VANGELO DI DOMANI GIOVANNI 3, 13 – 17. UNA PAZZIA



14 SETTEMBRE  ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Giovanni 3,13-17.
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Stravaganti questi cristiani; mentre nel mondo si esaltano i calciatori e le belle donne, il denaro e i successi, loro esaltano uno strumento di morte. Si appassionano a uno tra i patiboli più cruenti della storia.
Quando tempo fa lessi queste parole mi colpirono e mi sono tornate in mente visitando le catacombe di san Sebastiano. La guida ci stava spiegando che tra i i numerosi simboli che contraddistinguevano le tombe cristiane non c’era quello della Croce, perché troppo forte per la sensibilità pagana.
Ci vengono in mente le parole del Re Agrippa a all’apostolo Paolo prigioniero: “Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani «Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!».

E noi? Siamo come san Paolo?
Siamo pazzi come lui? il “mio e il tuo unico vanto è la Croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per noi è stato crocifisso, come noi per il mondo”?

 “Il segno della croce, all'inizio della celebrazione, esprime il sigillo di Cristo su colui che sta per appartenergli e significa la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistato per mezzo della sua croce” (Catechismo).


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