Post

11. San Giuseppe si sposo una seconda volta?

Secondo Matteo quando la santissima Vergine concepì verginalmente Gesù era sposata con Giuseppe anche se ancora non vivevano insieme (Mt 1, 18). Prima dello sposalizio vero e proprio, tra i giudei si prevedeva un periodo di fidanzamento, ma con un impegno tanto forte e vincolante che i due promessi potevano essere già chiamati sposo e sposa e che si poteva sciogliere solo mediante il ripudio. Dallo stesso evangelista apprendiamo, dopo la rivelazione dell’angelo a Giuseppe, che Maria aveva concepito per opera dello Spirito Santo (Mt 1, 20), che si sposarono e andarono ad abitare insieme. I fatti successivi lo confermano: la fuga e il ritorno dall’Egitto e la sistemazione definitiva a Nazaret (Mt 2, 13 – 23), cosi come l’episodio del pellegrinaggio a Gerusalemme con Gesù adolescente che parla ai dottori nel tempio (Lc 2, 41-45). San Luca inoltre, quando narra l’episodio dell’Annunciazione presente Maria come “una vergine sposata con Giuseppe della casa di Davide” Quindi secondo Matteo e

Breve Corso di Stori della Chiesa

III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1) Occorre ripetere che col termine “ Grande Chiesa ” si intende affermare che i cristiani avevano raggiunto la consapevolezza di esser presenti in tutte le nazioni con una funzione volta ad animare una società che si sforzava di ignorarli e disprezzarli, ma comprendendo al tempo stesso che il futuro andava nella loro direzione. L’età dei Severi Dal 193 a Roma aveva preso il potere Settimio Severo in seguito a una guerra civile. La sua famiglia tenne il potere fino al 235. Fu un quarantennio con poche persecuzioni e perciò le comunità cristiane crebbero di numero. Settimio Severo era un africano di Leptis Magna, un rude soldato convinto che per difendere l’impero occorreva trattare bene i soldati. Costoro tuttavia, costavano somme favolose che si traducevano in tasse crescenti per i cittadini dell’impero, travagliati dalla crescente crisi demografica e dalle pestilenze che dal tempo di Marco Aurelio avevano falcidiato vite umane in tut

Breve Corso di Storia della Chiesa

I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (4) La Grande Chiesa alla fine del II secolo Quando fu pubblicato l’Apologeticum ormai si era configurata la Grande Chiesa, ossia un organismo vitale, privo di strutture burocratiche, ma molto ben funzionante. In primo luogo i pagani invidiavano ai cristiani il sistema di reclutamento dei loro capi, ossia i vescovi, i presbiteri e i diaconi, designati dai fedeli a causa della loro provata idoneità a quelle cariche, non a seguito di maneggi suggeriti dall’ambizione soggettiva. Uno dei luoghi comuni delle nomine episcopali di quell’epoca erano i tentativi di fuga dalla carica, sempre tenendo presente che il martirio era la conclusione più frequente e che da un vescovo non ci si aspettava l’apostasia. Per un altro verso alle autorità importava molto colpire proprio i capi della comunità, specialmente quando il loro insegnamento risultava molto efficace.. Ciascuna Chiesa locale viveva una propria vita perché possedeva autonomamente i mezzi per svi

10. Gesù ebbe fratelli ?

La Vergine Maria concepì Gesù senza concorso di uomo (Mt 1,25) e non ebbe più figli, come si desume anche dal fatto che Gesù sulla croce affida la Madre a Giovanni (Gv 19,27). Così ci è stato trasmesso dalla tradizione della Chiesa, che ha confessato Maria come la aeiparthenos, la “sempre vergine”. Si tratta di una verità di fede conforme ai testi evangelici. Le espressioni che si trovano nei vangeli e che sembrano contraddirla debbono essere intesi correttamente : a) Nel vangelo si dice che Gesù è il primogenito di Maria (Lc 2,6), il che implicherebbe essere il maggiore di vari fratelli. Tuttavia, il termine “primogenito” è la forma legale di chiamare il primo figlio (Ex 19,29 ; 34,19, ecc.) e non implica necessariamente che ci siano altri fratelli dopo di lui, come è evidente dalla testimonianza di una conosciuta iscrizione ebrea in cui si dice di una madre che morì al dare alla luce il suo “figlio primogenito”. b) Le parole di Matteo 1,25, “e, senza che egli la conoscesse, det

TOLLERANZA E INTOLLERANZA (III)

(segue) È perciò desiderabile che il mondo laico abbandoni il suo pregiudiziale dogmatismo. La Chiesa, da parte sua, lo ha già fatto, sia dichiarando che la sua gerarchia non ha una risposta pronta per qualsivoglia problema, sia apprezzando e ricevendo quanto di buono le è dato dalle realtà temporali. Ogni contenzioso cadrebbe se il mondo laico riconoscesse che la Chiesa invita continuamente a rispettare comuni e fondamentali valori umani e a prendere in considerazione le motivazioni evangeliche che essa trae dalla sua tradizione di fede e propone come un supplemento di umanità all’antropologia laica. Habermas, che pure viene da una tradizione diversa lo ha capito. Quando la Chiesa offre i suoi argomenti per contribuire alla difesa e alla promozione della dignità umana, trasmette un contributo prezioso per la conoscenza dell’uomo alla stessa cultura laica, specialmente se, con Bobbio e altri, si considera che per la democrazia esiste il pericolo che le vengono a mancare le sue motivazi

TOLLERANZA E INTOLLERANZA (II)

(segue dal 29.V.07) Per capire quanto valga nella pratica il confronto libero su opinioni diverse, cavallo di battaglia di tanti dottori della laicità, è illuminante la chiara prosa di Carlo Flamigni: «Se la scienza opera in favore dell’interesse della società e del suo sviluppo, non si può certo affidare il suo controllo alle religioni che esprimono un’etica ossificata, colma di pregiudizi, incapace di adattarsi al nuovo, ancora indaffarata nell’interpretazione di antichi libri polverizzati dal tempo. È invece necessario affidare il rapporto tra scienza e morale ad un’etica non dogmatica, in grado di adattarsi rapidamente al nuovo e di riconoscere gli elementi di mistificazione e di rischio, e soprattutto di non inchiodare la società sulla croce di un concetto antistorico di natura. In altri termini, a un’etica laica».e ormai «tutte le leggi stupide e le proibizioni assurde che le morali tradizionali hanno cercato di imporre alla società sono state rimosse in modo atraumatico» (C. Fla

Breve Corso di Storia della Chiesa

I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (3, continua) L’organizzazione ecclesiastica a Roma Dopo il martirio di Pietro fu eletto prima Lino poi Cleto e infine Clemente. Sotto il papato di quest’ultimo accaddero eventi importanti. Nella Chiesa di Corinto c’erano stati incidenti: alcuni fedeli avevano deposto due presbiteri e papa Clemente assunse l’iniziativa di scrivere una Lettera a quella comunità. Il fatto in qualche modo prefigura un primato della sede di Roma sulle altre, in forza della trasmissione del compito di Pietro, il munus Petrinum, ai suoi successori, i vescovi di Roma. C’è un accenno all’invidia come causa della persecuzione di Nerone che, come è noto, fu scatenata contro i cristiani e non contro gli ebrei che, al contrario, godevano la protezione di Sabina Poppea, moglie di Nerone. Con tutta probabilità la persecuzione nacque dal risentimento di qualche ebreo influente nei confronti dei cristiani. Verso la fine del I secolo un proselitismo qualificato aveva raggiunt