FESTA DI SAN TOMMASO MORO.
Avvocato e umanista, con grande interesse per i problemi del suo tempo, si dedicò al suo lavoro con il desiderio di riempire di contenuto cristiano le istituzioni civili. Il suo prestigio professionale fu grande. Thomas More ha saputo coniugare la dedizione al lavoro professionale con un'intensa vita di pietà. Una volta lo rimproverarono di ricevere la Santa Comunione con troppa frequenza, quando aveva tanti compiti da fare. «Proprio per questo faccio la Comunione, perché ho bisogno di forza e luce», fu la risposta di Moro.
Avendo assunto la carica di Lord Cancelliere del Regno, ascoltava quotidianamente la Santa Messa. Un giorno il Re lo fece convocare mentre stava assistendo al Sacrificio eucaristico, e Tommaso Moro, con umile rispetto, ma con coraggio cristiano, gli mandò in risposta una richiesta che Sua Maestà abbia la gentilezza di aspettare che la Messa che stava ascoltando fosse terminata.
Inoltre, non trascurò la sua vita familiare. La sua casa era una vera scuola in cui regnava l'amore e la gioia cristiana.
La preoccupazione per i nostri impegni professionali e dei nostri doveri familiari e di cittadini, la volontà di contribuire - ciascuno nella misura delle proprie possibilità - alla costruzione della società civile, può portare alcuni ad occupare posizioni di responsabilità nella vita sociale, economica, accademica, politica. cittadino...
In queste responsabilità, come in tutte le altre professioni, con spirito di servizio e senza ambizioni terrene, dobbiamo adoperarci per «porre Cristo Nostro Signore al vertice di tutte le oneste attività umane» (san Josemaria).
Così agì san Tommaso Moro. Accettò la carica di Lord Cancelliere d'Inghilterra pensando solo a servire Dio e il suo paese. E nonostante le difficoltà che presto gli si presentarono, perseverò fedelmente nel suo difficile compito.
Nella festa di san Tommaso Moro, possiamo esaminare se sappiamo accogliere ed esercitare con iniziativa la responsabilità che spetta a ciascuno come cittadino comune, nella costruzione della società terrena: nella propria città o nazione, nell’ambiente professionale, sociale, culturale...
Nella vita del Santo Martire spicca anche la rettitudine di coscienza, che lo portò ad agire sempre on giustizia. Quando Tommaso Moro fu condannato a morte e stava per essere decapitato, una donna gli si gettò addosso furiosa perché disse che quando amministrava la giustizia aveva emesso una sentenza ingiusta contro di lei. E Moro, senza amarezza, rispose: "Ricordo troppo bene il tuo caso. Se dovessi pronunciare di nuovo la sentenza, sarebbe esattamente la stessa di prima".
Adempì in modo esemplare i doveri verso la sua patria, senza cedere di un briciolo ai diritti di Dio. San Tommaso Moro visse sempre con grande fedeltà alla Chiesa. Sapeva benissimo che bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini. Quando l'"affare del re" (la richiesta di annullare il precedente matrimonio) esplose pubblicamente, in un colloquio con la figlia Margarita, Tommaso Moro le spiegò: "Vi ho già detto che se in questa materia mi fosse possibile compiacere Sua Maestà il Re, senza offendere a Dio, non ci sarebbe uomo più felice di me di fare questo giuramento» (di fedeltà al Re).
Dopo aver ascoltato la sentenza che lo condannava a morte, si rivolse ai giudici con le seguenti parole: «San Paolo fu presente alla morte di Santo Stefano e ne fu anche colpevole, eppure fu grande santo. Spero veramente e con tutto il cuore, che tutti noi, anche se voi mi condannerete e mi manderete a morte, che un giorno ci rivedremo in paradiso".
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