Breve Corso di Storia della Chiesa

I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (4)

La Grande Chiesa alla fine del II secolo
Quando fu pubblicato l’Apologeticum ormai si era configurata la Grande Chiesa, ossia un organismo vitale, privo di strutture burocratiche, ma molto ben funzionante. In primo luogo i pagani invidiavano ai cristiani il sistema di reclutamento dei loro capi, ossia i vescovi, i presbiteri e i diaconi, designati dai fedeli a causa della loro provata idoneità a quelle cariche, non a seguito di maneggi suggeriti dall’ambizione soggettiva. Uno dei luoghi comuni delle nomine episcopali di quell’epoca erano i tentativi di fuga dalla carica, sempre tenendo presente che il martirio era la conclusione più frequente e che da un vescovo non ci si aspettava l’apostasia. Per un altro verso alle autorità importava molto colpire proprio i capi della comunità, specialmente quando il loro insegnamento risultava molto efficace.. Ciascuna Chiesa locale viveva una propria vita perché possedeva autonomamente i mezzi per svilupparsi: i Sacramenti, le Scritture, la prassi liturgica. Tuttavia, fin dall’inizio del II secolo si diffuse quel fenomeno così caratteristico nella storia della Chiesa che sono le eresie.

La gnosi
La prima eresia e forse quella fondamentale fu la diffusione della gnosi, ossia il tentativo di presentare il cristianesimo agli spiriti forti come frutto di una speculazione riservata a un gruppo di eletti che perciò si consideravano salvati. Si tratta di un corpo di astruserie a sfondo platonico tipiche di una società in cui il problema della salvezza stava diventando dominante, con molte contaminazioni magiche, teurgiche e sincretistiche. I tentativi compiuti da Marcione, Basilide e Valentino di farsi accreditare dalla Chiesa di Roma dopo aver abbandonato quelle da cui provenivano è indice sicuro del crescente prestigio della Chiesa di Roma, chiamata in qualche modo a dirimere le controversie insorgenti tra le Chiese metropolitane.

La data di celebrazione della Pasqua
Alla fine del II secolo, al tempo del papa Vittore (189-199), risorse la non piccola questione circa la data di celebrazione della Pasqua che nelle Chiese dell’Asia Minore, fondate da san Giovanni, seguivano il computo ebraico, mentre a Roma si era affermato l’uso che si segue ancora oggi: il papa Vittore fu distolto dall’impiego della scomunica da Ireneo di Lione che comprendeva la necessità di essere comprensivi con fedeli che seguivano gli insegnamenti dell’apostolo Giovanni e del suo discepolo Policarpo. Si usa il termine “Grande Chiesa” per indicare l’ecumene cattolica in cui era presente il canone del Nuovo Testamento al completo, insieme con altri scritti apocrifi che noi potremmo assimilare ai romanzi storici di oggi. Esisteva una letteratura antignostica che metteva in guardia dal pericolo delle eresie, raccolte in veri e propri prontuari come quello di Ireneo di Lione. Ma soprattutto esisteva l’embrione di scuole superiori cristiane nelle città di Alessandria, famosa come Chiesa patriarcale perché fondata da Marco evangelista e fedele interprete di Pietro, e nella città di Antiochia, la prima in cui i cristiani furono denominati con quel termine. Entrambe queste Chiese erano metropoli con numerose diocesi alle loro dipendenze. In particolare ad Alessandria già operava Panteno e il discepolo Clemente Alessandrino che avevano posto le basi del famoso Didaskaleion, una scuola catechistica dove si formò il primo genio teologico del cristianesimo, Origene, che già dall’età di diciotto anni dirigeva la scuola.

Il tramonto del paganesimo
Che cosa facevano le autorità romane? Assistevano alla creazione di una nuova cultura per molti aspetti difforme da quella classica e si limitavano a disprezzare i cristiani giudicandoli privi di importanza, senza tradizioni culturali, incapaci di reggere il confronto con la mirabile letteratura del mondo pagano. Celso scrisse un’opera divenuta famosa contro i cristiani, confutata in modo brillante da Origene. Nel III secolo la letteratura pagana in latino e in greco appare sfocata, appannata, priva di originalità, mentre la letteratura cristiana inizia la sua marcia trionfale, culminata nel IV e V secolo. Ad Alessandria in particolare si sviluppa un metodo esegetico fondato sull’allegoria che permette ai cristiani di dare un significato cristiano anche ai grandi poeti pagani, in particolare a Virgilio che nella Quarta ecloga viene interpretato in senso cristologico. In questo modo anche la letteratura pagana era messa al servizio della fede cristiana. Divennero numerosi i maestri di retorica cristiani al punto che l’imperatore Giuliano l’Apostata (361-363) decretò che i cristiani non dovevano commentare i grandi testi pagani, perché non credendo negli dèi, il loro insegnamento sarebbe risultato incompleto. Alla fine del II secolo un osservatore imparziale poteva costatare che le persecuzioni non fermavano i cristiani, tanto da far dire a Tertulliano che “il sangue dei cristiani era seme di nuovi cristiani”, mentre il mondo pagano appariva incapace di elaborare nuova cultura. In particolare, i pagani non erano in grado di assimilare i barbari del nord, che sempre più numerosi entravano nell’impero romano per colmare i vuoti lasciati liberi dal declino demografico, trovando solamente nei cristiani un atteggiamento di accoglienza in grado di assimilarli.

Fine della prima parte I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA.

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