AMORIS LAETITIA CAP. IV/1



                                                           Pazienza e benevolenza

Il primo versetto del cap. XIII della Prima Lettera ai Corinzi, ci presenta due elementi fondamentali: "la carità è paziente, benevola è la carità". 

In alcune versioni in italiano si traduce l'originale greco con "magnanimità". Ma il concetto è complesso ed è più che essere magnanimo o paziente, come si spiega in Amoris Laetitia.

Nel VT si dice che "Dio è lento all’ira", espressione che rappresenta l'esercizio della vera misericordia. Manifesta l’autentico potere. Non si lascia guidare dagli impulsi ed evita di aggredire.

Con i termini: pazienza, o magnanimità, non ci si riferisce al non lasciarsi maltrattare, tollerare abusi e che ci trattino come oggetti. Una specie di remissività o passività che si comprime e che però poi esplode. Il timido che diventa violento.

Per capire la vera dimensione della pazienza occorre collocarsi nel contesto giusto.  Da dove nasce l’impazienza?, divento “impaziente” e quindi aggressivo, nervoso, sbrigativo, se pretendo che intorno a me tutto sia “perfetto”, tutto deve funzionare alla perfezione, quindi una situazione idilliaca in cui mi colloco al centro come l’idolo da servire e adorare. La vita dovrebbe essere un evento organizzato, con grande attesa e aspettativa, ma se tutto non “gira” divento “violento”.

Ma la vita non è un evento "ben organizzato", è molto più complicata!

Il realismo e la giustizia mi portano innanzitutto a riconoscere che l’altro: moglie/marito, figli, amici, colleghi, ecc. ... possiedono il diritto a vivere su questa terra insieme a me così come sono.

Non importa se è un fastidio per me, se altera i miei piani, se mi molestano con il loro modo di essere o con le loro idee, se non sono in tutto come mi aspettavo

Se manca questa premessa non capirò cosa vuol dire essere paziente.

L’esercizio della pazienza sarà allora (quando ho capito i diritti degli altri) quella di esercitare il mio potere “con lentezza”.

Pazienza è forza, capacità di resistere e quindi anche di moderare il mio impeto. La tangenziale di Catania con gli scivoli per i camion.

Imparare a gestire l’imprevisto, la situazione occasionale, come spiega il testo dell'esortazione:

AL p. 92: L’amore comporta sempre un senso di profonda compassione, che porta ad accettare l’altro come parte di questo mondo, anche quando agisce in un modo diverso da quello che io avrei desiderato.

benevolenza

La benevolenza (fare del bene, promuovere il bene dell’altro) aiuta a sbarazzarci dallo slogan l’ ”amore è l’amore (love is love)”.

Che no significa niente. É una tautologia, cioè una frase sempre vera, ma che non apporta nulla di nuovo, non spiega niente (vera, ma insignificante).

Ma per chi l’ha coniata forse voleva significare che l’amore è fare ciò che a me piace, in senso autoreferenziale. L’analisi di san Paolo, ci aiuta a capire cosa è l’amore. 

Fare del bene ad un altro in modo disinteressato.

L’amore è benevolo.

E’ complementare alla “pazienza”, che non rimane solo “resistenza” o comunque un atteggiamento passivo, ma promuove il bene. Con queste precisazioni l’amore:

AL p. 94 ... può mostrare tutta la sua fecondità, e ci permette di sperimentare la felicità di dare, la nobiltà e la grandezza di donarsi in modo sovrabbondante, senza misurare, senza esigere ricompense, per il solo gusto di dare e di servire. 

Fare bene il bene! 


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