DAL VANGELO AI VANGELI. LA VITA DI GESÙ.

 


DALL'ANNUNCIO DELLA BUONA NOVELLA ALLA VITA DI GESÙ

Le primitive comunità cristiane, sorte tra gli ebrei e tra i pagani, convertite a seguito della predicazione degli Apostoli e dei discepoli, come possiamo leggere negli atti degli apostoli e nelle lettere di san Paolo e di altri apostoli, conservavano con diligenza le loro parole e i loro insegnamenti e soprattutto la testimonianza che davano su Gesù, in particolare della sua Morte e Resurrezione, testimonianze che un po' alla volta venivano messe per iscritto e circolavano tra le varie comunità.

Questa prima generazione di Cristiani custodi gelosi di queste "tradizioni" che si formano per la predicazione dei primi testimoni, come attesta Paolo:

1Cor 11,2 2Vi lodo perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse ... 11,23 23Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso ....

Individuarono, tra i vari scritti che iniziavano a circolare, come “canonici”, cioè rispondenti alla regola della fede, quei testi che trasmettevano autenticamente la tradizione apostolica ed erano considerati come ispirati da Dio.

Fin dall’inizio furono chiamati "Vangeli" e se ne riconobbero quattro e solo quattro: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Così lo propose espressamente Sant’Ireneo di Lione alla fine del secolo II (Adversus Haereses, 3.11.8-9) e così lo ha confermato costantemente la Chiesa, proponendolo finalmente come dogma di fede nel definire il canone delle Sacre Scritture durante il Concilio di Trento (1545-1563).

 

La composizione di questi vangeli affonda le sue radici in ciò che gli apostoli videro e udirono vivendo con Gesù e nelle apparizioni che ebbero di lui dopo la resurrezione. Gli apostoli, compiendo il mandato del Signore, iniziarono subito a predicare la buona notizia (o vangelo) su di Lui e della salvezza che porta a tutti gli uomini, e allo stesso tempo si formarono comunità di cristiani in Palestina e fuori di essa (Antiochia, città dell’Asia minore, Roma, ecc.).

In queste comunità le “tradizioni” (la memoria di Gesù, gli inni di preghiera, le professioni di fede della primitiva catechesi) andarono prendendo forma di racconti e di insegnamenti relativi a Gesù, sempre sotto la vigilanza degli apostoli che erano stati testimoni diretti.

In un terzo momento queste tradizioni furono poste per iscritto integrandole in una narrazione a mo' di biografia del Signore, si inseriscono ad esempio i racconti dell'infanzia, le parabole della prima predicazione, ecc....

Così sorsero, dal “vangelo”, cioè l’annunzio della “buona novella”, i Vangeli, così come li conosciamo noi, per uso delle comunità alle quali erano stati destinati.

Il primo ad apparire fu Marco o forse una edizione di Matteo in ebraico o aramaico più breve dell’attuale; gli altri tre imitarono lo stile e il genere letterario.

In questo lavoro di redazione, ogni evangelista scelse alcune cose tra le molte che si trasmettevano, ne sintetizzò alcune e presentò il tutto avendo presente la condizione dei suoi lettori immediati (giudei, greci, abitanti di Roma, ecc.). Che i quattro godettero della garanzia apostolica si riflette nel fatto che furono ricevuti e trasmessi come scritti dagli stessi apostoli o da loro discepoli: Marco da San Pietro, Luca da San Paolo.

 

Accanto a questi scritti, cominciarono a circolare altri scritti, somiglianti, a quelli canonici e detti "apocrifi". Il termine "apocrifo" (da "nascondere", "riservato a pochi") è stato coniato dalle prime comunità cristiane.

I vangeli apocrifi, di cui tratteremo in un altro articolo, sono quelli che la Chiesa Primitiva non accettò come autentica tradizione apostolica, sebbene normalmente questi testi circolassero e si presentavano sotto il nome di qualche apostolo.

Incominciarono a circolare molto presto, giacché li si cita già nella seconda metà del secondo secolo; però non godevano della garanzia apostolica come i quattro riconosciuti e, inoltre, molti di questi contenevano dottrine che non erano in accordo con gli insegnamenti apostolici.

Erano scritti che si dirigevano a gruppi speciali di iniziati ed erano conservati in questo gruppo; poi il termine apocrifo assunse il significato di inautentico o perfino eretico. Man mano che passò il tempo, il numero di questi apocrifi si accrebbe sia per dare dettagli della vita di Gesù che non erano menzionati nei vangeli canonici (per es. gli apocrifi della infanzia di Gesù), sia per mettere sotto il nome di qualche apostolo insegnamenti divergenti da quelli comuni nella Chiesa (per es. vangelo di Tommaso). Origene di Alessandria (+245 d.c.) scriveva: “La Chiesa ha quattro vangeli, gli eretici, moltissimi”.

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