FESTA DI SAN FRANCESCO 2025.
TUTTO E SUPERFLUO
Marco 12,38-44.
In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.
Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.
Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Generosità. La vedova è lodata perché è più generosa. Ma non sembra vero.
Gli altri hanno dato di più. La vedova da una somma piccola.
Ma Gesù la loda. Perché ha dato poco?
Per superare questa apparente contraddizione dobbiamo uscire dalla dimensione strettamente “quantitativa”.
Anche noi dobbiamo giudicarci uscendo dalla logica “del quanto”. Mille, un milione, oppure “molto”, “poco”, “tanto” ...
La quantità è sempre relativa, ho dato un milione, ma forse potevo dare di più. Ho dato molto, ma in confronto a cosa?
Mi sembra di star facendo molto, ma forse è a me che sembra molto .... perché sono poco generoso.
Non si misura la generosità: 100, 1000, ... Molto poco troppo, ecc..
Ma è la generosità stessa l’unità di misura. È un valore qualitativo, e diventa criterio, regola. Mi permetterà di dire se 10 o 1000 sono poco o tanto.
Per dare il suo giudizio Gesù usa due parole: tutto e superfluo.
Il tutto è ciò che ha dato la vedova, che era quantitativamente poco.
Il superfluo, che probabilmente era molto di più di quello che ha dato la vedova, era poco. Anzi niente una cosa che merita un rimprovero.
Cosa sono nel pensiero di Gesù tutto e superfluo?
Perché è questo il criterio che dobbiamo scoprire e che ci deve guidare. Gesù è il Salvatore, ma anche la nostra guida: è il cammino.
Superfluo è ciò che scorre sopra, è ciò che è superficiale. È ciò che è marginale. Insignificante. Nei confronti di Dio e degli uomini, dare il superfluo, è dare ciò che non tocca “noi stessi”.
È qualcosa che sta fuori. Che non ci tocca non ci interessa. Non “è niente di importante”.
Cosa ha dato la vedova, con il suo piccolo obolo? Tutto. Cioè ha dato qualcosa di essenziale: la speranza umana riposta in quella monetina.
Perché si è affidata totalmente al Signore. Una speranza umana in cambio di una speranza soprannaturale. Può sembrare assurdo.
La vedova non è una persona che dilapida il suo misero capitale, ma cede per amore a Dio tutto ciò che possedeva per una speranza superiore.
La vera generosità, che non si può misurare, che diventa “criterio di misura”, consiste nel dare a Dio “il tutto”, cioè il nostro cuore, le nostre speranze, le nostre sicurezze e non “il superfluo”, “ciò che alla fine non ci interessa veramente”. Il falso sacrificio.
Dobbiamo evitare di essere ricchi di “superfluo”, e poveri del “tutto”, della sostanza, anche se è poco.
Spesso superfluo è ciò che usiamo: se dessimo tutti i nostri vestiti, ma avessimo un discreto conto in banca, abbiamo dato “il superfluo”. Ci sono momenti in cui ce ne rendiamo conto. Che tutto quello che possediamo in un certo memento è “superfluo”. A volte gli diamo molto valore. Ma a volte scopriamo che è superfluo, che non ci tocca, non valer niente, ma non ne possiamo fare a meno, perché ne siamo prigionieri.
La virtù della povertà è indispensabile. Dobbiamo esaminarci per vedere “dove è il tutto”. Possiamo scoprire che siamo ricchi di superfluo. Il primo passo non è dare “il superfluo”, ma liberarci dalla sua schiavitù.
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