24DICEMBRE NOVENA DI NATALE. OTTAVO GIORNO

24 dicembre ottavo giorno

benedictus

 

Lc 1,67-79

 

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetizzò dicendo:

«Benedetto il Signore, Dio d'Israele,

perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi un Salvatore potente

nella casa di Davide, suo servo,

come aveva detto

per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici,

e dalle mani di quanti ci odiano.

(...)

Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,

ci visiterà un sole che sorge dall'alto.

 

Anche nel Benedictus, come nel Magnificat, i momenti chiave sono tre:

Lode: “Benedetto il Signore Dio d’Israele”;

Ricordo: “Perché ha visitato e redento il suo popolo”;

Sguardo sull’avvenire: “…per dirigere i nostri passi sulla via della pace”.

Il Benedictus ci insegna a non ripiegare la nostra preghiera su noi stessi, ma ad allargarla alle dimensioni del mondo intero. Il Cantico, inoltre, ci invita ad esercitare la nostra fede di battezzati. In quale modo? Guardando di là dalle apparenze. La potenza degli orgogliosi è sul punto di crollare. La nostra speranza si può realizzare. La promessa del Signore ha il senso della continuità e della rottura.

Continuità: essa sa da dove viene e verso quale avvenire conduce;

Rottura: dice no a tutto ciò che contraria lo Spirito Santo.

Noi cristiani, in merito ai doni ricevuti da Cristo, ci mostriamo figli della promessa, se forti nella fede e nella speranza mettiamo a profitto il tempo presente e pazientemente attendiamo il suo compimento. E questa speranza non la nascondiamo all’interno del nostro animo, ma come continua conversione e la lotta “Contro i dominatori di questo mondo tenebroso e contro gli spiriti maligni e la esprimiamo nei nostri compiti secolari”.

Attraverso la profezia, la forza del vangelo risplende nella vita quotidiana, familiare e sociale. 

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