VANGELO DI OGGI: LA PACE!
MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA
Giovanni 14,27-31.Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da' il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».
La Sacra Scrittura considera la pace, non solamente come assenza di guerra, ma soprattutto come dono di Dio e come pienezza di tutte le sue benedizioni, è il messaggio centrale della speranza messianica annunciata dai profeti, che la vedono realizzarsi nell’ armonia delle origini tra l’uomo e il creato: «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello…» (Is 11,6-9; cfr. anche Is 65,25) e nella convivenza pacifica e fraterna: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci… non impareranno più l’arte della guerra» (Is 2,4).
Tutto ciò si compì già con la venuta di Gesù di Nazareth, la cui nascita fu saltata dal canto di Angeli che avvisavano i pastori:«Gloria a Dio nel più alto dei cielie sulla terra pace agli uomini, che egli ama».» (Lc 2,14), infatti chi opera in questo modo contribuisce a costruire la grande famiglia dei figli di Dio, il cui primogenito è Cristo, il primo costruttore di pace: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
Il Messia atteso, é chiamato «Principe della pace» (Is 9,5), quindi la vera pace nascerà dal momento in cui l’umanità intera accoglierà Gesù come unico Messia e Salvatore dell’umanità, per questo ci chiede di non turbarci, perché se Lui è il nostro Salvatore, chi potrà mai annientarci?
I primi cristiani vissero sulla loro pelle questa prova di costruire la Pace. Come si legge oggi negli Atti degli apostoli (Atti, 14, 19 - 28) Paolo e i primi apostoli subirono molte prove. Papa Francesco si domanda:
Come possono conciliarsi le "tribolazioni" e le persecuzioni che subisce San Paolo, narrate nella pagina degli Atti degli Apostoli di oggi, con la pace che Gesù lascia ai suoi discepoli nelle parole di addio dell'ultima cena: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", che sono riportate stamani dal Vangelo di Giovanni?
"Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno..."
"La vita di persecuzioni e tribolazioni sembra essere una vita senza pace" e invece è l’ultima delle Beatitudini, ricorda il Pontefice: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia":
La pace di Gesù va concilia anche con la prova della persecuzione e della tribolazione.
Una pace che è molto sotto, molto sotto, molto profonda a tutte queste cose. Una pace che nessuno può togliere, una pace che è un dono, come il mare che nel profondo è tranquillo e nella superficie ci sono le ondate. Vivere in pace con Gesù è avere questa esperienza dentro, che rimane durante tutte le prove, tutte le difficoltà, tutte le “tribolazioni”.
Non è quindi la pace della tranquillità e del disimpegno. A parte la prova estrema del Martirio tanti cristiani, tanti Santa non perdono la Pace, che è qualcosa che non viene dai tranquillanti o da una vita chiusa nell'egoismo, ma è un dono che viene da Dio.
La pace di Gesù, ci insegna ad andare avanti nella vita. Ci insegna a sopportare. Sopportare: una parola che noi non capiamo bene cosa vuol dire, una parola molto cristiana, è portare sulle spalle. Sopportare: portare sulle spalle la vita, le difficoltà, il lavoro, tutto, senza perdere la pace. Anzi portare sulle spalle e avere il coraggio di andare avanti. Questo soltanto si capisce quando c’è lo Spirito Santo dentro che ci dà la pace di Gesù.
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