti di ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e lo “stregone”». Lewis dedicò il libro all’amico cattolico J.R.R. Tolkien.

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