QUARESIMA: I TRE MOTORI PER DECOLLARE: PREGHIERA, ELEMOSINA, DIGIUNO.
In questi tempi in cui veniamo scossi da tanta violenza e dall'affacciarsi ancora una volta della Guerra, questa volta a noi vicina e che vede coinvolti cristiani in campi avversi e questo addolora di più. Tutto questo non deve scoraggiarci ma spingerci ad una profonda conversione, anticamera della santità, ciò di cui ha bisogno adesso più che mai l'umanità:
Cammino 301. Un segreto. Un segreto a gran voce: queste crisi mondiali sono crisi di santi.Dio vuole un pugno di uomini «suoi» in ogni attività umana. Poi... pax Christi in regno Christi la pace di Cristo nel regno di Cristo.
Nella breve riflessione che segue commenterò l'invito che Gesù ci fa di agire sempre davanti a Dio, e non davanti agli uomini anche quando preghiamo, che è il primo motore di cui parlerò in questa Quaresima
la preghiera, cammino di conversione.
Matteo 6, 1. 5-6. Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
(...)
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (...)
davanti agli uomini
San Giovanni Crisostomo dice che «la vanagloria è la più dispotica delle passioni, che si insinua in quanti si incamminano sulla strada della virtù e minaccia di corrompere il frutto delle buone opere [...]
Perciò dice, state attenti, guardatevi, .... come davanti ad un pericolo.
Gesù oppone una forma di preghiera che giunge alle orecchie di Dio: «Quando pregate, non siate simili agli ipocriti»
«Gesù si ritira spesso in disparte, nella solitudine, sulla montagna, generalmente di notte, per pregare» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2602).
La conversione passa attraverso un’orazione più sincera, quella che nasce dall’intimo del cuore, con semplicità (non sprecare parole) (Mt 6,6-7).
Raccoglimento interiore ed esteriore nell’orazione; imparare a gustare le parole e le opere del Signore. L’orazione è l’incontro tra la sete di Dio e la sete dell’uomo (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2560), che suscita la conversione, come accadde alla samaritana presso il pozzo di Giacobbe. Nell’orazione «è l’amore a parlare» (Santa Teresa).
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie. (Salmo 136) (...) Tu mi conosci fino in fondo.
il modo migliore di pregare è quello di volgere uno sguardo fervido e intenso a Cristo: io guardo lui e lui guarda me. (Madre Teresa).
stanza chiusa
Uno strombazza la sua azione, l'altro si mette in mezzo alla piazza per pregare in modo che tutti lo vedano e lodino la sua pietà. L'esempio opposto che ci viene suggerito consiste nel pregare in una stanza con le porte chiuse.
Così pregò il profeta Eliseo nella casa della vedova che lo accoglieva: «Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore» (2Re 4,32-33).
«Anna», dice Giovanni Crisostomo, «senza che si udisse la sua voce, ottenne quello che desiderava perché gridava il suo cuore». La preghiera silenziosa di Anna, madre di Samuele, è un esempio classico della preghiera che arriva alle orecchie di Dio: «Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva» (1Sam 1,13).
È nella cella interiore del cuore che possiamo incontrare Dio. Cristo ci invita a entrare e a chiudere la porta a chiave.
La preghiera sale a Dio dall'intimo dell'essere. Dio ascolta la preghiera del cuore, espressione della fede in Lui. CS Lewis raccontando la sua conversione, racconta che ciò che li aveva allontanato dalla fede era stata la ricerca del perfezionismo, di cercare affetti e ispirazioni, segni sensibili che Dio ci ascolta. Il Signore ci può dare questi segno, ma non possiamo “darcele da solo”, o pretenderli. Fiducia nella Grazia, nell'azione dello Spirito Santo in noi. Con umiltà. Nell’atteggiamento perfezionista ci confrontiamo con gli altri e corriamo verso un ideale che é fatto da noi stessi e non corrisponde al piano di Dio su di noi.
come il battito del cuore
Nella catechesi di Papa Francesco sulla preghiera, ci sono vari spunti per dare fondamento a questa immagine di chiudersi “nel segreto”.
“Più forte di qualsiasi argomentazione contraria, nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca. Tutti abbiamo questa voce, dentro. Una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, una voce che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio: “Gesù, abbi pietà di me! Gesù, abbi pietà di me!”.”
“La preghiera nasce nel segreto di noi “stessi, in quel luogo interiore che spesso gli autori spirituali chiamano “cuore” (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2562-2563). A pregare, dunque, in noi non è qualcosa di periferico, non è qualche nostra facoltà secondaria e marginale, ma è il mistero più intimo di noi stessi. È questo mistero che prega.” (Papa Francesco catechesi sulla preghiera)
Non è intimismo, autoreferenzialità, ma l’inizio e il fondamento della preghiera. É un’immagine, una metafora: Racchiude la necessità di una fonte personale e autentica. Gesù faceva così.
Poi, quando siamo in profondo raccoglimento, arriva Lui e bussa alla porta, perché lo abbracciamo e possiamo cenare con Lui e Lui con noi (Ap 3,20). Il chiavistello della porta è all'interno, dalla nostra parte. Cristo resta fuori se non gli apriamo.
Ricordiamoci di quell’immagine con cui il Vangelo di Luca fotografa Maria nell'osservare il figlio adolescente "conservava queste cose nel suo cuore" (Luca 2, 19 e 51)
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