19 DICEMBRE, NOVENA DI NATALE.
19 DICEMBRE terzo GIORNO DELLA NOVENA
IL SILENZIO DI ZACCARIA
zaccaria, redenzione, silenzio, la forza della debolezza
Lc 1, 67-79, In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Uscendo dal suo silenzio, dovuto alla sua poca fiducia, Zaccaria loda il Signore e annunzia la gioia della salvezza.
Non si sente umiliato per l’errore commesso, non si sente in colpa per aver dubitato della parola dell’Angelo.
Non si giustifica, non cerca scuse. Ma loda Dio, che è il modo per ringraziarlo veramente.
Chi come Zaccaria riconosce la misericordia di Dio e ne fa esperienza, non può che cantare.
Nella storia di Zaccaria s’intrecciano fede e incredulità. Accade così anche nella nostra vita. La sua iniziale incredulità è il segno della fatica e delle resistenze che ogni uomo porta con sé.
Nel cuore di ogni credente ci sono pozzi di fede, a volte nascosti, ma anche zone, più o meno ampie, che restano avvolte dall’ombra dell’incredulità
Allora facciamo come Zaccaria: nel silenzio della riflessione, della preghiera, facciamo cessare i troppi rumori del nostro cuore: rancori, delusioni, mormorazioni, risentimenti, critiche, gelosie, scuse, giustificazioni, ...
Zaccaria tace, scende il silenzio, i rumori finalmente si spengono, allora viene lo Spirito Santo, che ci insegna a lodare, a benedire.
Tacere, far decantare, rasserenare, con il silenzio della pace, nel silenzio interiore che è ascolto le nostre preoccupazioni e le nostre frustrazioni.
Zaccaria è in pace con se stesso, capisce che l'evento straordinario di cui è stato testimone, è un grande dono: essere il padre del Precursore e quindi loda il Signore.
Spunti di riflessione:
Mi vergogno e soffro se qualche volta sbaglio, commetto un errore o un peccato. O invece innalzo il mio cuore a Dio che è Padre misericordioso?
Vincendo la tentazione di correre a destra e a sinistra affaccendato nei preparativi materiali, avrò cura di trovare, in questi giorni, uno spazio per curare la mia interiorità?
Chiedo a Maria e a Giuseppe di poter, con il mio sorriso, illuminare chi mi sta vicino trasferendo la gioia del lieto annuncio del Natale!
Commenti