ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE. STORIA E RIFLESSIONE!

 



giorno 14 settembre, esaltazione della santa croce

Prelatura della Santa Croce e dell’Opus Dei. Amore del Fondatore per la Croce.

Ci sono due eventi legati a questa festa: l’invenzione della Croce da parte di sant’ Elena, madre di Costatino che dopo la fine delle persecuzioni e la libertà di culto fece fare delle ricerche e ritrovò la “vera Croce”, per una guarigione miracolosa. E l’altra è il recupero della Croce trafugata dai persiani quando conquistarono Gerusalemme nel 614. Nel 629 l’imperatore Eraclio la riprese e la portò in trionfo, ma dovette scendere da cavallo. Per le date, in Occidente, il 14 corrispondeva ad una antica festa della dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro, in alcuni luoghi si festeggiava il 3 maggio. Poi si sdoppiarono le due feste: invenzione e l’Esaltazione.

Ma vediamo dalle letture della Messa di oggi che ci dicono, cosa ci sottolinea. Giovanni 3,13-17: è un breve stralcio e fa parte del colloquio, del dialogo con Nicodemo. In primo luogo, è importante il riferimento al passo della prima lettura dal libro dei Numeri in cui Dio ordina a Mosè di farsi una scultura un serpente di rame. (Mosè era continuamente in conflitto con gli ebrei che si ribellavano e lui interveniva per evitare la loro distruzione) Una richiesta un po’ strana data l’avversione alle immagini. Da questo accostamento si possono già trarre due conclusioni: Quando ci ribelliamo, la croce è àncora di salvezza. E’ poi viene sottolineato il ruolo salvifico della Croce, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, e noi con lui. Via Crucis XI, 3Che belle le croci sulle vette del monti, in cima al grandi monumenti, sul pinnacolo delle cattedrali!..(non perderci in una estetica della Croce!). Ma la Croce bisogna issarla anche nelle viscere del mondo. Gesù vuole essere innalzato proprio lì: nel rumore delle fabbriche e delle officine, nel silenzio delle biblioteche, nel frastuono delle strade, nella quiete del campi, nell'intimità delle famiglie, nelle assemblee, negli stadi... Lì dove un cristiano può spendere la sua vita onestamente, deve porre col suo amore la Croce di Cristo, che attrae a Sé tutte le coseSi exaltatus fuero a terra, omnia traham ad meipsum (lo.,12,32). La speranza del mondo viene dalla Croce.

Che significato vogliamo dare a questa festa, cosa ne possiamo trarre. Dibattiti sul simbolo. Laicità, non laicità, ecc. Difesa di molti anche non credenti

Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l'immagine della rivoluzione cristiana che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo «prima di Cristo» e «dopo Cristo»- Il crocifisso è il segno del dolore umano. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Così scriveva Natalia Ginzburg sull'Unità, il 22 marzo 1988.

Ma nei secoli è stata costantemente sentita anche come segno della consolazione e della speranza.  In realtà, è il contrario! Essa è il “sì” di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna.

 Infatti, dal cuore di Gesù aperto sulla croce è sgorgata questa vita divina, sempre disponibile per chi accetta di alzare gli occhi verso il Crocifisso. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di Gesù, segno dell’amore di Dio, come fonte di vita nuova. Al di fuori di Cristo morto e risorto, non vi è salvezza! Lui solo può liberare il mondo dal male e far crescere il Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamoBXVI GMG 2011

Ancora sulla “quotidianità”, sulla Croce di giorno: Cammino 178. Quando vedi una povera Croce di legno, sola, senza importanza e senza valore... e senza Crocifisso, non dimenticare che quella Croce è la tua Croce: quella d'ogni giorno, quella nascosta, senza splendore e senza consolazione..., che sta aspettando il Crocifisso che le manca: e quel Crocifisso devi essere tu.

 277. Mi domandi: perché quella Croce di legno? E trascrivo da una lettera: «Sollevando l'occhio dal microscopio, lo sguardo incontra la Croce nera e vuota. Questa Croce senza Crocifisso è un simbolo. Ha un significato che gli altri non vedranno. E chi, stanco, era sul punto di abbandonare il lavoro, torna ad avvicinare gli occhi all'oculare e continua a lavorare: perché la Croce solitaria sta chiedendo spalle che se la carichino».

Se cerchiamo di eludere questo incontro con Gesù, dimenticando che dove c’è Lui c’è la Croce e dove c’è la Croce c’è Lui, ma anche che se non prendiamo la nostra croce “ogni giorno” non possiamo dirci sui discepoli, potrebbe capitare quello che diceva un intellettuale laico a proposito della polemica sul crocefisso «Rimuovere un crocifisso lascia, sulla parete, la propria sindone di orli grigiastri, una croce di bianca assenza nell'intonaco del muro. La prossima sentenza sarà, dunque, contro l'inquietante Presenza dell'Ombra». (Carlo Ossola).

Quante rappresentazioni della Pietà, La Madonna, madre dei dolori, L’ Addolorata ci aiuti ad essere fedeli, a saper portare la croce, non trascinarla. Abbracciarla con serenità e porla e porla in cima a tutte le attività umane.

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