COMMENTO AL VANGELO DI VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA: LA VOSTRA TRISTEZZA SI MUTERÁ IN GIOIA!

 


commento al Vangelo, Venerdì VI di Pasqua

Giovanni 16, 20-23a.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.»

La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo.

Così anche voi, ora, siete nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia».

Discorsi di commiato, con raccomandazioni e assicurazioni. Possiamo intendere benissimo il tono, è di colui che vuole essere sicuro che tutto andrà bene. Cosciente dei brutti momenti che dovranno passare. Ha già detto che invierà loro un altro consolatore, ma che si rivedranno, dopo la resurrezione e alla fine dei tempi. L'immagine della donna che partorisce e immagine del "travaglio" per la Chiesa nascente.

Anche a noi servono queste parole sulla speranza della resurrezione futura. l'esistenza della Chiesa che nasce dal costato aperto di Cristo.

Sarà capitato a tutti di conoscere persone la cui vista ci riempie di gioia. Pensiamo che è una gioia che viene da questa promessa, abituarci a ringraziare di tutte quegli incontri che ci portano la gioia, ma scoprire la gioia profonda dell'incontro con Gesù nell'Eucarestia e nella preghiera, non solo con le persone.

Gesù non dice che “dopo un tempo di tristezza avrete gioia”, ma che la vostra tristezza si cambierà in gioia.

San Francesco di Sales nella Filotea. Al cap. XII della IV parte scrive così:

"C’è una tristezza secondo Dio e una secondo il mondo dice San Paolo. La tristezza, quindi, può essere buona o cattiva: dipende dagli effetti che produce in noi. È certo che ne fa più di cattivi che di buoni, perché di fatto i buoni effetti sono soltanto due: la misericordia e la penitenza; quelli cattivi invece sono sei: l’angoscia, la pigrizia, lo sdegno, la gelosia, l’invidia, l’impazienza".

In ogni cosa possiamo trovare "la Croce", ma la Croce porta sempre frutti di bontà. E questo è meraviglioso. Tutto, proprio tutto, anche la tristezza conserva intatta almeno una particella di bontà. A questo punto è chiaro che la tristezza si trasforma in gioia, perché in sé è potenzialmente portatrice di misericordia e di penitenza.

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