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IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL 2 OTTOBRE 2022

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  anniversario della fondazione dell’opus dei   Scriveva san Josemaria nel 1934: “L'Opera di Dio non l'ha immaginata un uomo (...). Da molti anni il Signore l'ispirava a uno strumento inetto e sordo, che la vide per la prima volta il giorno dei Santi Angeli Custodi, il due ottobre 1928”. In quell’anno, facendo in solitudine i suoi esercizi spirituali, gli appunti che aveva portato con sé per meditarli durante gli esercizi spirituali contenevano idee, che, a quanto pare, erano prive di un ordine sistematico. Nei giorni successivi agli esercizi li ricopiò ordinatamente, secondo l'illuminazione generale da poco ricevuta “su tutta l'Opera”. La visione unitaria del progetto divino evidenziava, con nuove dimensioni, quanto in precedenza gli era stato ispirato in maniera frammentaria. E all’interno di questo scenario di incommensurabili dimensioni storiche «vide l'Opus Dei quale il Signore lo voleva e come avrebbe dovuto essere nel corso dei secoli».      ...

UNA MEDITAZIONE DI PADRE PIO.

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  Dalle lettere di san Pio da Pietrelcina, sacerdote (Edizione 1994: II, 87-90, n. 8) Pietre dell’eterno edificio    Con ripetuti colpi di salutare scalpello e con diligente ripulitura l’Artista divino vuole preparare le pietre con le quali costruire l’edificio eterno. Così canta la nostra tenerissima madre, la santa Chiesa Cattolica, nell’inno dell’ufficio della dedicazione della chiesa. E così è veramente.    Molto giustamente si può affermare che ogni anima destinata alla gloria eterna è costituita per innalzare l’edificio eterno. Un muratore che vuole edificare una casa innanzi tutto deve ben ripulire le pietre che vuole usare per la costruzione. Cosa che ottiene a colpi di martello e scalpello. Allo stesso modo si comporta il Padre celeste con le anime elette, che la somma sapienza e provvidenza fin dall’eternità ha destinate ad innalzare l’edificio eterno.    Dunque, l’anima destinata a regnare con Gesù Cristo nella gloria eterna deve essere ripu...

FESTA DELLA BEATA MARIA VERGINE ADDOLORATA, 15 SETTEMBRE 2022.

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  COMMENTO AL VANGELO: Giovanni 19, 25 -27 Maria e la santa croce perseverare “fino in fondo” Giovanni 19,25-27. Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. In questa festa contempliamo la Croce dal punto di vista di Maria. La Madonna ci insegna a come seguire Gesù. Stava presso la Croce (Stabat Mater), non si trova per caso e contro la sua volontà. Giovanni Paolo II indicava quattro modalità con cui Maria si pone come esempio di fedeltà. Cerca di  comprendere la volontà di Dio : come avverrà questo, meditava in cuor suo; l’accoglienza docile : il fiat, si; la coerenza , che la porta a seguire il figlio ed assecondarlo. Diventa “discepola”. e infine, la Croce, la  perseveranza  nella prova. E’ facile seguire per un po’; essere coerente in alcune occasioni, o fino ad un certo limite, ma perseverare fino alla fine ma anche “fino in fondo”. Accettare le conseguenze. Maria ci rivela il mistero della croce Gesù si ...

INTRODUZIONE AL CRISTIANESIMO. LA PREGHIERA, 3. LA PREGHIERA NON ESAUDITA.

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  Introduzione al cristianesimo. la preghiera. Preghiera: perseveranza davanti all’aridità. Per aridità si deve intendere sia il senso di vuoto che alle volte ci prende, il non sapere cosa dire, l'incapacità di concentrarci, che può avere cause varie, buone o meno buone; ma anche il senso dell’inutilità, l’impressione che non veniamo ascoltati, una certa delusione e impazienza). Citando san Paolo (Rm 8, 26) « Noi non sappiamo che cosa sia conveniente domandare », Sant’Agostino si domanda come mai l’apostolo faccia tale affermazione, non potendo immaginare che lui o coloro ai quali si rivolgeva, non conoscessero la preghiera del Signore. Nel Pater, classicamente si ritiene che siano contenute le domande essenziali da rivolgere a Dio (cfr. Le sette domande in Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2803-2854) Ma osserva che pur considerando che san Paolo sapesse pregare, non era esente neanche lui da questa ignoranza quando chiese al Signore di togliergli la spina che lo faceva soffri...

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE. STORIA E RIFLESSIONE!

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  giorno 14 settembre, esaltazione della santa croce Prelatura della Santa Croce e dell’Opus Dei. Amore del Fondatore per la Croce. Ci sono due eventi legati a questa festa: l’invenzione della Croce da parte di sant’ Elena, madre di Costatino che dopo la fine delle persecuzioni e la libertà di culto fece fare delle ricerche e ritrovò la “vera Croce”, per una guarigione miracolosa. E l’altra è il recupero della Croce trafugata dai persiani quando conquistarono Gerusalemme nel 614. Nel 629 l’imperatore Eraclio la riprese e la portò in trionfo, ma dovette scendere da cavallo. Per le date, in Occidente, il 14 corrispondeva ad una antica festa della dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro, in alcuni luoghi si festeggiava il 3 maggio. Poi si sdoppiarono le due feste: invenzione e l’Esaltazione. Ma vediamo dalle letture della Messa di oggi che ci dicono, cosa ci sottolinea.  Giovanni 3,13-17:  è un breve stralcio e fa parte del colloquio, del dialogo con Nicodemo. In primo...

COMMENTO AL VANGELO DI DOMANI. GIOVANNI 3, 13 - 17.

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                                                                  14 settembre  esaltazione della santa croce Giovanni 3,13-17. In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.   Stravaganti questi cristiani; mentre nel mondo si esaltano i calciatori e le belle donne, il denaro e i successi, loro esaltano uno strumento di morte. Si appassionano a uno tra i pa...

INTRODUZIONE AL CRISTIANESIMO. LA PREGHIERA.

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  Introduzione al cristianesimo. la preghiera.   Possiamo pregare perchè Dio dimora in noi: Giovanni 14, 23: “Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Ogni anima battezzata custodisce nel suo fondo un santuario dove la Trinità dimora. Occorre scendere fino al fondo e non commettere l’errore di fermarsi nelle zone intermedie, invece di raggiungere direttamente Dio. Ci lasciamo prendere da rimpianti e progetti, da desideri e preoccupazioni. Quando facciamo dei progressi, finiamo per rattristarci della nostra miseria spirituale. La vita interiore finisce per essere una maniera di occuparci di noi stessi, di analizzarci. Meglio occuparci degli altri e non di noi stessi. Uscire da noi stessi. “l’orazione consiste proprio in inabissarsi là dove la Trinità dimora" (andare in profondità è diverso che abbassarsi o scendere verso il basso). Per quanto peccatori possiamo essere, bisogna prima...