MEDITAZIONE IN ATTESA DELLA VENUTA DELLO SPIRITO SANTO!

 


spirito santo spirito d'amore e di unità

il dono delle lingue

Atti degli Apostoli 2,1-11.

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.

Siamo alla fine della grande Festa ebraica della Pentecoste, in cui dopo 50 giorni dalla Pasqua, sovrapponendosi ad una precedente festa delle messi, si rinnovava l'Alleanza del Sinai, in cui "nasce il Popolo di Dio".

Nello stesso giorno nasce il nuovo Popolo di Dio, con una grande messe di conversioni .

La diversità diventa unità. La diversità dei discepoli, la diversità di gente a cui si rivolgono, che in quel giorno diventa "un Popolo nuovo".

Attraverso il dono delle lingue. Che è un gran dono, saper parlare molte lingue. Ma non basta la lingua, il linguaggio come mezzo di comunicazione per creare un "Popolo". Tutti parliamo la stessa lingua, ma non basta questo per capirsi e fondersi nell’unità!

Unità nella diversità. Che é il contrario dello Spirito di Babele e la confusione di linguaggi che ne conseguì. (Babele significa “un solo labbro”)

La costruzione della Torre indica la costruzione di una città e forse di un Impero, in cui il dominatore voleva imporre un pensiero unico, farsi come Dio. Lo scompiglio che Dio provoca sta a significare il vantaggio della libertà che viene dalla ricchezza della diversità.

Non si tratta quindi di parlare la stessa lingua, di avere uno stesso pensiero uniforme. Ma quanto di capirsi, intendersi, comprendersi.

E' il linguaggio universale di Cristo morto e risorto, che si fa dono d'Amore per tutti.

«Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito» (1 Cor 12,4). Vuole dirci che lo Spirito Santo è quell’uno che mette insieme i diversi, e che la Chiesa è nata così: noi, diversi, uniti dallo Spirito Santo. (Francesco Pentecoste 2020)

Andiamo dunque all’inizio della Chiesa, al giorno di Pentecoste. .... Tutti erano differenti. ... non ... dei modellini in serie ... A Pentecoste gli Apostoli comprendono la forza unificatrice dello Spirito. Lui è l’armonia.

Questa "armonia" che ha come fonte, origine, lo Spirito, acqua e sangue del costato di Gesù, si chiama "comprensione". Il dono delle lingue che ci permette di capirci sia che parliamo la stessa lingua o lingue diverse

l'unità

“Tutti siano una sola cosa. Come Tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).

San Josèmaria ha predicato molto sulla necessità di “costruire l’unità” ha inculcato questo aspetto dell'unità nell'Opera, ma non solo. L'Ut unum sint, “che siano una cosa sola”, della preghiera sacerdotale di Gesù, durante l’ultima cena, l’ ha inteso come unità nella Chiesa e con tutti gli uomini.

L'unità nell'Opera non esclude, anzi rafforza l'Unità con tutti nella Chiesa e con tutte le donne e gli uomini della Terra.

Non c’è nessuna ragione umana che possa farci stare tutti così uniti: ...con un desiderio immenso di trattare con affetto tutte le anime.

Unità, diversità e universalità, come mettere tutto insieme?

il dono del perdono

Giovanni 20,19-23. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»....

Giovanni nella prima apparizione di Gesù colloca la prima promessa venuta dello Spirito Santo. E per due volte offre la pace.

E poi il Maestro da, agli apostoli, il potere delle chiavi, perdonare o non perdonare, che diventa un segno distintivo della Chiesa nascente. È una missione per tutti: perdonare.

Questa è la lingua universale che ci rende fratelli e quindi uniti. Senza la capacitò di perdonare, non ci può essere "unità" e quindi,

Il pensiero di Gesù è molto ampio. Da una parte trasferisce un potere, ma dall’altra segna in modo chiaro il carattere profondo della sua Chiesa: da la missione di perdonare.

Pentecoste, infatti, è il dono che si fa perdono. (…) È lo Spirito Santo che fa di te e di me una creatura nuova, che, semplicemente, può perdonare, perché apprende di essere stato salvato e perdonato, da Cristo morto e risorto.

La novità del cristianesimo non sta nell’essere più bravi degli altri, ecc., si magari anche quello, ma si rivela in quella misericordia che si esprime nell’amare i nemici.

Maria madre di tutti

A partire dalla croce diventasti madre in una maniera nuova: madre di tutti coloro che vogliono credere nel tuo Figlio Gesù e seguirlo. (...) presso la croce, in base alla parola stessa di Gesù, tu eri diventata madre dei credenti. (...) La gioia della risurrezione ha toccato il tuo cuore e ti ha unito in modo nuovo ai discepoli, destinati a diventare famiglia di Gesù mediante la fede. (30 novembre, festa di Sant'Andrea Apostolo, dell'anno 2007, terzo di Pontificato. Benedictus PP. XVI)

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