SUFFRAGI E PREGHIERE PER I DEFUNTI. 2 NOVEMBRE 2020


LA PREGHIERA PER I DEFUNTI 

Il deposito infinito dei meriti di Gesù che la Chiesa amministra, possono essere applicati anche a tutti i defunti. 

Lutero non era tanto contrario ai suffragi e alle indulgenze, ma contestava che la Chiesa avesse questo potere. Potere di legare e sciogliere, che Gesù dette a Pietro: "Ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli" ( Mt, 16, 19). Come spiega bene san Paolo: “Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa (Lettera ai Colossesi 1, 24) e “Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, (lettera agli Efesini 1, 22-23a). 

 I suffragi per i defunti consistono nell’applicazione di preghiere, indulgenze, opere buone alle anime del Purgatorio, per ottenere da Dio la remissione della pena temporale loro inflitta in sconto dei peccati commessi durante la vita terrena. Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. 

La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti. 

 La commemorazione dei fedeli defunti al 2 novembre ebbe origine nel 998 nel monastero benedettino di Cluny per iniziativa di S. Odilone (quinto abate di Cluny). Nel 1311 anche a Roma venne istituita ufficialmente la memoria dei defunti. Scopo della commemorazione di tutti i defunti in passato era quello di suffragare i morti; di qui le Messe, la novena, l'ottavario, le preghiere al cimitero. Alcune riflessioni per vivere questa devozione con affetto e pietà. 

 DOLORE E FEDE 

E’ importante e doveroso pregare per i defunti, perché anche se morti nella grazia e nell’amicizia di Dio, essi forse abbisognano ancora di un’ultima purificazione per entrare nella gioia del Cielo (cfr Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1030). Il suffragio per loro si esprime in vari modi, tra i quali anche la visita ai cimiteri. Sostare in questi luoghi sacri costituisce un’occasione propizia per riflettere sul senso della vita terrena e per alimentare, al tempo stesso, la speranza nell'eternità beata del Paradiso. 

 PENSARE ANCHE ALLA NOSTRA MORTE 

Questo scopo naturalmente rimane; ma oggi se ne avverte un altro altrettanto urgente: creare nel corso dell'anno un'occasione per pensare religiosamente, cioè con fede e speranza, alla propria morte. Spezzare la congiura del silenzio riguardo ad essa. Nella nostra vita noi pensiamo di non avere mai abbastanza: viviamo protesi verso un continuo domani, dal quale ci attendiamo sempre di più: più amore, più felicità, più benessere. Viviamo sospinti dalla speranza. Ma in fondo a tutto il nostro stordirci di vita e di speranza si annida, sempre in agguato, il pensiero della morte: un pensiero a cui è molto difficile abituarci, che si vorrebbe spesso scacciare. Eppure la morte è la compagna di tutta la nostra esistenza: addii e malattie, dolori e delusioni ne sono come i segni premonitori. La morte resta per l'uomo un mistero profondo per credenti e non credenti. Le letture del 2 novembre ci parlano di speranza: Giobbe 19,1.23-27a. Il mio salvatore è vivo Romani 5,5-11. Fratelli, l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori, per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito 

 NOSTALGIA NON TRISTEZZA! 

 Maria, Porta del cielo, ci aiuti a non dimenticare e a non perdere mai di vista la Patria celeste, meta ultima del nostro pellegrinaggio qui sulla Terra (GPII).    




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