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GESÚ CAMMINA CON NOI - EMMAUS

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gesù che passa per consolarci la preghiera. A chi ha cura d’anime, come si suol dire, può capitare di tutto. Cose buone, cose edificanti, ma anche cose inaspettate e non tanto semplici. Una esperienza dolorosa è quando una coppia, magari persone amiche, ben conosciute, “ha un crollo”. Una infedeltà. Nel matrimonio, come in tutte le cose, il pericolo è “il logoramento”, l’usura. Il tarlo nascosto, che mina dal didentro. Possono però anche capitare delle “piccole Caporetto”, un tracollo inaspettato. Un fulmine a ciel sereno. Come l’infedeltà consumata, di uno dei coniugi. Ma, contrariamente a quello che ci si aspetterebbe, sono crisi rimediabili, se c’era sostanza nel rapporto. Ciò che è più difficile rimediare e quando la crisi comincia da cose, piccole, incomprensioni che si sommano ad incomprensioni. Rivendicazioni, …. Un veleno che si insinua senza che nessuno se ne renda conto. La storia dei nostri due discepoli è simile al primo caso. Crollano su un punto important

PERSONAGGI DEI VANGELI I DISCEPOLI DI EMMAUS I

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1. Caso mai. pedagogia divina. Nel film “Caso Mai”, la prima scena si svolge in una Chiesa, un matrimonio, il celebrante inizia la sua predica rivolto agli sposi. In dissolvenza, parte il film. Quella coppia ora é sposata e si susseguono fatti ordinari. Le cose belle del matrimonio, un figlio, molti amici, molto innamorati, poi le prime difficoltà, i soldi che non bastano mai, il lavoro dell’uno, e quello dell’altro. Tensioni, crisi, alti e bassi. Fino al momento in tutto sembra compromesso e quel matrimonio finito. A quel punto si ritorna in Chiesa. Siamo alla fine della predica, il sacerdote ha voluto presentare le difficoltà, “caso mai”, perché gli sposi fossero preparati. Consapevoli non solo degli aspetti positivi, ma, aver chiaro con realismo e senza ingenuità, che ci sarebbero state difficoltà e come, cose apparentemente scontate, potessero diventare “pietra di inciampo”. Quando leggo il racconto di Luca sui due discepoli di Emmaus, mi viene in mente questo film. Luca

PUNIZIONE DI DIO?

di chi è la colpa della pandemia? Mi è stata posta una questione che trascrivo, con la mia risposta, perché penso che sia una domanda che ci siamo fatti o ci è stata posta almeno una volta. … vengo alla tua domanda, di ieri. Che riassumo così: Che senso ha, da un punto di vista cristiano questa epidemia? E’ una punizione divina? C’è quindi un’azione positiva di Dio, che davanti ai peccati degli uomini, manda “i virus”, provocando vittime e paura, con il fine di portarci ad un ravvedimento e ad un comportamento migliore? Oppure, non c’è un’azione diretta di Dio, non c’è una volontà punitiva di Dio, ma siamo noi, con i nostri cattivi comportamenti, che causiamo guerre, disastri ambientali, e abusando della Natura, provochiamo malattie, come in questo caso? Per rafforzare questa idea, che a te sembra la più giusta, citi la parabola, cosiddetta, del “figliol prodigo”. E’ lui, il figlio ribelle, che sceglie di abbandonare il Padre, e, a causa di questa disobbedienza

COME RICONOSCERE IL DONO DI DIO!

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Qualcuno mi ha chiesto: come faccio a riconoscere il dono di Dio? Questa mattina, 22 aprile, ho ascoltato una meditazione sul Vangelo, in cui si parlava dei doni che Dio ci invia, si faceva l’esempio di un castello con tante stanze, segnate con il nome di ciascuno di noi. In ogni stanza ci sono dei pacchi, alcuni aperti, altri chiusi. Il nostro inferno sarà il rammarico di non aver aperto tutti i pacchi e non aver accolto i doni che Dio ci ha inviato. Il matrimonio è un dono, il marito o la moglie, sono doni, i figli, i parenti, gli amici, sono doni. Li hai aperti? Alle volte riceviamo un regalo, per un po’ interessa, ma poi ci stanchiamo e lo mettiamo da parte. Quante volte desideriamo cose, che poi non utilizziamo, perché ci vien voglia di altro? Ci può capitare con cose preziose, come quelle sopra elencate, o come il nostro lavoro, le relazioni di amicizia, i nostri talenti, che sono doni perché gratuiti, ricevuti senza nostro merito e di valore incalcolabile.

LA CROCE DI CRISTO SALVEZZA DEL MONDO.

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Dai "Discorsi" di sant`Efrem, diacono.  (Disc. sul Signore, 3-4. 9; Opera, ed. Lamy, 1, 152-158. 166-168) La croce di Cristo, salvezza del mondo Il nostro Signore fu schiacciato dalla morte, ma a sua volta egli la calpestò come una strada battuta. Si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte, che non voleva morire.  Nostro Signore infatti uscì reggendo la croce perché così volle la morte. Ma sulla croce col suo grido trasse i morti fuori dagli inferi, nonostante che la morte cercasse di opporsi. La morte lo ha ucciso nel corpo, che egli aveva assunto. Ma con le stesse armi egli trionfò sulla morte.  La divinità si nascose sotto l`umanità e si avvicinò alla morte, la quale uccise e a sua volta fu uccisa. La morte uccise la vita naturale, ma venne uccisa dalla vita soprannaturale. Siccome la morte non poteva inghiottire il Verbo senza il corpo, né gli inferi accoglierlo senza la carne, egli nacque dalla

COME FARE LA CONFESSIONE SENZA SACERDOTE?

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In questo video ce lo spiega il Papa

SULLA STRADA PER EMMAUS VENIAMO RAGGIUNTI DA GESù NOSTRA SPERANZA

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Vera speranza, falsa speranza Ce la faremo/andrà tutto bene Sono lo slogan, la parola d'ordine, di queste settimane, il ritornello ascoltato o letto infinite volte, e che forse in futuro ci ricorderà, questo momento di storia che stiamo vivendo. Ma come tutti gli slogan possono un po' stancare, e "usurarsi", inflazionarsi, cioè perdere valore. Qualunque idea, messaggio, col passare del tempo perdono la forza iniziale. Non servono più come prima, non perché è cambiato il significato del messaggio, ma perchè la situazione si é trasformata, e magari quell'incitamento a non scoraggiarsi, che nel caos delle prime notizie di crisi, andava bene, ora quel messaggio rassicurante circa la malattia, la paura del contagio, non ci protegge ad altri timori: il futuro, il senso della mia vita di tutti i giorni, i miei programmi, ecc. Oggi questo "ce la faremo" andrebbe declinato, specificando: ce la farò a fare cosa? Ce la farò a riprendere le abitudi