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HALLOWEEN APPUNTI PER UNA RIFLESSIONE.

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  Festa di tutti i Santi.  OGNI ANNO IN QUESTO PERIODO C'É QUALCHE PREOCCUPAZIONE SU QUESTA FESTA. HO GIÁ PUBBLICATO IN QUESTO BLOG ALCUNI ARTICOLI A RIGUARDO. LASCIO QUI DI SEGUITO ALCUNI APPUNTI SUL TEMA PER FORNIRE SPUNTI DI RIFLESSIONE E GIUDIZIO SERENO. Nelle due versioni, quella cristiana e quella pagana l'oggetto é la morte, i morti. Nella versione neo-pagana attuale, non religiosa, la morte e i morti, sono "mascherati”, nascosti da alcuni simboli: i teschi, le zucche vuote, le candele accese, le maschere, generalmente, alludono in modo leggero, scherzoso alla morte: zombie, scheletri, fantasmi, ecc...   Un stesso oggetto, la morte, affrontato in modo diverso.   Nella tradizione cristiana sono nate due celebrazioni: la Festa di tutti i santi (che sono però anche loro persone defunte) e la Commemorazione di tutti i defunti. In date diverse a secondo le varie zone geografiche. Successivamente, almeno nella Chiesa Cattolica, sono state "ravvicinate" l1 e il 2

AMARE IL MONDO APPASSIONATAMENTE!

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       L'8 ottobre del 1967, san Josemaria pronunciò un'omelia durante la Messa in occasione di una riunione dell'Associazione, "Amici dell'Università di Navarra". Alla fine c'é il link per poter ascoltare l'audio della lettura in Italiano dell'omelia completa In questa omelia sono riassunti i messaggi principali dell'Opus Dei e della predicazione di san Josemaría.   Santificare il lavoro.  Cercare la santità nel lavoro significa impegnarsi per svolgerlo bene, con competenza professionale e con senso cristiano, cioè per amore di Dio e per servire gli uomini. In questo modo, il lavoro ordinario diviene luogo dell’incontro con Cristo. Aiutare ogni persona che vive nel mondo - l'uomo comune, l'uomo della strada - a condurre una vita pienamente cristiana, senza dover cambiare il suo modo di vita quotidiana, né il suo lavoro abituale, né i propri ideali o aspirazioni.   Gesù trascorse quasi tutta la sua vita terrena lavorando come artigiano

OGGI FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO. BREVE STORIA DI QUESTA DEVOZIONE.

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  ALCUNE PAROLE DI SAN JOSEMARÍA DAL LIBRO "IL SANTO ROSARIO" Come per il passato, anche oggi il Rosario deve essere arma potente per vincere nella lotta interiore e dare aiuto a tutte le anime. Onora con la tua lingua la Madonna: il Signore chiede riparazione e lodi dalla tua bocca. Che tu sappia e voglia seminare in tutto il mondo la pace e la gioia con questa mirabile devozione mariana e con la tua vigilante carità. Al lettore (...) Per essere piccolo bisogna credere come credono i bambini, amare come amano i bambini, abbandonarsi come sanno abbandonarsi i bambini, pregare come pregano i bambini. E queste cose, tutte insieme, sono necessarie per tradurre in pratica quanto sto per dirti in queste righe: L'inizio del cammino  che ha per termine l'amore folle per Gesù, è un fiducioso amore alla Madonna. —  Vuoi amare la Vergine? E allora parla con Lei, cerca di conoscerla. - Come? - Recitando  bene  il suo Rosario. - Ma nel Rosario… diciamo sempre le stesse cose! - Le

AMORIS LAETITIA. CAP. IV/2 (dal numero 95 al numero 108)

