VITA DI GESÚ: IL CRISTO DELLA FEDE E IL GESÚ DELLA STORIA.

 


Chi è Gesù Cristo?

Segno di contraddizione («Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione» Luca 2, 34)

¯ Scandalo per i giudei: farsi come Dio. La bestemmi massima.

 

¯ Stoltezza per i greci: un Dio, spirito, che si fa uomo, materia.

 

¯ Anche oggi la sua pretesa di essere l’unico Salvatore non è forse fonte di attrito con le altre religioni?

 

La domanda che risuona da sempre é: voi chi dite che io sia?

 

Non se la sua dottrina è vera o falsa, ma per me Gesù chi è? a Gesù che mi interroga io cosa rispondo?

 

I primi tre secoli del cristianesimo sono stati un tempo di chiarificazione terminologica per rispondere a questa domanda: chi è Gesù?

In base a ciò che era stato rivelato da Gesù stesso e che i testimoni avevano “tramandato” fedelmente.

 

Vengono definiti i dogmi trinitari e cristologici:


Trinità: Un unico Dio (una unica sostanza o natura) in tre Persone. Unità e trinità di Dio.


Gesù Cristo: Una sola persona (quella del Verbo divino, il Figlio), con due nature.

 

Vero Uomo e vero Dio, necessità di chiarire bene i termini di natura e di persona. È il Logos (il Verbo di Dio incarnato).

 

Alle volte si  sottolineava di più la divinità (l’uomo solo apparenza, ha solo natura divina) oppure l’umanità (uomo divinizzato, oppure un grande profeta o una divinità di seconda categoria, ecc.).

 

Il problema ritorna in epoca moderna. Fino al XVIII c’era un accordo totale (anche con le chiese protestanti).

 

Reimarus: fine ‘700.

Distingue tra Il Gesù storico e il Cristo della fede. Confronto tra il vero Gesù (storico), un modesto rabbino, e il Cristo mitizzato dai suoi discepoli. Inizia così una vera falsificazione del dato rivelato dai Vangeli.

 

Alcuni esegeti per spiegare gli aspetti soprannaturali presenti nei vangeli, per esempio i miracoli, parlano di residui "mitici" che si sono sviluppati nei racconti dei discepoli, ma il processo di "mitizzazione", avrebbe richiesto molto tempo. Fin dall'inizio per i cristiani è chiaro che Gesù, è il Figlio di Dio, il Messia tanto atteso.

 

Se tutto fosse un'invenzione dei discepoli non si spiegherebbe l’universalità della dottrina, la rottura e, allo stesso tempo, la continuità con l’ebraismo. La formazione dei Vangeli e l'originalità del messaggio.

 

Erroneamente si è ritenuto di trovare in miti precedenti tutta la dottrina Cristiana. Senza comprendere la sostanziale continuità tra Antico e Nuovo testamento. Le radici del Cristianesimo sono nel Dio di Abramo e di Mosè.

 

La terminologia di Reimarus è rimasta ma ha avuto nuovi sviluppi:

 

Gesù storico: Dio che entra nella storia.

Il Cristo: il Messia riconosciuto con atto di fede dai discepoli.

 

Gesù Cristo = Gesù è il Cristo.


Tentativi di ridurre la figura di Gesù a categorie umane, cercando di ritagliare un’immagine di Gesù in base a schema interpretativi "a priori": Gesù il rivoluzionario, il profeta un po' new age, il riformatore incompreso, ecc... .

 

Gesù come profeta fallito, ma un profeta fallito non lo si mette in Croce.

 

Il vero Gesù è quello dei testimoni.  Quando dice “io sono la via, la verità e la vita” o è un megalomane, oppure si presenta come Salvatore (non si può separare il Gesù di Nazareth dal Cristo).

 

Catechismo Chiesa Cattolica 437: chi è Gesù.


L'angelo ha annunziato ai pastori la nascita di Gesù come quella del Messia promesso a Israele: «Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore» (Lc 2,11). Fin da principio egli è «colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo» (Gv 10,36), concepito come «santo» (Lc 1,35) nel grembo verginale di Maria. Giuseppe è stato chiamato da Dio a «prendere» con sé «Maria» sua «sposa», incinta di «quel che è generato in lei... dallo Spirito Santo» (Mt 1,20), affinché Gesù, «chiamato Cristo», nasca dalla sposa di Giuseppe nella discendenza messianica di Davide (Mt 1,16).

 

 

Catechismo della Chiesa Cattolica 436: chi é Cristo.


Cristo deriva dalla traduzione greca del termine ebraico «Messia» che significa «unto». Non diventa il nome proprio di Gesù se non perché egli compie perfettamente la missione divina da esso significata. Infatti in Israele erano unti nel Nome di Dio coloro che erano a lui consacrati per una missione che egli aveva loro affidato. Era il caso dei re, dei sacerdoti e, in rari casi, dei profeti. Tale doveva essere per eccellenza il caso del Messia che Dio avrebbe mandato per instaurare definitivamente il suo Regno. Il Messia doveva essere unto dallo Spirito del Signore, ad un tempo come re e sacerdote ma anche come profeta. Gesù ha realizzato la speranza messianica di Israele nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta e re.


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