IL SENSO CRISTIANO DELL'ELEMOSINA E PERCHÉ CI FA BENE PRATICARLA!
elemosina e carità
La giustizia superiore
All'inizio della Quaresima abbiamo letto le istruzioni di Gesù. Per trovare la strada. La prima è l’autenticità, la giustizia superiore, senza ipocrisia.
Matteo 5, 20 Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Vivere «la giustizia superiore» senza ostentazione, senza cercare l'applauso degli uomini, ma unicamente l'approvazione di Dio.
«Guardatevi dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 6,1).
Questa è la premessa necessaria.
Sono diventato, in questi giorni più umile? Più disinteressato e distaccato da “Me stesso”. Quell'Io che si impone e occupa tutto lo spazio.
Apparire, ma non cambiare!
Di fronte al formalismo e al moralismo, Gesù presenta il Padre, come un Dio che non si compiace di gettare pesanti fardelli sulle spalle dei suoi figli.
A Tu per Tu con Te Signore posso anche dire, vedi non ce l'ho fatta, e sentirmi confortato.
Nello scoprire che Dio è Misericordioso scopro che anch'io devo essere misericordioso
L’Elemosina. come giustizia
Oggi l'aspetto pubblico e sociale dell’”elemosina", è ridimensionato, anzi un po' squalificato e banalizzato, è quasi un’offesa dire che faccio l'elemosina a qualcuno. L'atto di elemosinare viene visto con disprezzo.
E poi molte funzioni affidate un tempo "alla carità" della Chiesa sono state assunte dallo Stato.
Quindi non sembra tanto importante fare "l'elemosina"!
Ma riflettendo sull'origine del termine elemosina che deriva dalla parola ebraica sedaqah, che significa “giustizia”, scopriamo che "elemosina" va intesa nel senso di compensare con l'amore e l'aiuto gratuito, le ingiustizie che ci sono.
Papa Francesco (Quaresima 2018) scriveva:
“L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! “Ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli”.
La pratica dell’elemosina ha come scopo liberarsi definitivamente dall’attaccamento ai beni terreni, che prepara l'amore, che è dono.
Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro (sicurezza)? La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia. (Quaresima 2011 BXVI)
L'elemosina apre l'orecchio di Dio.
L'elemosina apre l'orecchio di Dio alla preghiera. Chi chiude il suo cuore alla supplica del povero si espone al rischio che Dio non oda la sua preghiera: «Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall'indigente. » (Sir 4,4-6).
La parola elemosina significa anche "sentire pietà o misericordia". Dio, che si commuove alla vista del bisognoso. «chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la buona azione» (Pr 19,17).
Elemosina ha, nel linguaggio comune, il significato immediato di dare denaro al bisognoso.
Ma significa anche aiutare, in senso più ampio, il prossimo. Cristo, citando il profeta Osea (Os 6,6), ci dice che Dio preferisce la misericordia ai sacrifici: «Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio» (Mt 9,13). «Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa» (Mt 12,7).
L’elemosina di un po’ di tempo, di un sorriso, di un gesto di attenzione e di cortesia. Prendersi cura, venire incontro alle necessità degli altri in tante maniere.
L'elemosina fatta al prossimo Dio la considera fatta a Lui, se non è profanata con la vanagloria cercata al suono della tromba (cfr. Matteo 6, 2). Gesù non si rassegna ad una vita cristiana ridotta a buone intenzioni, o a soli desideri e sentimenti sublimi.
maria
Maria segue il figlio “!liberamente”. Un servizio volontario. Come le altre donne. Che assistevano la prima comunità.
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