PUNIZIONE DI DIO?


di chi è la colpa della pandemia?

Mi è stata posta una questione che trascrivo, con la mia risposta, perché penso che sia una domanda che ci siamo fatti o ci è stata posta almeno una volta.

… vengo alla tua domanda, di ieri. Che riassumo così:
Che senso ha, da un punto di vista cristiano questa epidemia?

E’ una punizione divina? C’è quindi un’azione positiva di Dio, che davanti ai peccati degli uomini, manda “i virus”, provocando vittime e paura, con il fine di portarci ad un ravvedimento e ad un comportamento migliore?

Oppure, non c’è un’azione diretta di Dio, non c’è una volontà punitiva di Dio, ma siamo noi, con i nostri cattivi comportamenti, che causiamo guerre, disastri ambientali, e abusando della Natura, provochiamo malattie, come in questo caso?

Per rafforzare questa idea, che a te sembra la più giusta, citi la parabola, cosiddetta, del “figliol prodigo”. E’ lui, il figlio ribelle, che sceglie di abbandonare il Padre, e, a causa di questa disobbedienza, la sua situazione degenera, fino alla fame, a quel punto si rende conto di aver sbagliato, si pente torna dal Padre, che lo perdona.

E’ un tema molto bello, profondo ma anche pazzescamente ampio e coinvolge un sacco di argomenti. In fondo tocchi il problema del male e della salvezza. Di chi siamo noi e che destino avremo!

La risposta sta in “TUTTA LA BIBBIA”!!! e in tutta la filosofia e in tutta la letteratura e nella vita di ogni uomo!

Come risponderti, senza eludere il problema, ma anche brevemente?

Tu hai indicato la strada, che è la parabola del Padre misericordioso e dei due figli. Normalmente ci si riferisce a quello che se ne va, ma nella parabola i figli sono due e bisogna riferirsi a tutti e due.

I figli rappresentano l’umanità, davanti a Dio che il Padre Buono. Un padre che è paziente non punisce, ma accoglie.

Il primo figlio è l’uomo che si ribella a Dio, vuole la sua eredità, cioè, la sua libertà, rivendica “il patrimonio”, la cosa in assoluto più importante. Poi il ragazzo fa scelte sbagliate, si complica la vita, ma per sua fortuna si ricorda che a “casa del Padre si stava bene”. Torna, e il Padre non solo lo perdona, ma lo accoglie facendo festa.

Il secondo figlio è quello buono, sta a casa, è obediente, lavoratore, serio, ma ciò non toglie che fa anche lui una scelta sbagliata: non accetta che il Padre sia misericordioso con il fratello. E rinfaccia al Padre di non aver riconosciuto la sua dedizione, con il che smaschera le sue vere disposizioni: non era rimasto con il padre per amore, ma per timore, per convenienza, in fondo avrebbe anche lui voluto fare come il fratello, se ne avesse avuto l’opportunità. Ma il Padre perdona anche lui.
In conclusione, come è scritto nel Vangelo:
Giovanni 3, 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E ancora:
Matteo 5, 44 – 46 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
IL Signore vuole la nostra salvezza, di tutti, non la nostra perdita (c’è più gioia in cielo, per un peccatore che si converte, che per cento giusti, ecc..).
Certamente ci condanniamo da noi con le nostre scelte, il giusto può errare, e il peccatore cambiare.
Il Padre accoglie tutti e perdona tutti. Il peccato contro lo Spirito Santo, quello che non può essere perdonato, è quello di rifiutare la “salvezza”. Giuda si rende conto di aver sbagliato, prova dolore, si auto-punisce, ma, per quanto sappiamo, non chiede perdono.

Per chi collega malattie, insuccessi, fallimenti, ad una punizione divina, se proprio non capisce quanto scritto sopra può leggere le seguenti parole di Gesù:

A Gesù vengono commentati alcuni fatti di cronaca. L’uccisione di alcuni Galilei che si erano ribellati ai romani e il crollo di una Torre che aveva ucciso alcuni abitanti di Gerusalemme. Gesù risponde così:
Luca 13, 1-5 «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, no io vi dico…   credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico…
Con quel “no, io vi dico”, Gesù da una parte si oppone ad una interpretazione, quasi magica e superstiziosa, nel collegare eventi naturali ad effetti morali/salvifici, dall’altra, io vi dico, ricorda ai suoi interlocutori, che anche se loro stavano bene e non gli era capitata nessuna disgrazia, se non si fossero “convertiti”, avrebbero fatto la stessa fine, sul piano spirituale, cioè morti. Non potevano ritenersi a posto e salvi, perché le cose gli andavano bene. La cosa importante era “convertirsi.

E ancora, dal Vangelo di san Giovanni:
Giovanni 9, 1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.
Ribadisce l’idea, uno non è cieco, per punizione di qualche peccato suo o di altri, ma, addirittura, l’infermità è segno della misericordia di Dio, non una punizione, ma qualcosa che merita l’Amore di Dio.

Riguardo alla causa dell’epidemia, chiarito che non è una punizione Divina, tu accennavi che poteva essere legata ad azioni sbagliate degli uomini. A me pare questo, più un tema scientifico, da affrontare attraverso la ricerca e le metodologie adeguate, biologiche, chimiche, ecc., che un problema teologico e morale. E anche con le dovute conoscenze, adesso si rincorrono informazioni a volte contraddittorie e da fonti non verificabili.

Sappiamo che esistono da milioni di anni e molto prima che apparisse l’uomo ed epidemie molto peggiori di questa nei millenni che ci precedono, e fino ai nostri giorni, ne sono apparse a decine causate da virus (il vaiolo, la poliomelite, la rabbia, “la spagnola” ecc...). Alcuni debellati definitivamente. Essendo strutture piccolissime (prebiotiche), il loro studio sistematico è recente, da quando cioè si è iniziato ad usare il microscopio elettronico.

Spero di averti risposto,


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