AMORIS LAETITIA CAPITOLO IV/INTRODUZIONE

 



CAPITOLO QUARTO

introduzione

Il quarto capitolo è al centro del documento e potremmo dire che ne è il cuore. Si può definirlo come il messaggio più importante e la vera novità. 

Nei capitoli precedenti ci è stato presentato il tema della famiglia e del matrimonio partendo dalla S. Scrittura, poi abbiamo viste le sfide e le difficoltà nell'attuale contesto storico. Nel terzo capitolo gli insegnamenti di Gesù e della Chiesa. Ora ci domandiamo, come possiamo presentare in modo nuovo il matrimonio? cosa si è trascurato nella formazione e nella preparazione degli sposi? Forse si è insistito troppo sul dovere della fedeltà o sulla dedizione ai figli e non si è rafforzato la capacità di crescere nell'amore reciproco tra i coniugi?

Per rimediare a questa carenza viene presentato il messaggio centrale del Vangelo, la carità e la rivelazione che Dio é amore, rileggendo e commentando l’”inno” di San Paolo in 1 Cor 13, 4-7.

Perché questa scelta? L'intento del documento non è diretto al cambio o allo sviluppo della dottrina sul matrimonio ma fornire prospettive pastorali nuove, per rivalutare e rinnovare la nostra visione sia del matrimonio che della famiglia.

Il capitolo è una vera e propria esegesi attenta, puntuale, ispirata e poetica del testo Paolino. Potremmo dire che si tratta di una collezione di frammenti di un discorso amoroso che è attento a descrivere l’amore umano in termini assolutamente concreti. Si resta colpiti dalla capacità di introspezione psicologica che segna questa esegesi. L’approfondimento psicologico entra nel mondo delle emozioni dei coniugi — positive e negative — e nella dimensione erotica dell’amore.

 L’AMORE NEL MATRIMONIO

1 Cor 13, 4-6: 4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

San Paolo “scompone” il concetto di carità e ne individua gli elementi essenziali, per poi, partendo da questi ripresentare l’amore come esperienza esistenziale concreta 

É una virtù, una qualità, una capacità, composta da altre virtù. Innata, è una passione, ma che riceviamo in stato potenziale e che dobbiamo/possiamo educare e far crescere.

P. 89: ... non potremo incoraggiare un cammino di fedeltà e di reciproca donazione se non stimoliamo la crescita, il consolidamento e l’approfondimento dell’amore coniugale e familiare.

Si parla molto di amore, ma poi è difficile definirlo in modo sostanziale, non solo come esperienza soggettiva, che, come tale, non è comunicabile o trasmissibile. In un certo senso non posso né farlo crescere, né conservarlo. Posso solo ricercare quelle circostanze in cui si ripete quella esperienza.

L’inno di san Paolo è come una formula per smontare l’amore, cioè scomporlo negli elementi costitutivi, per poi ricomporlo partendo da atteggiamenti semplici e comprensibili, che insieme ci ripresentano il quadro bello della carità.

Ogni ricetta può riuscir bene o meno bene. Possiamo avere difficoltà a trovare gli ingredienti. Può essere facile o difficile combinarli nel modo giusto. Ma ogni ricetta “va sperimentata”.

È il solo modo per imparare a confezionare una pietanza buona. Un piatto di pasta “cacio e pepe” é più dell’insieme dei suoi ingredienti. Ci vuole arte, esperienza: libertà e consapevolezza.



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