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  Amoris laetitia, capitolo IV/2 ( dal numero 95 al n. 108 )   Continuiamo a ripercorrere l'Esortazione Apostolica, in particolare il capitolo IV che ci illustra le potenzialità "dell'amore nel matrimonio" e ci aiuta a coglierne tutta la ricchezza, facendoci scoprire le sfumature, negative o positive che l'amore può assumere. In corsivo i riferimenti al testo del documento. la carità non è invidiosa Tutti riteniamo di essere persone che "sanno amare", ma allo stesso tempo ci rendiamo conto di avere sentimenti negativi, come l'invidia. Cos'è l'invidia? (AL 95) è una tristezza per il bene altrui che dimostra che non ci interessa la felicità degli altri, poiché siamo esclusivamente concentrati sul nostro benessere. L’invidia minaccia la benevolenza. Non si vanta. Non si gonfia d’orgoglio L’invidia mi fa odiare l’altro perché lo vedo migliore di me. Un sentimento che può insinuarsi nei riguardi di chiunque (coniuge, figli, fratelli, amici, colleg

AMORIS LAETITIA CAP. IV/1

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                                                            Pazienza e benevolenza Il primo versetto del cap. XIII della Prima Lettera ai Corinzi, ci presenta due elementi fondamentali: "la carità è paziente, benevola è la carità".  I n alcune versioni in italiano si traduce l'originale greco con "magnanimità". Ma il concetto è complesso ed è più che essere magnanimo o paziente, come si spiega in Amoris Laetitia. Nel VT si dice che "Dio è lento all’ira", espressione che rappresenta l'esercizio della vera misericordia. Manifesta l’autentico potere. Non si lascia guidare dagli impulsi ed evita di aggredire. Con i termini: pazienza, o magnanimità, non ci si riferisce al non lasciarsi maltrattare, tollerare abusi e che ci trattino come oggetti. Una specie di remissività o passività che si comprime e che però poi esplode. Il timido che diventa violento. Per capire la vera dimensione della pazienza occorre collocarsi nel contesto giusto.  Da dove

6 OTTOBRE ANNIVERSARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI SAN JOSEMARIA!

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Ti riporto alcunI suoi pensieri che possono servirci come linee guida per la nostra orazione.  Sono raccolti in brevi "capitoli", il primo riguarda il modo di leggere il Vangelo. “ Nel Vangelo, come un personaggio tra gli altri ”   Fossero tali il tuo contegno e la tua conversazione che tutti, nel vederti o nel sentirti parlare, potessero dire: ecco uno che legge la vita di Gesù Cristo. ( Cammino, 2 ).   Nell'aprire il Santo Vangelo, pensa che ciò che vi si narra — opere e detti di Cristo — non devi soltanto saperlo, ma devi anche viverlo. Tutto, ogni passo riportato, è stato raccolto, particolare per particolare, perché tu lo incarni nelle circostanze concrete della tua esistenza. l Signore ha chiamato noi cattolici a seguirlo da vicino e, in questo Testo Santo, trovi la Vita di Gesù; ma, inoltre, vi devi trovare la tua stessa vita. Anche tu imparerai a domandare, pieno d'amore, come l'Apostolo: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?...”. — La volontà di Dio!, se

AMORIS LAETITIA CAPITOLO IV/INTRODUZIONE

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  CAPITOLO QUARTO introduzione Il quarto capitolo è al centro del documento e potremmo dire che ne è il cuore. Si può definirlo come il messaggio più importante e la vera novità.  Nei capitoli precedenti ci è stato presentato il tema della famiglia e del matrimonio partendo dalla S. Scrittura, poi abbiamo viste le sfide e le difficoltà nell'attuale contesto storico. Nel terzo capitolo gli insegnamenti di Gesù e della Chiesa. Ora ci domandiamo, come possiamo presentare in modo nuovo il matrimonio? cosa si è trascurato nella formazione e nella preparazione degli sposi? Forse si è insistito troppo sul dovere della fedeltà o sulla dedizione ai figli e non si è rafforzato la capacità di crescere nell'amore reciproco tra i coniugi? Per rimediare a questa carenza viene presentato il messaggio centrale del Vangelo, la carità e la rivelazione che Dio é amore, rileggendo e commentando l’”inno” di San Paolo in 1 Cor 13, 4-7. Perché questa scelta? L'intento del documento non è diretto