L'IMPEGNO DEI CATTOLICI IN POLITICA .

 


L'IMPEGNO DEI CATTOLICI IN POLITICA 

dall'1 al 30 ottobre del 1987 si svolse la VII  Assemblea Generale Ordinaria dei Vescovi, che ebbe come tema "la Vocazione e Missione dei laici nella Chiesa e nel mondo". IL 30 dicembre del 1988, san Giovanni Paolo II, ne pubblico le conclusioni nell'Esortazione Apostolica "Christifideles" laici. Uno dei temi trattati fu l'impegno dei cattolici laici in politica.  Ne segnalo e commento alcuni punti su questo tema sempre molto attuale:


" ... In essa (la Chiesa) i fedeli laici partecipano alla missione di servire la persona e la società. (...) Per questo l'uomo «è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso, via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell'Incarnazione e della Redenzione». In questo contributo alla famiglia degli uomini, del quale è responsabile l'intera Chiesa, un posto particolare compete ai fedeli laici, in ragione della loro «indole secolare», che li impegna, con modalità proprie e insostituibili, nell'animazione cristiana dell'ordine temporale." (n. 36)

 Molto illuminante e completo al fine di chiarire il valore e l'importanza dell'impegno dei cattolici in politica è il n. 42: 

"Tutti destinatari e protagonisti della politica"

 42. "La carità che ama e serve la persona non può mai essere disgiunta dalla giustizia: e l'una e l'altra, ciascuna a suo modo, esigono il pieno riconoscimento effettivo dei diritti della persona, alla quale è ordinata la società con tutte le sue strutture ed istituzioni (149). Per animare cristianamente l'ordine temporale, nel senso detto di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla «politica», ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune ..."

L'Esortazione Apostolica prosegue affrontando le critiche negative che in genere si rivolgono al "mondo politico" e a tutti quelli che in qualche modo si occupano dell'Amministrazione della cosa pubblica a vari livelli, governo nazionale, parlamento, etc... : arrivismo, corruzione, sete di potere, interessi privati, ecc... Nonostante la fama che ha purtroppo la politica, è importante che i cattolici si sentano spinti all'impegno politico. 
I principi base che si dovrebbero seguire sono il perseguimento del bene comune e svolgere il compito con "spirito di servizio". E' anche importante distinguere bene tra l'azione dei cattolici in politica, individualmente o in associazione, dall'azione della Chiesa in quanto tale. Nessuno rappresenta o può rappresentare o agire a nome della Chiesa, anche se ne persegue i fini morali, e viceversa ogni fedele laico, donna o uomo, deve sentirsi libero di agire in autonomia e non essere costretto, in ambito politico, a prendere decisioni operative che non condivide o decise dall'alto. 
Rimane l'obbligo di formare bene la propria coscienza, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, per valutare le decisioni da prendere per quanto concerne la valutazione morale delle stesse azioni. Lo stile politico deve essere di tipo solidaristico, cercando di far partecipare tutti a questa azione della ricerca del bene comune. 
Un altro elemento importante è la ricerca della pace, interna e internazionale:

"Collaborando con tutti coloro che cercano veramente la pace e servendosi degli specifici organismi e istituzioni nazionali e internazionali, i fedeli laici devono promuovere un'opera educativa capillare destinata a sconfiggere l'imperante cultura dell'egoismo, dell'odio, della vendetta e dell'inimicizia e a sviluppare la cultura della solidarietà ad ogni livello. Tale solidarietà, infatti,  «è via alla pace e insieme allo sviluppo». In questa prospettiva i Padri sinodali hanno invitato i cristiani a rifiutare forme inaccettabili di violenza, a promuovere atteggiamenti di dialogo e di pace e ad impegnarsi per instaurare un ordine sociale e internazionale giusto. (Christifideles laici, 42)."

Riguardo la distinzione tra "l'agire della Chiesa" e i fedeli impegnati in politica, si può tener presente che il compito della comunità cristiana, l'insieme dei fedeli e delle istituzioni che compongono la Chiesa in un luogo e in certo tempo, non é quello di essere l'attore, organicamente strutturato, per raggiungere la trasformazione politica della società, ma quello di una comunità religiosa che accompagna e illumina con la sua dottrina i laici, donne e uomini, perché possano trasformare la società. Il compito primario della Chiesa, intendendo la gerarchia, il clero e tutti i battezzati, è la diffusione del "Vangelo" cioè l'annunzio della salvezza a tutti e per tutti. Indirettamente è missione  dei cristiani, come cittadini, di diffondere, con i mezzi e nelle forme che più ritengono idonei, il messaggio di pace, giustizia e amore del Vangelo e cercarlo di diffonderlo nella società e nelle "istituzioni politiche" a tutti i livelli, come "cittadini" con gli altri cittadini.


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